Mad Max: cosa ha causato l’apocalisse nel mondo dei film?

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Perché la terra di Mad Max è post-apocalittica? C’entra una guerra nucleare, o si tratta di qualcos’altro?

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Il mondo di Mad Max, ideato da George Miller sullo sfondo della sua terra australiana, rappresenta uno dei più classici scenari post-apocalittici: il desolato deserto puntellato da rovine e rottami, con strade antiche sulle quali scorrazzano bande di predoni senza scrupoli, e una guerra eterna tutti contro tutti con poco onore e tanto sangue.

Lo scenario è così tipico che fin dagli anni ’80 è fisso nell’immaginario comune, e ha ispirato direttamente film, serie o videogiochi come Fallout. Ma, nella storia dei film, perché il mondo è finito così? Quando usiamo l’espressione “post-apocalisse” di solito sottintendiamo che all’origine di questa condizione ci deve essere stata una guerra nucleare.

Eppure, almeno per quanto riguarda i primi tre film di Mad Max, non è andata così. Non che tra anni ’70 e ’80 le tensioni non fossero altissime, nello specifico tra U.S.A. e U.R.S.S.. Ma, a quanto pare, in quei primi film il problema dietro al crollo della civiltà è stato semplicemente il consumo eccessivo di risorse fondamentali, in particolare il petrolio (il carburante) e l’acqua.

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Nel terzo film della saga e in Fury Road, del 2015, viene suggerito che una guerra nucleare effettivamente dev’essere arrivata ad un certo punto, ma non è chiaro se in quel momento la società, le leggi e le istituzioni fossero già crollate. Il tema centrale dipanato fin dal primo film è appunto il fallimento dell’ordine costituito, l’imposizione di una nuova realtà in cui ognuno deve farsi giustizia da sé.

Non abbiamo quindi un mondo post-apocalittico con radiazioni e mutanti, ma piuttosto una terra desolata in cui le risorse sono poche e non per tutti, le bande di criminali se le contendono strappandole ai più deboli e grotteschi capi-predone organizzano insediamenti e cittadelle per tentare di consolidare il proprio potere sulla paura e sulla violenza.

Il petrolio e l’acqua sono i beni più preziosi ed è su di essi che si combattono le nuove guerre, spesso su ruote e su strade abbandonate e infinite. Ma si tratta di una civiltà che non è “finita” a causa di un evento, quanto piuttosto è “andata a male”; consumandosi e spegnendosi, scivolando lentamente nel caos e corrompendosi sempre più, fino alla caratteristica desolazione che vediamo catturata nei film.

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Fonte: ScreenRant