Sempre meno gamer sono interessati a giochi come Civilization o Age of Empires: la strategia sta diventando a quanto pare troppo impegnativa. Ecco cosa dice questo studio
C’è sempre meno interesse per i giochi di strategia, quelli, come nella saga di Civilization, Age of Empires o Empire Earth, nei quali tutto si basa sul saggio impiego di risorse, sulla pianificazione a lungo termine delle mosse di gioco e su una lotta con nemici che sono come avversari a scacchi, e vanno battuti in una lunga serie di azioni.
Secondo uno studio di Quantic Foundry, condotto in un arco di nove anni su quanto appeal hanno diverse componenti ludiche sui gamer, risulta che una di esse attira oggi molto meno. Le componenti sono: Distruzione, Eccitamento, Competizione, Comunità, Sfida, Strategia, Completezza, Potere, Fantasia, Storia, Scoperta e Design.
Ebbene, dallo studio emerge che oggi ben il 67% dei gamer (tra quelli intervistati, cioè 1,7 milioni di persone; non poche) ha decisamente perso interesse nei giochi di strategia, segnando una tendenza in calo netto tra il 2015 e oggi. In altre parole la “motivazione” che porta i giocatori ad interessarsi ai titoli videoludici risiede molto meno nella voglia di darsi a una sfida strategica.
Le altre componenti, invece, hanno mantenuto una tendenza molto più stabile. Come mai? Secondo Quantic Foundry la causa starebbe nell’affaticamento da social media: i social e la rete “stancano” molto di più le persone, che di conseguenza hanno molta meno voglia di dedicarsi a videogiochi impegnativi che richiedano grande concentrazione e fermezza mentale. Meglio dedicarsi a titoli leggeri, o a qualche multiplayer online.