Nel 1972, durante una esibizione in televisione assieme a John Lennon e Yoko Ono, il leggendario Chuck Berry si mostrò alquanto disturbato dagli “urletti” emessi dalla artista giapponese. La sua reazione è rimasta nella storia, così come la decisione del fonico di chiudere il microfono a Yoko!
Un video per certi versi rimasto nella leggenda, questo che vede sul palco insieme Chuck Berry, la leggenda del rock and roll, e la coppia John Lennon e Yoko Ono. Il primo, ormai ex-Beatle con la passione per il rock classico, e per il quale Berry fu sempre un punto di riferimento; la seconda, artista concettuale dedita all’avant-garde e spesso incolpata, direttamente o indirettamente, dello scioglimento del quartetto inglese.
A inizio anni ’70 Lennon è ormai lanciato nella sua carriera da solista, e la sua passione per il rock and roll e per la musica di Berry fa capolino a ogni passo e del resto non è una novità : la celebre Come Together (1969) dei Beatles, per esempio, è molto simile a You Can’t Catch Me (1956) di Chuck Berry; un quasi plagio poi rimediato da una registrazione di una cover vera e propria del brano in questione, realizzata da Lennon nel 1975.
Questo per sottolineare quanto doveva essere emozionato Lennon nell’esibirsi assieme al suo idolo. Peccato, direbbe qualcuno, che ci fosse anche la moglie. Celebre è rimasto il momento di questa esibizione nella quale Yoko decide di intervenire sul rock and roll caratteristico delle canzoni suonate con questi “urletti” un po’ d’avanguardia: una forma vocale espressiva che ricorda (diciamolo con le pinze) il modo in cui il nostro Demetrio Stratos dimostrava l’utilizzo della voce come “strumento”, al pari di altri artisti come per esempio Tim Buckley.
Fatto sta che ovviamente non è il genere di cosa che il rocker Berry è abituato a sentire: lo dice la sua espressione, nella reazione che potete vedere nel famosissimo video (qui sopra). Risultato: quando arriva il momento di eseguire la cover successiva, la celebre Johnny B. Goode, il fonico pensa bene di staccare l’audio del microfono di Yoko per impedirle di strillare ancora. La vediamo infatti tentare di cantare o emettere suoni, ma non si ode nulla. Che dire: va bene l’avanguardia, ma probabilmente in questo caso è stata la scelta giusta!