Mehran Karimi Nasseri: la vera storia dell’uomo che ha vissuto 18 anni in un aeroporto

Nasseri
Credits: Eric Fougere / Corbis / Getty Images
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Nasseri ha ispirato il film The Terminal di Steven Spielberg, con Tom Hanks nei panni di un personaggio che vive la sua stessa storia

Mehran Nasseri

Mehran Karimi Nasseri, noto anche come Sir Alfred Mehran, è il protagonista di una delle storie più straordinarie e commoventi del ventesimo secolo. La sua vicenda è diventata una vera leggenda, tanto da ispirare il famoso film The Terminal di Steven Spielberg, con Tom Hanks nel ruolo principale.

La storia di Nasseri inizia nel 1988, quando atterra all’aeroporto di Parigi – Charles de Gaulle. Di origine iraniana, Nasseri aveva lasciato il suo paese d’origine per motivi politici, ottenendo asilo in Belgio. Tuttavia, durante uno dei suoi viaggi, perse i documenti che confermavano il suo status di rifugiato. Senza questi documenti, non poteva né entrare in Francia né essere rimpatriato in Iran.

Un viaggio senza arrivo

Di conseguenza, Nasseri si trovò bloccato nella zona di transito del Terminal 1 dell’aeroporto Charles de Gaulle. Quella che inizialmente doveva essere una breve sosta si trasformò in un’odissea di 18 anni, dal 1988 al 2006, che lo vide infine trasformare la sua temporanea detenzione nell’aeroporto in una residenza fissa.

Durante questi anni, Nasseri si creò infatti una sorta di vita nell’aeroporto. Diventò un volto noto tra il personale e i passeggeri, che lo vedevano tutti i giorni. Passava il tempo leggendo, scrivendo nel suo diario e studiando economia. Le sue giornate erano scandite dai ritmi dell’aeroporto: i voli in arrivo e in partenza, le pulizie notturne, i turni del personale.

The Terminal

Nasseri dormiva su una panca, faceva la doccia nei bagni dell’aeroporto e si nutriva grazie ai pasti offerti dal personale o dai viaggiatori di passaggio. Nonostante le difficoltà, mantenne sempre un certo decoro e dignità, vestendo con cura e tentando di vivere una vita il più normale possibile.

La sua vicenda attirò l’attenzione dei media e ispirò numerosi articoli, documentari e infine il film The Terminal. Steven Spielberg e Tom Hanks portarono la sua storia sul grande schermo nel 2004, sebbene con alcune licenze artistiche. Nel film, il personaggio di Viktor Navorski, interpretato da Hanks, è bloccato in un aeroporto di New York a causa del collasso politico del suo paese d’origine.

Vivere e morire in aeroporto

Nel 2006, Nasseri fu ricoverato in ospedale per problemi di salute e da allora non tornò più a vivere nell’aeroporto fino al settembre 2022. La sua storia post-Charles de Gaulle è meno documentata, ma sembra che abbia trovato una sistemazione in un centro di accoglienza a Parigi. Per via del suo lungo soggiorno forzato in aeroporto, imprevedibilmente, Nasseri ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare.

Il 12 novembre 2022 è morto al terminal di un attacco di cuore, all’età di 77 anni. La sua storia è diventato simbolica della resistenza umana di fronte all’assurdità della burocrazia e alla mancanza di un luogo da chiamare casa. La sua vita straordinaria ci ricorda l’importanza dell’umanità e della compassione in un mondo spesso indifferente ai destini individuali.

Fonte: Far Out Magazine

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