Parla Jerry Seinfeld
Seguiteci sempre anche su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp!
Su Netflix è da poco arrivato Unfrosted, film che segna l’esordio alla regia di Jerry Seinfeld (qui la nostra recensione). Il comico sta dunque rilasciando diverse interviste per parlare sia della sua opera che della sua visione del mondo. Durante una recente apparizione al podcast Honestly with Bari Weiss di The Free Press, ha infatti parlato del suo interesse nel realizzare un film ambientato nella nostalgia per la sua infanzia negli anni ’60.
C’è un altro elemento che penso sia l’elemento chiave, e cioè una gerarchia concordata, che penso sia assolutamente vaporizzata nel mondo moderno – dice Jerry Seinfeld. Penso che questo sia il motivo per cui le persone si appoggiano al clacson e guidano in modo folle, perché non abbiamo il senso della gerarchia. E come esseri umani, non ci sentiamo davvero a nostro agio in questo modo. Se si vuole parlare di nostalgia, questo fa parte di ciò che rende quel momento attraente guardando indietro. Ho sempre voluto essere un vero uomo e non ci sono mai riuscito
Seinfeld ha poi espresso nostalgia per le figure di quel periodo e ha descritto il presidente John F. Kennedy, il pugile Muhammad Ali, l’attore Sean Connery e il giornalista sportivo Howard Cosell come uomini “veri”. Il comico ha poi parlato di come abbia nostalgia della mascolinità dominante
Mi manca una mascolinità dominante. Sì, capisco il problema della tossicità ma mi piace ancora un vero uomo
Seinfeld ha anche parlato del suo interesse nel leggere recensioni negative del proprio lavoro
Non c’è niente di più divertente per me delle persone che si lamentano ‘non ho riso’, perché vogliono ridere. E mi identifico con questo, lo capisco. Penso che sia divertente che tu lo odi perché volevi ridere e non hai riso. Non importa cosa pensi di me. Perché dovrei pensare che farò qualcosa che piacerà a tutti? Che senso ha? Dovrei essere pazzo per pensarlo.
Che ne pensate di queste parole di Jerry Seinfeld?