La genialità di Mel Brooks ha re-inventato il cinema comico, andando oltre ogni limite con parodie senza tempo e sketch indimenticabili. Senza di lui oggi la comicità, e non solo quella cinematografica, non sarebbe più la stessa
Mel Brooks: un genio comico, se mai ce n’è stato uno
Mel Brooks: due parole, un nome e un cognome, che evocano un intero universo. Il geniale regista, autore, attore e produttore americano può essere noto sotto vari profili: geniale maschera parodistica, acuto commentatore satirico, saltimbanco (in senso buono) e intrattenitore nato, spirito artistico inarrestabile.
Fin dagli inizi in televisione dopo la guerra e poi negli sketch storici con Carl Rainer, arrivando al successo negli anni ’70 come regista tra i più apprezzati e imprevedibili della nuova Hollywood, nonché rappresentante di quella certa comicità ebraica della nuova scuola, vista anche nelle opere coeve di Woody Allen e Jerry Lewis, Brooks si è presto fatto notare per la sua creatività e la sua immaginazione senza confini.
Parodie, citazioni, prese in giro, satire e finzioni
Le sue opere più celebri rimangono le numerose parodie, spesso dedicate a generi specifici come l’horror gotico (Frankenstein Junior), la fantascienza (Balle Spaziali), il western (Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco), i film thriller di Alfred Hitchcock (Alta Tensione), i film di ricostruzione storica (La Pazza Storia del Mondo) e quelli di cappa e spada (Robin Hood – Un Uomo in Calzamaglia).
Queste parodie prendono spesso di mira i cliché dei diversi generi, sovvertendoli e ribaltandoli con citazioni, riferimenti e prese in giro che vanno dal colto al demenziale puro anche nello stesso film, sorprendendo lo spettatore con idee comiche che sfruttano tutti i linguaggi, dallo slapstick all’assurdo e al surreale, dai giochi di parole alla rottura della quarta parete e alle frecciatine auto-referenziali.
Film folli, un cast di fedelissimi e finali imprevedibili
Brooks compare spesso nei suoi film, a volte come protagonista, altre in ruoli minori, ma sempre orchestratore di mondi comici senza regole, in cui può succedere di tutto e nei quali la comicità fa da specchio alle intemperanze della rivoluzione della controcultura che filtra tra le maglie di Hollywood (anche se Brooks è assolutamente Newyorchese, ricordiamolo).
Mondi affastellati di personaggi improbabili con interpreti fedeli e ricorrenti come Gene Wilder, Marty Feldman, Madeline Kahn, Dom DeLuise e Cloris Leachman. Specialmente negli anni ’70, i film del regista erano sinonimo di follia e arrivavano a scardinare le convenzioni stesse del cinema: come nel finale di Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco, nel quale i personaggi finiscono addirittura con l’uscire dal film.
Gli esperimenti, i capolavori e i film da ricordare
Nell’opera di Brooks ci sono lavori molto sottovalutati come Il Mistero delle Dodici Sedie (1970) o l’esperimento de L’Ultima Follia di Mel Brooks, un film muto ma presentato in sala nel 1976 (!) e con Paul Newman. Non va dimenticata naturalmente l’ultima memorabile opera, Dracula Morto e Contento, con un certo Leslie Nielsen.
Ma i due film forse più noti e conosciuti rimangono forse anche i due grandi capolavori: Frankenstein Junior, una parodia geniale della famosa favola gotica della quale si potrebbe non smettere mai di parlare, e Balle Spaziali, un misto di prese in giro di Star Wars, Star Trek, Alien e universi simili con giochi meta-narrativi e scene diventate cult, senza scordare la bravura dell’amato Rick Moranis.
Rileggere Mel Brooks oggi: sappiamo ancora far ridere?
Quel che faceva Mel Brooks appartiene a un’altra era, poco da girarci intorno, e per quanto la sua influenza venga riconosciuta da comici moderni come Jerry Seinfeld o Larry David, oggi chi ha bisogno di fare comicità necessità di essere molto più sottile. Vanno il cringe, il politically uncorrect, e naturalmente sesso e volgarità quando si finisce il repertorio.
In altre parole, in un film moderno nessuno riderebbe perché lord Casco Nero non riesce a respirare dentro il suo enorme casco; eppure, la scena rivista nel film del 1987 fa ridere ancora, è una trovata senza tempo. La domanda da porsi, rivedendo i film di Mel Brooks, è: sappiamo ancora ridere, e far ridere? Non sarà mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo da un grande vecchio come lui.