Leopold e Loeb: l’omicidio di un 14enne come studio per il crimine perfetto

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Leopold e Loeb. Credits: Getty Images
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Nel 1924 due giovani studenti, Nathan Leopold e Richard Loeb, assassinarono un ragazzino di 14 anni con il solo intento di compiere un “esercizio intellettuale” e dimostrare di poterla fare franca. Vennero scoperti già il giorno dopo l’omicidio

Leopold e Loeb: i “geni” del crimine

Nathan Leopold, 19 anni, e Richard Loeb, 18 anni, divennero celebri esattamente 100 anni fa, nel 1924, per via dell’omicidio di un ragazzo 14enne, Bobby Franks. Direte: un delitto terribile, ma tale da rendere gli autori così famosi? No, perché a far parlare di loro non fu tanto l’omicidio quanto l’assurdo movente.

Andiamo con ordine. Ai tempi Leopold stava per entrare nella Harvard Law School e Loeb studiava alla University of Chicago Law School. Due giovanotti con una intelligenza al di sopra della media, o almeno tali si credevano. Dopo mesi di pianificazione decisero di compiere il “crimine perfetto” uccidendo il povero 14enne, che era un lontano cugino di Loeb, come puro “esercizio intellettuale”.

La filosofia del super-uomo

Nel compiere l’efferato gesto vennero ispirati dalla filosofia di Friedrich Nietzsche e dal concetto di Ãœbermensch, il famoso super-uomo, condizione alla quale ritenevano di poter assurgere attraverso l’omicidio e la conseguente impunità, convinti di essere in grado di non farsi scoprire mai. Questo li avrebbe resi a tutti gli effetti “esseri superiori”.

Concetti come questo possono sembrarci assurdi oggi, ma 100 anni fa teorie di questo genere non erano viste come così improbabili. Giusto l’anno successivo, nel 1925, un tale Adolf Hitler pubblicò il suo famoso Mein Kampf, che tra le sue allucinate teorie riportava parecchie convinzioni molto simili circa una razza umana superiore e l’imposizione di certi tipi di uomini su altri con azioni non troppo distanti.

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Leopold e Loeb dopo la sentenza. Credits: Getty Images

Il delitto e il castigo

Leopold e Loeb portarono a termine il loro delitto il 21 maggio 1924, a Chicago. Attirarono il 14enne Franks in una macchina e lo uccisero, per poi nascondere il corpo che, però, venne ritrovato già il giorno dopo. Fine dell’esperimento: le macchinazioni intellettuali per confondere gli inquirenti, come una falsa richiesta di riscatto lasciata dai due alla famiglia, si dimostrarono subito inutili.

Inoltre, senza accorgersene, Leopold fu tanto sbadato da lasciare un paio di occhiali dal peculiare design sulla scena del crimine, e vennero subito collegati a lui. Venne arrestato, confessò subito e fece il nome di Loeb. Ecco la conclusione ingloriosa del loro studio: ergastolo più 99 anni di prigione per entrambi. Loeb venne ucciso in carcere da un altro prigioniero nel 1936, mentre Leopold venne scarcerato nel 1958 e morì in relativo anonimato nel 1971.

Il crimine del secolo?

Il delitto dei due ragazzi fece enorme scalpore all’epoca e venne definito il “crimine del secolo”, accendendo un grande dibattito sui moventi dietro ai crimini, sulla possibilità di riabilitazione o la necessità di punizione di un atto del genere. L’avvenuto ha lasciato un’impronta profonda anche nella cultura popolare, ispirando per esempio il famoso film Rope di Alfred Hitchcok, del 1948.

In questo film con James Stewart, famoso anche per le lunghe sequenze di ripresa senza stacchi, due studenti decidono di uccidere un loro conoscente e nascondo il cadavere in un cassone che rimane in piena vista per tutto il tempo. La storia gioca molto sul desiderio paradossale, da parte dello spettatore, che i due non vengano scoperti: questo, sì, un esperimento davvero intelligente.

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Nodo Alla Gola (Rope) di Alfred Hitchcock, 1948

Fonte: BBC

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