Scene di tortura disturbanti, intense, terribili: servono ad interrogarci sulla nostra umanità, ma anche a farci provare brividi indimenticabili. Ecco le 10 più significative che abbiamo visto al cinema negli anni
La tortura, come la morte o la violenza sessuale, è uno di quei contenuti che rappresentare al cinema è molto rischioso ma anche coraggioso: si tratta di affrontare la realtà nella finzione, indagarne i risvolti più oscuri e sollevare interrogativi fondamentali. Ma anche, perché no, semplicemente di dischiudere la piena potenza di un film, colpendo lo spettatore fino ad annichilirlo.
La tortura fa (purtroppo) parte della nostra storia e la ritroviamo raccontata un po’ ovunque, ormai anche nei videogiochi. Nei film è presente specialmente nel genere horror, dal quale scegliamo però di esulare in questa lista concentrandoci su film diversi, drammi psicologici o thriller d’autore, in cui la tortura non è scontata e serve più a turbare che a spaventare. Ecco quali sono i dieci film e le dieci scene di cui parlare.
Misery
Cominciamo con il vero gioiello tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, nel quale Kathy Bates interpreta la psicopatica Annie Wilkes. La donna rapisce il suo autore preferito (James Caan) e lo costringe a scrivere un libro solo per lei, arrivando a torturarlo quando tenta la fuga. Nella scena più memorabile, gli ferma i piedi con dei blocchi di legno e gli rompe entrambe le caviglie con un martello. E questa non è che una soltanto delle torture malate a cui lo sottopone.
Lady Vendetta
In questo film di Park Chan-wook, esperto indagatore delle sorgenti psicologiche della violenza, i genitori di alcuni bambini uccisi si sottopongono alla tortura di rivedere la morte dei loro stessi figli, solo per alimentare i loro propositi di vendetta che, alla fine, vengono portati a compimento con estrema ferocia. Una auto-tortura che agisce da perverso motore per una giustizia brutale.
Zero Dark Thirty
Nel film di Kathryn Bigelow che racconta la caccia e l’uccisione di Osama Bin Laden, c’è una scena in cui un terrorista viene sottoposto alla famosa tortura del waterboarding, ossia una simulazione di annegamento. Quel che è peggio è che sono gli agenti della C.I.A. a praticarla, cosa che ci riporta ai tempi e alle accuse di Guantanamo e alla brutale realtà del controspionaggio e della guerra al terrore negli anni ’00. Violenza contro violenza.
La Passione di Cristo
La tortura più celebre della storia, forse, rappresentata nel controverso film di Mel Gibson con Jim Caviezel sulla passione di Gesù Cristo. La flagellazione del profeta, in particolare, è nota come scena particolarmente grafica e ha destato indignazione presso gli ambienti religiosi, costringendo nel frattempo il pubblico a mettere a confronto la nozione di un Cristo più spirituale con quella dell’uomo in carne e ossa. Tema centrale, del resto, nella sua parabola.
Marathon Man
Ecco una vera chicca: in pochi si ricordano di questo film con Dustin Hoffman, il cui personaggio viene torturato da un ex-dentista nonché criminale nazista (Laurence Olivier) nella maniera che vedete qui sotto. La scena non è solo traumatica, ma gioca saggiamente sulla comune paura dei dentisti che un po’ tutti hanno. Davvero terribile, ma in un certo senso da riscoprire.
Le Iene
Sì, sappiamo che questa scena è stata citata più e più volte e che molti di voi la conosceranno a memoria, ma non può mancare in questa lista: lo psicotico Mr. Blonde che tortura il poliziotto catturato, il famoso taglio dell’orecchio fuori campo, la minaccia con la benzina e infine l’inutile morte del personaggio con inaspettata e secca brutalità. Tutto immancabilmente iconico, dal genio di Quentin Tarantino.
Arancia Meccanica
Solo la genialità di Stanley Kubrick poteva trasformare il cinema in uno strumento di tortura: lo diviene per Alex, il protagonista di Arancia Meccanica, quando viene sottoposto alla Cura Ludovico, che dovrebbe farlo guarire dai desideri violenti portando ad associarli a sensazioni sgradevoli. Una cura più malata del male, e una tortura psicologica più estrema di qualunque tortura fisica.
Casino
Nei film di Martin Scorsese la violenza è efferata ma essenziale, compare quando meno ce lo si aspetta e va spesso oltre il limite. In questa scena di Casino, del 1995, il personaggio di Joe Pesci esegue una tortura in pieno stile mafioso chiudendo la testa di un altro gangster in una morsa da banco, stringendo fino a che… non gli salta un occhio. Ebbene sì. Perlomeno, la vittima sputa fuori il nome che l’aguzzino vuole sentire.
Audition
Tutta la malignità nello stile narrativo lancinante di Takashi Miike in quello che è considerato il suo film più intenso e disturbante. Asami, una ragazza che si presenta per una “audizione” per diventare la nuova moglie di Shigeharu, si rivela una psicopatica: lo tortura infilandogli aghi in tutto il corpo (inclusi gli occhi) e finisce segandogli via un piede con un filo. Chi l’ha visto non se lo dimenticherà più.
Salò, o le 120 Giornate di Sodoma
E alla fine non potevamo non citare uno dei film più estremi, discussi, violenti e controversi di sempre. L’adattamento del libro (già di per suo malatissimo) del marchese De Sade ad opera di Pier Paolo Pasolini e l’ambientazione nel declino della Salò fascista dà spazio per la rappresentazione di torture inimmaginabili.
Nel climax del film, dopo giorni e giorni di sofferenze i ragazzini vittime dei sadici aguzzini vengono marchiati a fuoco, bruciati vivi, linciati e viene anche fatto loro lo scalpo. E molto altro, in una spirale di psicosi e follia collettiva che esplora i limiti estremi della brutalità umana. Tutto esplicito, tutto estremamente disturbante.