Parliamo di Tom Bombadil
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“Il vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro,
ha gli stivali gialli e una giacca blu cielo”.
Dopo l'annuncio di Amazon, ecco il nostro approfondimento su Tom Bombadil, il personaggio più misterioso del canone Tolkieniano
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“Il vecchio Tom Bombadil è un tipo allegro,
ha gli stivali gialli e una giacca blu cielo”.
Tom Bombadil è, ad oggi, forse il mistero più grande legato all’epica Tolkeniana, perché lo stesso autore ha intenzionalmente evitato di dare dettagli sulla sua natura e, anzi, possiamo ipotizzare che mantenere qualcosa di non detto, di sconosciuto, fosse proprio il punto del personaggio.
Il personaggio di Tom Bombadil precede la stesura de “Il Signore degli Anelli”, e debutta su Oxford Magazine nel 1934 nella poesia “Le avventure di Tom Bombadil”. Pochi anni dopo apparirà in tre capitoli de “La Compagnia dell’Anello” e la poesia entrerà nel legendarium nella raccolta “Le avventure di Tom Bombadil e altri versi dal Libro Rosso”, presentato come se tale poesia fosse stata creata dallo stesso Samwise Gamgee.
Quello che sappiamo di lui è che è vecchio e potente. Molto vecchio. E quando qualcuno è vecchio per gli standard degli elfi c’è da prestare attenzione.
Gli elfi lo chiamano Iarwain Ben-Adar (il più anziano e senza padre), gli uomini del Nord Orald (molto antico), i nani Forn (che non ha una diretta traduzione, ma che probabilmente viene dalla lingua norrena, dove significa “che appartiene all’antichità”).
Tom era lì prima degli elfi, ricorda la prima goccia di pioggia e la prima ghianda, ricorda il cielo prima delle stelle. Insomma, Tom c’è sempre stato e, probabilmente, sempre sarà. Sulla natura di Tom Bombadil ci sono solo speculazione, perché si tratta di un intenzionale mistero senza risposta. Prendete 10 studiosi di Tolkien ed avrete 12 idee sulla natura di Bombadil, nessuna delle quali vera o falsa.
Particolarità di questo personaggio è che non appare nelle produzioni principali de “Il Signore degli Anelli”. Né Bakshi, né la BBC (drammatizzazione radiofonica del 1981) né Peter Jackson hanno ritenuto fosse saggio inserirlo. Non che sia rimasto senza interpretazioni artistiche: compare infatti in alcuni videogiochi e nel gioco di carte collezionabile, e la Games Workshop ha prodotto una miniatura per il suo gioco di battaglie.
Il perché questo personaggio non compaia lì dove la narrazione ha bisogno di maggior coerenza è presto detto e facilmente condivisibile. Francamente, chi insiste nel dire che non inserire Bombadil nella trilogia sia stata una mancata occasione ha una scarsa comprensione del medium e del personaggio.
Tom Bombadil è un personaggio che, pur avendo una funzione in un libro, è difficile da prendere sul serio in contesto diverso. Si tratta infatti di un essere giocondo che veste di colori accesi (Tolkien fu ispirato da un pupazzo che aveva da piccolo), che parla spesso in metrica quando non canta direttamente (cosa che fa spesso) ed è in grado di esorcizzare gli spettri dei tumuli cantando. Di fare qualunque cosa, forse, cantando.
Quello che il libro ci dice di lui lo troviamo nelle parole di Baccadoro: lui è. Tom is the Master.
Ma non domina né controlla, perché per lui sarebbe un peso. Corre in giro e raccoglie fiori che regala a Baccadoro (Goldberry) la figlia del fiume.
Ah, e l’anello non ha effetto su di lui. Dove perfino Gandalf evita anche solo di prenderlo per non cadere in tentazione, Tom lo indossa tranquillamente ed è in grado di vedere chi lo indossa. Secondo Gandalf, non si tratta tanto di Bombadil che esercita il suo potere sull’Anello, quanto più del fatto che Tom è padrone di sé stesso, non influenzabile da eventi esterni.
E tuttavia, nonostante Tom protegga gli hobbit e li aiuti a raggiungere Brea, definirlo un alleato delle forze del bene è esagerato. Tom vigila sui confini della sua terra, che si estende dalla terra di Buck fino ai confini di Brea, ma tutto quello che è fuori gli interessa poco.
È del tutto esterno alla guerra dell’anello, allo scontro tra bene e male.
Secondo Gandalf, accetterebbe l’Anello per custodirlo solo se supplicato da tutti i popoli della terra, e anche lì, dopo un po’ se ne dimenticherebbe e sarebbe “un custode dei più pericolosi.”
Tom ha visto “il male” e non ha mosso un dito. Ha visto il più grande servo di Sauron distruggere il regno di Arnor e infiltrare spiriti malvagi nei tumuli e non si è preoccupato. Vale la pena sottolineare: il Re degli stregoni è stato letteralmente il vicino di casa di Tom Bombadil, e quest’ultimo non se ne è curato.
Ora, immaginiamo questo in un film. Un personaggio che corre e salta, che veste di colori accesi, che si lascia andare a “hey do! Merry dol!” e “ring a ding dillo”. Ma sopratutto, un personaggio che, neanche a ⅙ della storia, è assolutamente immune alla minaccia più grande, al potere dell’Unico Anello. E che poi scompare, uscendo del tutto dalla narrazione.
In un film, dove il tempo è limitato e bisogna mantenere un parco personaggi contenuto, un personaggio come Bombadil è assolutamente fuori posto e introdurlo finirebbe per danneggiare lo stesso tono della narrazione.
Nel libro, Tom fa parte della più ampia mitologia di Tolkien, di un mondo più ampio. Un mondo di cui la stessa epica storia della Guerra dell’Anello è stata preceduta da altre storie e sarà seguita da altre. Tom è parte di un mondo più grande, di una storia mai raccontata.
Portarlo sullo schermo è difficile.
Perché portare Tom Bombadil sullo schermo con dignità e serietà lo fa diventare qualcosa che non è. Portarlo sullo schermo comporta una di due alternative:
Nessuna delle quali sembra essere granché. Non che Amazon sembri aver particolare cura di trattare bene i personaggi Tolkeniani. Abbiamo già visto come ha ridotto Elrond (mero politicante), Celembrimbor (passato dall’essere il più grande Fabbro elfico a sconoscere il concetto di lega metallica…) e Galadriel (no comment) quindi non mi aspetto che facciano di meglio per Bombadil.
Un Tom Bombadil che prende le cose seriamente e finisce per l’essere attivamente coinvolto nella storia non è Tom Bombadil. Amazon ci mostra un Tom Bombadil con un’espressione seria, vestiti dai colori spenti, niente stivali gialli e niente piuma nel cappello. Praticamente, con una sola immagine, Amazon ci ha già mostrato tutto quello che Bombadil non è.
D’altra parte, è ormai chiaro che Rings of Power non è altro che pessima Fan Fiction con un budget spropositato, affidata ad autori che del libro hanno, forse, visto solo la copertina.
Avrebbero dovuto lasciare Tom nella sua foresta, a raccogliere fiori per Baccadoro.