Morgan, artista poliedrico oggi più che mai attivo su diversi fronti (ha pubblicato un libro di poesie, è stato protagonista assoluto nell’X-Factor -per tutto il resto fallimentare- del 2023, ha divorato il palco del 1 maggio con il suo inedito Rutti, immediato cult) non è nuovo ad esternazioni insolite, spesso coraggiose, sempre interessanti e piene di spunti.
Solo qualche settimana fa, Morgan aveva colto l’occasione della notizia del nuovo album di Ultimo (dal titolo Altrove e con una tracklist fatta di titoli presi da altre canzoni) per sottolineare quanto oggi la maggiorparte dei cantanti siano in pienissima crisi creativa. Quella di oggi però potrebbe essere qualcosa di diverso, un punto e a capo, un vero momento di svolta e trasformazione per un artista che ha dato tantissimo alla cultura musicale moderna: ma soprattutto un uomo di cultura che non ha mai smesso di battersi per il bello, per elevare il discorso artistico (televisivo e musicale toutcourt) su piani altri, per spronare il pubblico a svegliarsi dal torpore nel quale sembra essere caduto anche a causa di un’offerta mainstream imposta dall’alto che uniforma il gusto e appiattisce il pensiero.
Morgan: oggi chiudo un’epoca
E allora, le sue parole di oggi suonano non solo dure, ma anche disperate. Perché Morgan ha detto questo:
“Chiudo un’epoca, quella della musica di qualità, della musica intelligente e innovativa, originale e ambiziosa, curata, pura. Ho deciso che abbandono quell’idea di musica e mi butto nella musica facile orecchiabile senza velleità di invenzione e di ricerca, la musica che fanno tutti.
Ero rimasto l’ultimo illuso a credere che potesse esistere ancora la musica meravigliosa, ma ho perso tempo, spero di essere ancora in tempo per dare un senso alla mia esistenza perché il rischio è che nemmeno potessi fare più il musicista. Siccome la musica è la mia vita ho deciso di farla ancora, ma di adeguarmi alla media, di non lottare più con i mulini a vento. Facendo così proteggo anche tutto quello che ho già fatto e che da oggi fa parte del mio passato che non tornerà.
La canzone “Rutti” parla chiaro, anche io da ora farò dei rutti e non dei capolavori che non ascolta nessuno. Lascio un’ultima canzone ambiziosa come la mia opera finale, mi sono dedicato al suo arrangiamento per oltre tre anni di lavoro quotidiano e il risultato è ovviamente speciale, la canzone parla della fine del musicista che l’ha scritta, cioè io. Si chiama Ecco vedi, Eco senti.
Ecco Vedi, Eco senti è un’inedito che forse uscirà a giorni, forse non uscirà mai, sicuramente è una composizione preziosa resa ancora più importante da quanto dice oggi il suo autore:
“Mi sono completamente arreso anche perché Morgan è morto, mica era invincibile, ma semplicemente un musicista particolarmente originale, che è stato massacrato da un esagerato accanimento ingiustificato.
Ho chiesto mille volte di intervenire, ho scritto fiumi di denunce di ragionamenti di appelli di analisi, ho fatto centinaia di tentativi di coinvolgere la società, ho cercato disperatamente di sensibilizzare, l’ho fatto attraverso libri, discorsi, performance, musica, proclami, gesti dirompenti, per richiamare questa nazione al senso artistico ma nulla di fatto. Qui si dorme.“
Spesso Morgan si è fatto portavoce di un malessere diffuso nel sostrato artistico, fatto da nuove leve che faticano ad emergere e a farsi conoscere in un mercato discografico asfittico; ma anche di voci originali che provano spesso ad innovare, così come ha fatto Morgan stesso con, ad esempio, la sua vecchia proposta di rivalutare e ripopolare Villa Verdi quando era in gravi disagi e addirittura in forse la sua stessa sopravvivenza, proposta rimasta purtroppo lettera morta. Rincara la dose:
“Quindi siccome sono l’unico stronzo che parla e che sostiene certe cose ma tutti gli altri sono vili o menefreghisti, per chi faccio tutto questo?
Per un popolo a cui non frega nulla o non capisce?
Per un ambiente musicale che non solo non raccoglie ma proprio teme ed emargina? Non sono un coglione.“
Non è dato sapere in cosa si concreterà questa presa di posizione dura ma, a ben vedere, necessaria.
E’ sicuro che Morgan non riuscirà, neanche volendo, ad essere banale ad appiattirsi al gusto comune, a mescolarsi con gli altri: il suo estro creativo, la sua vena geniale sono fin troppo effervescenti e irrefrenabili per essere messe a tacere con la semplice volontà.
Ricordando anche che sono mesi che si attende il nuovo lavoro in studio del grande musicista brianzolo (in collaborazione con il filosofo Panella, un concept album dal titolo E quindi, Insomma, Ossia…, anticipato dal singolo Si, Certo ‘Amore), la curiosità sale ancora di più, per capire -o meglio ascoltare- cosa proporrà un artista così enorme e vertiginoso nel momento in cui proverà a cimentarsi, come dice lui stesso, nella “musica orecchiabile e senza ricerca“: perché se il risultato è come la potentissima Rutti, vero e proprio manifesti culturale postmoderno, un’avvelenata dei nostri giorni, ci sarà da che essere felici.
Morgan e’ morto.
Viva Morgan
Rutti: il testo del nuovo singolo di Morgan
Di seguito, ecco il testo del brano Rutti (parole e musiche di Marco Castoldi):
Si chiama ordine, discernimento Quel che nessuno fa in questo momento Si chiama arte, parola stanca Detta da tutti, ma che a tutti manca Si chiama musica, cosa magnifica Che qui confondono con la classifica E non si accorgono, quasi del tutto Anzi, diciamo proprio di brutto Che il gergo è il campo di nobili costrutti Ma qui si esagera, pubblicando i rutti
Si chiama mobbing, sputtanamento Quel che succede a tutti in questo momento Si chiama abuso, ed è violento Quando lavori e ti son tutti contro Si chiama merito, parola ipocrita Se a prevalere qui è la mediocrità Fanno cultura solo per mettersi in posa Ma quella vera è pericolosa Loro farebbero col diavolo dei patti Pеr riuscire a fare i soldi con i rutti
Si chiama ordine, discеrnimento Quel che nessuno fa in questo momento Si chiama arte, parola stanca Detta da tutti, ma che a tutti manca Si chiama musica, cosa magnifica Che qui confondono con la classifica E non si accorgono, quasi del tutto Anzi, diciamo proprio di brutto Che il gergo è il campo di nobili costrutti Ma qui si esagera, pubblicando i rutti
Si chiama antitesi, ribaltamento Quel che succede qui in questo momento Se penso all’arte, ne ho abbastanza Mi ha rotto il cazzo pure “Il cielo in una stanza” Se questa musica per voi è magnifica Per me è più bella se va in classifica Tanto qui chi vuoi che se ne accorga Se sono Mozart o solamente Morgan Non mi diverto più ad andare contro tutti Signore e signori, ecco a voi i miei rutti
Oh-oh-oh-oh Oh-oh-oh-oh Oh-oh-oh-oh Oh-oh-oh-oh
Si chiama ordine, discernimento Quel che nessuno fa in questo momento Si chiama arte, parola stanca Detta da tutti, ma che a tutti manca Si chiama musica, cosa magnifica Che qui confondono con la classifica E non si accorgono, quasi del tutto Anzi, diciamo proprio di brutto Che il gergo è il campo di nobili costrutti Ma qui si esagera, pubblicando i rutti
Si chiama mobbing, sputtanamento Quel che succede a tutti in questo momento Si chiama abuso, ed è violento Quando lavori e ti son tutti contro Si chiama merito, parola ipocrita Se a prevalere qui è la mediocrità Fanno cultura solo per mettersi in posa Ma quella vera è pericolosa Loro farebbero col diavolo dei patti Pеr riuscire a fare i soldi con i rutti
Oh-oh-oh-oh Oh-oh-oh-oh Oh-oh-oh-oh Oh-oh-oh-oh
Si chiama ordine, discеrnimento Quel che nessuno fa in questo momento Si chiama arte, parola stanca Detta da tutti, ma che a tutti manca Si chiama musica, cosa magnifica Che qui confondono con la classifica E non si accorgono, quasi del tutto Anzi, diciamo proprio di brutto Che il gergo è il campo di nobili costrutti Ma qui si esagera, pubblicando i rutti
Si chiama antitesi, ribaltamento Quel che succede qui in questo momento Se penso all’arte, ne ho abbastanza Mi ha rotto il cazzo pure “Il cielo in una stanza” Se questa musica per voi è magnifica Per me è più bella se va in classifica Tanto qui chi vuoi che se ne accorga Se sono Mozart o solamente Morgan Non mi diverto più ad andare contro tutti Signore e signori, ecco a voi i miei rutti