Margot Robbie: le 7 interpretazioni indimenticabili [LISTA]

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Margot Robbie è una delle attrici più popolari degli ultimi anni: ha interpretato ruoli diversissimi e sempre con grande grinta e classe inconfondibili. Ecco i sette film nei quali brilla come una stella!

Nel giro di una quindicina d’anni da che è giunta alla fama, Margot Robbie si è dimostrata una attrice versatile, vigorosa e convincente che ha saputo conquistare il pubblico calandosi alla perfezione in ruoli diversissimi, dal comico al drammatico al parodistico, sempre con una classe e una eleganza che tuttavia non imbrigliano il suo spirito attoriale gioioso e straripante. Ecco i 7 film per riscoprire una delle più brave attrici dei nostri tempi!

Maria Regina di Scozia (Josie Rourke, 2018)

Nell’ambizioso period drama in costume di Josie Rourke, Margot Robbie interpreta la regina Elisabetta I, una delle più celebri regnanti della storia inglese, al fianco di Saoirse Ronan, che dà invece il volto a Maria Stuarda. Uno scontro al femminile prende forma tra le due sulle pagine di una (reale e) sanguinosa vicenda storica, fornendoci anche una versione della Robbie ombrosa, complessa e intrigante in un ruolo complicato, difficile da definire per gli artisti come per gli studiosi.

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Tonya (Craig Gillespie, 2017)

Per il ruolo di Tonya Harding, la pattinatrice artistica coinvolta in uno dei più grandi scandali sportivi degli anni ’90, Margot Robbie ha ricevuto una nomination all’Oscar. La sua interpretazione intensa e sfaccettata ha mostrato una profondità emotiva straordinaria, catturando la complessità di un personaggio controverso e tragico in una costruzione narrativa atipica e inusuale. Rimane forse il suo ruolo più audace e meno prevedibile.

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The Suicide Squad (James Gunn, 2021)

La prima celebre Harley Quinn moderna, comprimaria e controparte femminile del Joker, è lei. Un ruolo diverso da quelli in cui il pubblico è abituato a vederla a metà anni ’10, lontano dalla bionda seducente e intriso di una certa sregolatezza maliziosa ma non maligna. La Harley Quinn di Margot Robbie è una anti-eroina, una villain in lotta contro sé stessa per emanciparsi e capire qual è il suo posto. A differenza del Joker, il suo unico fine non è la distruzione, ma la comprensione.

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C’era Una Volta a …Hollywood (Quentin Tarantino, 2019)

Nel racconto corale e multi-sfaccettato della Hollywood di fine anni ’60 e degli omicidi di Cielo Drive – risolti in maniera alternativa – ad opera di Quentin Tarantino, alla Robbie è affidato l’importante ruolo della giovane e talentuosa Sharon Tate, nella realtà uccisa da Manson e la sua banda nel 1969. L’interpretazione di Margot si trasforma in un tenero e sincero omaggio a una diva del cinema scomparsa troppo presto, e per tutte le ragioni più sbagliate.

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Babylon (Damien Chazelle, 2022)

La mastodontica parabola epica di Damien Chazelle sull’era del muto a Hollywood e sulla sua fine ingloriosa vede la Robbie nella parte dell’attrice incontenibile Nellie LaRoy, perfetta per il linguaggio espressivo del muto ma presto in declino con l’arrivo del sonoro, costretta a imbrigliare la sua voglia di vita e la sua spontaneità in un nuovo cinema che non le appartiene più e in una nuova epoca che non la capisce. Una storia esplosiva con un finale da brividi.

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The Wolf of Wall Street (Martin Scorsese, 2013)

Incredibile seduttrice e “moglie trofeo” perfetta per l’ambizioso Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio), Naomi Lapaglia (la nostra Margot) è il perfetto simbolo della plasticità e della corruzione “in rosa” negli anni ’80, nonché specchio e riflesso ideale del vivere malato di Belfort. Ma alla fine le peripezie del marito saranno troppe anche per lei: la scena in cui lo rifiuta con perfida malizia è rimasta più famosa di quella (con nudo integrale) in cui per la prima volta lo accoglieva.

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Barbie (Greta Gerwig, 2023)

Forse il ruolo definitivo e ideale per la “bionda sexy” dalle lunghe gambe e dal fisico mozzafiato. Interpretare l’icona stessa della bellezza femminile nell’esporne la reale essenza, le mancanze, i dubbi, la crescita e in definitiva la dimensione umana – tanto più che si parla di una bambola – era un’impresa che solo una attrice dedita al superamento degli stereotipi e delle aspettative sulla propria figura poteva compiere. La scelta di Greta Gerwig si è rivelata più che azzeccata – nonostante la deplorevole mancata candidatura agli Oscar.

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