“Don’t Worry Darling” è un film del 2022 tornato da poco alla ribalta grazie a Netflix. Diretto da Olivia Wilde e scritto da Katie Silberman, Carey Van Dyke e Shane Van Dyke, racconta la storia di Alice Chambers (Florence Pugh), una casalinga degli anni ’50 che vive in una comunità apparentemente idilliaca insieme al marito Jack (Harry Styles), il quale lavora per il misterioso Progetto Victory guidato da Frank (Chris Pine). È un film in cui non mancano i colpi di scena, ecco perché in questo articolo ci concentreremo sul suo finale.
Da chi o che cosa sono provocate le visioni di Alice in Don’t worry darling
Il grande colpo di scena del film avviene quando Alice scopre che Jack l’ha costretta a vivere in una realtà virtuale contro la sua volontà, privandola del controllo sulla propria vita. Alice uccide Jack e tenta di fuggire dalla simulazione creata dal Progetto Victory. Bunny (interpretata dalla stessa Olivia Wilde) aiuta Alice a fuggire, rivelando di sapere da tempo che il loro mondo non è reale. Durante la fuga di Alice, Shelley (Gemma Chan) accoltella Frank, arrabbiata per ciò che è successo e pronta a prendere il controllo della simulazione. Alla fine, Alice riesce a raggiungere il quartier generale e sembra tornare finalmente nel mondo reale, liberata dal Progetto Victory.
Il progetto Victory
Il film, uscito nelle sale nel 2022 e ora nella top 10 dei film più visti su Netflix, ha un finale a dir poco “aperto”: sebbene sembri che Alice sia riuscita a fuggire, ha visioni che si intensificano man mano che il film si avvia verso la conclusione. All’inizio, è perfettamente contenta della sua vita, ma il seme del dubbio viene piantato da Margaret (KiKi Layne), la prima a mettere in discussione la loro realtà. Le visioni di Alice diventano più difficili da ignorare, poiché la sua mente si apre alla consapevolezza dell’inganno subito.
Anche Bunny sapeva che c’era qualcosa che non andava nel Progetto Victory. A differenza di Alice, Bunny ha scelto volontariamente di far parte del progetto per ricostruirsi una vita con i figli che aveva perso nella realtà. Bunny manipola Alice, proprio come Jack e Frank, per mantenere lo status quo da cui trae vantaggio. Lo stesso vale per Shelley, che alla fine di Don’t worry darling accoltella Frank per prendere il controllo della simulazione. Shelley potrebbe essere stata la vera mente dietro il Progetto Victory o potrebbe essersi stancata del modo in cui Frank gestiva le cose.
Il vero significato del finale di Don’t worry darling
Nel finale di “Don’t Worry Darling” Alice raggiunge la sede centrale della simulazione e sembra svegliarsi nel mondo reale, ma il pubblico non la vede mai effettivamente aprire gli occhi nel letto. Una scena la mostra libera e felice, suggerendo che Jack sia davvero sparito. Tuttavia, è possibile che questa scena sia solo un ricordo di giorni migliori, lasciando aperta la possibilità che Alice sia rimasta bloccata in un limbo.
Il film affronta temi come il controllo patriarcale sulle donne e la percezione della felicità. Alice, alla fine, dimostra come si debba continuare a lottare per il diritto di controllare la propria vita. Anche Bunny e Shelley sostengono l’ineguaglianza sistemica perché ne traggono vantaggio, esplorando come le donne possano giocare un ruolo chiave nel mantenere le disuguaglianze.
Come finisce il film (e le differenze con la sceneggiatura originale)
Il Progetto Victory, creato da Frank, rappresenta una società patriarcale che assegna alle donne ruoli prestabiliti, con tutti i personaggi intrappolati in un mondo idealizzato in cui le donne non hanno diritti. Nel finale della sceneggiatura originale, Alice scopre un portale e si risveglia nel 2050, collegata a una simulazione. Jack aveva inscenato la sua morte per evitare il divorzio e l’aveva ingannata per portarla nella simulazione stessa. Alice riesce a superarlo in astuzia e, dopo uno scontro, si trova in un reparto psichiatrico, lasciando lo spettatore con un cliffhanger mentre cammina verso un altro portale.
Le modifiche al finale sono state apportate da Olivia Wilde e Katie Silberman, che hanno aggiunto il personaggio di Frank e rinominato Alt-Life in Progetto Victory, dando al racconto un punto di vista più centrato sulle donne e modificando il finale originale della pellicola.