Andrew Niccol, 3 film per conoscere un regista sottovalutato

In occasione dei sessant'anni di Andrew Niccol, abbiamo fatto una lista di tre film per comprendere il pensiero del cineasta neozelandese.

credits: imdb.com
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Alla scoperta di Andrew Niccol!

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Da oltre vent’anni Andrew Niccol è uno dei più interessanti autori di fantascienza. Nato a Paraparaumu, in Nuova Zelanda, il 10 giugno 1964 a Paraparaumu, lascia la terra natia direzione Londra, ove continua gli studi e diventa regista di spot pubblicitari. Si trasferisce poi a Los Angeles dove cattura l’attenzione del produttore Scott Rudin per la sceneggiatura di The Truman Show.

Il film, diretto da Peter Weir, si rivelerà uno straordinario successo di critica e di pubblico e darà a Niccol la sua prima candidatura agli Oscar e al Golden Globe, coronando così un biennio d’oro inaugurato dall’uscita del suo esordio cinematografico: Gattaca- la porta dell’universo, considerato il suo lavoro più riuscito ed iconico. In The Truman Show come anche nelle sceneggiature dei film diretti da lui stesso, Niccol sfrutta il genere, in particolare quello della fantascienza, per effettuare analisi socio/politiche della società contemporanea.

Per questo abbiamo selezionato tre film poco reclamizzati ma importanti per svolgere una corretta analisi del cinema dell’autore neozelandese.

ATTENZIONE: Non è una classifica e si seguirà l’ordine cronologico

 S1m0ne (2002)

S1m0ne

Dopo la sceneggiatura di The Truman Show, Niccol si cimenta in un progetto che rappresenta la sua immagine speculare. L’opera ha come protagonista il regista Viktor Taransky (Al Pacino) un regista-produttore caduto in disgrazia e la cui risalita di carriera è in pericolo a causa dei continui capricci di Nicole Anders (Winona Ryder), star del suo film.

Costretto ad agire in fretta a causa della rottura professionale con Nicole, Viktor decide di sfruttare il programma di Hank Alano (Elias Kosteas), genio informatico malato terminale, per creare un’attrice digitale per sostituire la star. Nasce così S1m0ne (Rachel Roberts).

Tale creazione, che però tutti credono una donna in carne ed ossa, avrà un successo planetario e da quel momento il fulcro della vita professionale di Viktor sarà il mantenimento del segreto sulla provenienza di S1m0ne e della sua popolarità che comincia ad diventare troppo ingombrante.

Attraverso la figura di Viktor, Niccol effettua amare riflessioni sulla menzogna, diventata ormai un pilastro per la costruzione di un’immagine pubblica e di come l’immagine cinematografica sia diventata il vettore ideale per la sua diffusione globale, sul potere e la capacità dei mass media di creare un fenomeno di massa ed a rendere l’irreale reale. Il tutto è possibile grazie anche all’incapacità della massa non solo di distinguere il vero dal falso e, soprattutto, che non interessa farlo.

Altrettanto centrale è l’interpretazione di Al Pacino, perfetta nel delineare l’idealismo sincero che Viktor ripone nell’arte cinematografica, ma anche tutte le sue debolezze, il bisogno, probabilmente comune a tutto il genere umano, di essere idolatrato dal mondo e anche la sua disperazione nel vedere la propria creazione prendere il sopravvento.

La regia di Niccol è di polso, priva di manierismi e virtuosismi inutili, ma la vera particolarità è la sceneggiatura: per gran parte del film, lo script segue le tematiche di The Truman Show, per poi discostarsene in modo netto, creando un vero e proprio opposto, con un finale assai amaro e tutt’altro che conciliante e liberatorio verso Viktor e la sua famiglia.

Un vero e proprio gioiello che merita di essere riscoperto.

Lord of War (2005)

Lord of War

Tre anni dopo S1m0ne, Niccol torna alla regia e mette in scena uno dei suoi lavori più sentiti e, probabilmente, più sottovalutati: Lord of War. La storia ha come epicentro l’ascesa al potere del trafficante d’armi Yuri Orlov (Nicolas Cage) e del continuo duello a distanza contro l’agente dell’Interpol Jack Valentine (Ethan Hawke), i suoi rivali in affari e persino alcuni dei suoi clienti. Ma poi dovrà fronteggiare il nemico più implacabile: la propria coscienza.

Niccol abbandona la fantascienza per mettere in scena la nascita del nuovo capitalismo bellico, avvenuto subito dopo la caduta dell’Unione Sovietica, e che ha caratterizzato gli spargimenti di sangue africani di fine millennio. Ma il film non rimane confinato nel passato, ma abbraccia il presente, creando un ritratto socio-politico spietato del mondo, sempre più strangolato da dinamiche di potere e dall’avidità.

Attraverso gli eventi che portano all’ascesa di Orlov nel proprio “lavoro”, Niccol denuncia quelli che sono i veri responsabili della proliferazione delle guerre- i Capi di Stato e l’indifferenza delle Nazioni Unite- in tutto il mondo e constata, con rassegnazione e profonda amarezza, l’impossibile separazione del bene dal male.

Nicolas Cage, qui in una delle migliori performance della carriera, si dimostra perfetto nell’incarnare in modo tagliente l’edonismo e l’avidità dell’uomo ma lascia il segno soprattutto nei momenti sancenti la sconfitta di Orlov, il quale è un male necessario di uno status quo ripugnante ma che deve andare avanti perchè funziona. Anche se nessuno vorrebbe in questo modo, ma alla fine, come denuncia Niccol, che cos’è il mondo se non una terra solcata da sangue e bossoli?

Un grande film, ingiustamente bersagliato da svariate critiche superficiali e miopi, di cui non vediamo l’ora che esca anche il sequel (QUI per l’approfondimento).

Anon(2018)

Anon

In ultimo, ma non meno importante, si passa ad Anon, l’ultimo film di Andrew Niccol. Ambientato in un prossimo futuro ove non c’è privacy, i nostri ricordi privati vengono registrati e il crimine quasi cessa di esistere, ha come protagonista Sal Frieland (Clive Owen) un detective dal passato doloroso.

Durante le indagini su una serie di delitti misteriosi, si imbatte in una giovane donna senza nome (Amanda Seyfried), priva di identità, storia e documenti. Diventata la prima sospettata, Sal deve trovarla prima di diventare lui stesso la prossima vittima.

In questo film targato Netflix, Niccol delinea un futuro distopico che, in realtà, ha svariate affinità con la nostra contemporaneità sempre più liquida e digitale. Lo sono perfino i ricordi e le informazioni visive che l’occhio registra, legge e cataloga per poterlo revisionare, annullando di fatto la possibilità dell’errore di sistema e di insubordinazione al potere.

Ed in un mondo dove è possibile correggere tutto, ecco che Niccol inserisce un glitch analogico, avente la forma di una femme fatale, il quale con la sola semplice esistenza, è in grado di scuotere le fondamenta stesse di un sistema incapace di controllare ciò che non vede. Ma ciò che colpisce è la capacità dell’autore neozelandese di sfruttare il genere per poter effettuare una sorta di paragone con la società odierna, incapace di accettare la volontà di essere anonimi e di non far vedere all’altro chi sia.

Il resto lo fanno le ottime interpretazioni di un Clive Owen, perfettamente centrato nel ruolo di detective hard-boiled, e di Amanda Seyfried nel ruolo di una credibile e futurista femme fatale. La pecca si può trovare in qualche imprecisione di scrittura nella sceneggiatura per quanto riguarda lo svolgimento dell’indagine e della sua svolta, ma la regia di Niccol riesce in maniera ottimale a mostrare tutte le storture di un sistema all’apparenza perfetto .

Ottima anche la scelta di colori, in particolare il grigio, ed di alcune tecniche di ripresa(l’uso delle soggettive nelle scene degli omicidi). Un buon film che ha l’intelligenza di prendere ispirazione- e non solo- dai classici del passato( Blade Runner, Strange Days, Minority Report) per delineare l’odierna realtà attraverso la distopia, mostrando come in realtà ci sia una pluralità di mondi in comune.

Speriamo che la lista vi sia piaciuta e che fateci sapere nei commenti se recupererete questi film o la vostra valutazione se li avete già visti.