Parla Tom Hanks
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In Philadelphia, capolavoro del 1993 di Jonathan Demme, Tom Hanks interpreta Andrew Beckett, un giovane avvocato che è stato infettato dall’AIDS e subisce discriminazioni dai suoi coetanei per la sua omosessualità. Sebbene quella performance valse all’attore il suo primo Premio Oscar, oggi non accetterebbe più un ruolo simile. Parlando infatti nel 2022 col New York Times ha spiegato che nel mondo attuale rifiuterebbe il ruolo di un uomo gay.
Chiediamoci: “Un uomo etero potrebbe fare quello che ho fatto io in Philapdelphia oggi?” No, ed è giusto che sia così. Il punto centrale del film era non aver paura. Uno dei motivi per cui la gente non aveva paura di quel film è che interpretavo un uomo gay. Ora siamo andati oltre e non credo che la gente accetterebbe l’inautenticità di un attore etero che interpreta un uomo gay. Non è un crimine chiedere a un film di essere più autentico. Sembra che sto facendo una predica? Non era mia intenzione.
Questa esposta da Tom Hanks è una delle questioni più spinone dell’attuale panorama cinematografico. Tuttavia la tesi portata avanti dall’attore non è sintonia con quella di molti suoi colleghi omosessuali. Andrew Scott ad esempio, che ha fatto coming out nel 2013, si è recentemente detto contrario al rendere impossibile per gli attori etero interpretare personaggi gay e viceversa.
Per quanto ritenga importante la rappresentazione, lo è anche la trasformazione. Non mi piace l’idea di essere scelto per qualcosa legato esclusivamente alla mia sessualità: non stai solo interpretando il ruolo di ‘gay’, stai interpretando tutte le sfaccettature del personaggio. Non voglio un regime totalitario: dobbiamo considerare ogni singola storia che raccontiamo e cosa è giusto per questa
Che ne pensate?