I Flintstones: il film cult con John Goodman e Rick Moranis è una gemma ancora oggi

Flintstones
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Forse uno dei migliori adattamenti in live-action di un cartone animato che si siano mai visti, e non stiamo esagerando: i Flintstones rimane un film cult, e per una marea di bellissime ragioni

I Flintstones in live-action

Una sfida portare i Flintstones, in Italia noti anche come “Gli Antenati”, su grande schermo e in live-action? Forse si, ma resa molto più facile da un cast azzeccato, dall’utilizzo di effetti pratici e comici, da una buona trama e da certe sottili riflessioni sull’etica lavorativa, il tutto in un film coloratissimo, autenticamente divertente e con scene più che memorabili.

Oggi può essere visto come “trash” e forse lo è, ma se lo è si tratta certamente di quel trash ingenuo e non pomposo, che lo è non perché cerca di fare troppo ma al limite perché cerca di fare troppo poco. Eppure, dopo tre decadi fa impressione a pensare come il film, diretto da Brian Levant, abbia davvero azzeccato tutti i numeri giusti.

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Un film credibile e divertente

Innanzitutto, il cast (impressionante): John Goodman, perfetto Fred Flintstone; Rick Moranis, amatissimo, Burney Rubble indimenticabile; e poi Kyle MacLachlan, Halle Berry, Rosie O’Donnell e Liz Taylor nel suo ultimo ruolo. Tutti ottimi interpreti per una trama ben scritta, coinvolgente e acuta.

Gli effetti, semplici e credibili, animano Dino e i vari altri meccanismi dell’età della pietra con dinosauri e mostriciattoli vari, che sono fatti abbastanza bene da convincere gli adulti ma soprattutto sono molto divertenti per i bambini. E le scenografie, finte quanto basta ma adatte a una riproposizione degli scenari dei cartoni di Hanna e Barbera per nulla malriuscita.

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Fred Flintstone si evolve

La trama: l’ingenuo e prepotente Fred viene coinvolto Rocco Detritis (Cliff Vandercave, MacLachlan), vice-presidente della Slate & Co., in delle operazioni illegali che alla fine saranno imputate a lui come unico capro espiatorio. Il piano va quasi a buon fine ma Fred, con l’aiuto degli amici (specialmente Barney) riesce infine a trovare l’umiltà per ammettere di aver sbagliato, e per fare la cosa giusta.

Molto della storia si basa sulla crescita di Fred e sul superamento dei limiti imposti dal suo carattere rissoso e arrogante. Si trova al punto di dover decidere che cosa è più importante per lui, il suo orgoglio o i suoi amici e la sua famiglia, arrivando alla famosa scena in cui seppur malvolentieri urla: “Mi scuso!”

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Un film riuscito ancora dopo 30 anni

Naturalmente le cose non cambiano davvero più di tanto e va bene così, perché Fred è in fondo amabile così com’è, con tutti i suoi difetti. Ma la storia rimane autenticamente coinvolgente e spassosa, accompagnandosi a una serie di altri elementi riusciti come il cameo della band new wave B-52s, che per l’occasione coverizza anche la storica sigla del cartone animato.

Insomma, questo film de I Flintstones può non essere invecchiato benissimo ma rimane uno splendido esempio di come fare un adattamento rispettando il materiale originale e recuperandone lo spirito con grande sagacia, con un occhio al pubblico degli adulti e un altro a quello dei più piccoli. A proposito: se avete bambini, un bel re-watch di questa gemma è sempre consigliato!

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