Un dovuto approfondimento dedicato ad Helm Mandimartello
Seguiteci sempre anche su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp!
Dopo il nostro approfondimento su La Caccia a Gollum, continua la nostra ricerca nel canone Tolkieniano in vista dei nuovi film in arrivo. Dalle Paludi ci spostiamo alle Terre di Rohan, 183 anni prima della Guerra dell’Anello.
War of The Rohirrim uscirà nelle sale il 13 Dicembre di quest’anno. In questi giorni sono state rivelate la prime immagini dell’anime, che ci mostrano Helm con i suoi figli oltre il cattivo della serie Wulf. Ma chi sono questi personaggi?
In questo articolo ci addentreremo nelle appendici del Signore degli Anelli per rispondere a questa domanda.
Una delle caratteristiche che rendono il mondo creato da Tolkien così memorabile è l’incredibile mitologia che lo caratterizza: sullo sfondo dell’avventura narrata ci sono storie passate, battaglie epiche che non abbiamo mai visto, geste eroiche che non conosciamo, canzoni tramandate e nomi divenuti immortali che creano subito l’atmosfera di un mondo vero e vissuto.
Il nome “Helm” non può non essere familiare anche a chi ha solo visto i film, poiché è nel Fosso di Helm che si combatte la battaglia che chiude “Le Due Torri”. E’ possibile vedere, fermando al momento giusto, una sua statua, il che non può che farci apprezzare ancora di più l’attenzione ai dettagli della Trilogia.
Ma chi era Helm?
Fortunatamente, Tolkien ci viene in aiuto sul punto, raccontando la sua storia nella Appendice A, al capitolo “La casa di Eorl”.
Per farla breve, Helm è il re di Rohan che uccide i nemici a pugni. Da cui il soprannome, Mandimartello.
Ma se state continuando a leggere allora non siete qui per la versione breve.
Helm fu il nono re di Rohan della prima linea, vale a dire la linea dei discendenti diretti di Eorl, primo Re di Rohan.
Helm si trovò a regnare in un periodo tumultuoso. Quando, secoli prima, Cirion Sovrintendente di Gondor “donò” a Eorl le terre del Calenardhon (poi diventate Rohan) come ringraziamento per l’indispensabile aiuto ricevuto alla battaglia del Celebrant non tenne in conto della presenza dei Dunlandiani in quelle zone, che da allora videro i Rohirimm come invasori e usurpatori. Solo in alcune aree i popoli riuscirono a integrarsi.
L’astio dei dunlandiani fu duro a morire e questi ripeterono i loro attacchi nel corso dei secoli, approfittando dei momenti di debolezza di Rohan.
Quando Helm salì al trono la situazione era particolarmente tesa ed in stallo:al tempo di suo nonno, Re Déor, i Dunlandiani avevano occupato il Cerchio d’Isengard e creato insediamenti che i Rohirrim non potevano abbattere. Al contempo, però, i Dunlandiani non erano in grado di attaccare Rohan.
Helm invitò Freca, un ricco proprietario terriero che vantava di discendere dal Re Fréawine ma con sangue dunlandiano. Quest’ultimo si presentò con una notevole scorta armata e chiese la mano della figlia del Re per suo figlio Wulf. Helm, poco sportivamente, lo insultò dandogli del grasso, al che Freca lo insultò dandogli del vecchio.
In quanto Re, Helm decise di dedicarsi a concludere i lavori del Consiglio e rinviare la discussione all’aperto.Fu lì che Helm colpì Freca con un pugno che lo fece stramazzare al suolo, uccidendolo. Il Re proclamò Freca e tutti i suoi discendenti nemici di Rohan, costringendo Wulf a scappare nel Dunland.
Probabilmente è questo il momento in cui Helm diventa noto come Mandimartello.
Wulf, come immaginabile, non prese sportivamente la cosa e si ripresentò pochi anni dopo a capo di grossa armata attaccando da Est in un momento in cui Rohan era impegnata ad Ovest, travolgendo le forze di Rohan e conquistando Edoras, uccidendo il principe Haleth e costringendo Helm a rifugiarsi nella fortezza del Trombatorrione, mentre suo nipote Fréaláf, figlio della sorella Hild, prese rifugio a Dunclivo.
Come ci insegna Mel Brooks, potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere.
Nel caso di Rohan, nevicare.
Per cinque mesi.
Fu il cosiddetto Lungo Inverno, causa di innumerevoli tragedia.
Durante l’assedio, Hama, figlio del Re, disperato e contro il consiglio del padre, tentò una sortita, perdendosi nella neve con tutti i suoi uomini.
Da lì, Helm cambiò.
La fame lo rese smunto, la collera feroce. Iniziò a fare sortite nel campo nemico, da solo e disarmato suonando sempre il suo corno, provocando terrore nei nemici.
Un giorno, semplicemente, non tornò. Il freddo e la fame lo vinsero e fu trovato congelato nella nave, ancora in piedi.
Tuttavia, il suo corno si sentì suonare ancora e ancora. Si narra che i nemici morissero di paura al sentire suonare il suo corno da guerra, temendo la furia anche da spettro.
Fu suo nipote a spezzare l’assedio, liberando Rohan con l’aiuto di Gondor che nel frattempo si era liberata dai corsari.
Con Helm si estinse la prima linea dei discendenti di Eorl.
War of the Rohirrim ha il potenziale per portare sullo schermo una grande storia. Il ruolo della figlia di Helm può tranquillamente essere esteso all’interno della cornice del canone Tolkeniano, considerando anche che le donne della Casa di Eorl sono addestrate alle armi e al comando (Theoden aveva affidato ad Eowyn il compito di guidare Rohan prima di recarsi a Minas Tirith) per cui non ci sono ostacoli ad affidarle un ruolo più proattivo.
Helm stesso è lontano dall’incarnare un ideale eroico: è un buon re, ma non è un eroe. E’ collerico e potrebbe pensare due volte prima di prendere certe decisioni. Kenji Kamiyama, regista del film, ne è affascinato, vedendolo come una lezione sul bilanciare potere e responsabilità.
Insomma, le potenzialità per un’ottima storia ci sono tutte. Il coinvolgimento di Philippa Boyens nel ruolo di Produttrice e Peter Jackson come produttore esecutivo lasciano ben sperare.
Incrociamo le dita.