Lo Squalo: le differenze tra film di Spielberg e il romanzo

Lo Squalo di Steven Spielberg è il film che ha sancito la fama del regista a livello mondiale. Vi raccontiamo le differenze tra il film e il romanzo.

Lo squalo
Jaws, 1975
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Lo Squalo è un film del 1975 diretto da Steven Spielberg, allora ventottenne, e rappresenta la nascita del fenomeno cinematografico dei blockbuster. Infatti, il film fu anticipato da un importante campagna mediatica e pubblicitaria, cosa che accrebbe l’aspettativa del pubblico fino alla sua distribuzione nelle sale, sfociato in un enorme successo di pubblico. Fu lo stesso Spielberg a rimanere sorpreso da così tanto interesse per il suo film, con code fuori dai cinema che si estendevano per isolati interi.

Un fenomeno e un’ammirazione che continua ancora oggi, essendo Lo Squalo ancora vivo nella memoria del pubblico. Nonostante il trascorrere del tempo, rimane un film iconico e affascinante, grazie alla bellissima colonna sonora di John Williams (coronata da un Premio Oscar) e ai grandi momenti di pathos che solo il grande Steven sa regalare. Come accadde anni dopo per Jurassic Park, il regista compì la geniale mossa di acquistare i diritti del romanzo omonimo di Peter Benchley, scrittore e sceneggiatore statunitense, che nel 1974 aveva appunto pubblicato il romanzo dal titolo “Lo Squalo”. Il romanziere scrisse, inoltre, la bozza della sceneggiatura del film.

Un lavoro di squadra fu decisivo per la riuscita di questo meraviglioso film ma che non proseguì con i sequel successivi de Lo Squalo, che camparono di rendita grazie al primo film. Nonostante Spielberg e Benchley abbiano lavorato gomito a gomito, film e romanzo presentano poche, ma significative, differenze. Scopriamo insieme quali. Buona lettura!

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Lo Squalo: trama

Gli abitanti dell’isola di Amity, nel New England, fremono per l’arrivo dell’agognata stagione estiva, fonte di guadagno e sostentamento per l’intera comunità. Ma l’entusiasmo per l’arrivo dei turisti viene minacciato da eventi terribili e spaventosi. Un gigantesco squalo sembra aggirarsi nelle acque intorno all’isola, trucidando e inghiottendo ignari bagnanti.

Il capo della polizia Martin Brody (Roy Scheider) e il biologo marino Matt Hooper (Richard Dreyfuss) tentano con ogni mezzo in loro possesso di convincere il sindaco della città a chiudere le spiagge per evitare una possibile carneficina. In seguito al rifiuto del Primo Cittadino si consuma la tragedia, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Martin e Matt decidono di ingaggiare Quint (Robert Shaw), un cacciatore di squali professionista, per stanare la bestia e darle la caccia. Comincia, così, la lotta tra l’uomo e la forza della natura.

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Lo Squalo: l’arte di sapersi arrangiare

Il film Lo Squalo andò incontro a enormi problemi e ritardi nella produzione, dovuti allo sforamento del budget e delle tempistiche inizialmente previste. È storia nota quella di come gli squali meccanici creati dal team di effetti speciali non fossero funzionali alle riprese del film; o di come girare in mare aperto per ore e ore fosse difficoltoso e incredibilmente sfinente.

Essendo un film di azione e avventura, non potevano mancare le parti di suspense e terrore profondo. Ed ecco qui che entrò in gioco il genio di Steven Spielberg: ridurre al minimo le comparsate dello squalo in maniera “visibile”, e optare per un orrore e una paura indotta, grazie alla colonna sonora e a semplici riprese subacquee o movimenti della superficie dell’acqua. La presenza dello squalo doveva essere solo intuibile, non per forza palese di fronte agli occhi dei protagonisti.

Spielberg, come spesso ci ha abituato, andò a scavare a fondo nelle paure dell’animo umano per giungere a questo escamotage. Quello che terrorizza di più è quello che non vedi, che percepisci a mala pena. La talassofobia palpabile anche sulle poltrone di un cinema o sul divano di casa. L’ignoto e la forza del mare, con il pericolo che viene dal basso, proprio come gli attacchi degli squali. Forse è proprio questa la grandezza di questo film: stimolare immaginazione e emozioni con semplici mezzi, divenendo immortale.

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Lo Squalo: le differenze con il romanzo di Benchley

Il romanzo de Lo Squalo non è alla pari della fama del film, nonostante quest’ultimo debba molto della sua nascita al gemello cartaceo. Negli anni ’70 fu, comunque, un grande successo libraio. Le differenze tra le due versioni non sono molte, essendo presente anche nel film la mano dello scrittore, ma quelle poche che permangono sono interessanti, e danno una lettura e interpretazione completamente diverse all’intera opera.

La differenza più evidente è la sotto trama nella quale Matt Hooper e la moglie di Martin, Ellen Brody, si abbandonano ad un pomeriggio di passione carnale, nella segretezza di una camera di un motel. Hooper, nel film Lo Squalo, è un personaggio carismatico e affascinante, proiettato solo ed esclusivamente alla risoluzione del mistero della bestia che infesta le acque di Amity. Quando sveste i panni dello scienziato e si interfaccia con la forza bruta di Quint entra nel pallone, come tutti gli uomini di terra.

Perché se il film mette in contrasto la sicurezza della terraferma con l’incertezza e l’oscurità degli abissi, il romanzo esplora le dinamiche familiari e personali non solo dei protagonisti, ma dell’intera comunità dell’isola. Hooper è, nel romanzo Lo Squalo, arrogante e presuntuoso, innamorato di se stesso. Ben lontano dall’alter ego filmico, compagno e amico di Brody. Come per la legge del contrappasso, viene divorato dallo squalo durante la battaglia finale, ma senza che Brody venga mai a sapere della tresca con la moglie, nonostante intuisca qualcosa.

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Il romanzo offre la visione da diversi punti di vista della storia, mentre nel film vediamo tutto attraverso gli occhi di Martin. Il flusso di coscienza dei personaggi ci permette di invadere la loro quotidianità e le loro ansie giornaliere, nelle quali lo squalo è solo un’aggiunta a tutto il resto. Ellen, che nel film è lasciata ai margini, è un personaggio fondamentale e interessantissimo: una donna giovane, intrappolata in un matrimonio che la consuma e che desidera sentirsi ancora attraente. Una volta riassaporate certe sensazioni con Hooper, torna sui suoi passi, liberata da quel peso. I suoi pensieri sono un plus decisivo per tutto il romanzo.

Brody, dal canto suo, è un personaggio insicuro in entrambe le trasposizioni, ma nel romanzo intuiamo la sua vena alcolica e la poca sensibilità nei confronti della moglie e dei figli. Un uomo che sta cercando di ritrovarsi, ma a fatica. Nel film la sua insicurezza è rappresentata dalla paura dell’acqua e dal timore di perdere i suoi figli. Emblematica, in questo senso, la scena della spiaggia, dove la macchina da presa indugia sulle gambe del figlio, mentre viene trascinato dal mare alla battigia, illeso. In quel momento, il capo della polizia, ripercorre la scena della gamba mozzata di qualche minuto prima.

Nel romanzo è approfondita, inoltre, l’estrema necessità del sindaco dell’isola, Larry Vaughn, di mantenere aperta la stagione balneare. La zona sta attraversando una profonda crisi economica, i cittadini vivono di stenti e recuperano qualcosa solo durante l’estate. Un luogo ameno, cupo e permeato da un’aura di tristezza, evidente anche nel resto dei suoi abitanti. Messa in ginocchio dallo spopolamento e dalla concorrenza, l’isola ha come unica scelta quella di sopravvivere con qualsiasi mezzo, anche a scapito della loro stessa vita. Perché la lotta per sopravvivere, nel romanzo Lo Squalo, avviene sia sulla terra che in acqua.

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Infatti il sindaco Vaughn va incontro ad altri tipi di squali, indebitandosi con la mafia per suoi affari personali e finendo nel turbinio di conseguenze che hanno determinato la sua scelta. Il romanzo assume i connotati di un vero e proprio thriller, con dinamiche relazionali e scontri tra personaggi che scandiscono la narrazione, fino ad arrivare al suo culmine: la lotta con lo squalo. Nel film l’aspetto più evidente è il tentativo di lotta dell’essere umano contro l’imprevedibilità e la forza della natura, alternando il suo ruolo di cacciatore e preda in più parti della pellicola.

L’animale coincide per descrizioni e attitudini nelle due versioni, con il romanzo che ci offre, talvolta, anche il suo punto di vista, con pensieri e riflessioni della bestia stessa. Lo scontro è meno epico che nel film, dove non viene fanno esplodere, ma semplicemente abbattuto e fatto affondare. A essere meno sviluppata, questa volta nel romanzo, è senza dubbio la scena migliore e più affascinante del film: il monologo di Quint.

Riconosciuto come uno dei migliori monologhi della storia del cinema, il racconto del capitano dell’Orca è stato ampliato e reso in maniera sublime solo nel film mentre, nel romanzo, il racconto dei naufraghi dell’USS Indianapolis è trattato in maniera più sbrigativa e meno appassionante. Lo stesso personaggio di Quint è molto più caratterizzato e iconico nella versione di Spielberg, che aveva pensato a lui come un moderno capitano Achab, intenzionato ad abbattere la sua nemesi a tutti i costi, pagando anche con la vita dei suoi marinai.

Il Monologo di Quint dal film Lo Squalo / credits: youtube; Giovanni Del Ponte

È fuori discussione di come il film Lo Squalo, nonostante l’avvento di nuovi effetti speciali e migliori tecniche cinematografiche, rimanga un film immortale e un capolavoro assoluto della storia del cinema.

Lo Squalo: cast

Roy Scheider: Martin Brody
Robert Shaw: Quint
Richard Dreyfuss: Matt Hooper
Lorraine Gary: Ellen Brody
Murray Hamilton: Larry Vaughn
Carl Gottlieb: Ben Meadows
Jeffrey Kramer: Leonard Hendricks
Susan Backlinie: Christine Watkins

Lo Squalo: trailer

Trailer de Lo Squalo / credits: youtube; HOME CINEMA TRAILER

Conoscevate le differenze tra il film e il romanzo de Lo Squalo? Fatecelo sapere nei commenti!