Questo oggetto, detto “Demon Core”, è definito come il più pericoloso mai creato e ha ucciso due degli uomini che l’hanno realizzato. Ecco di cosa si tratta
Questo oggetto sferico, passato alla storia come Demon Core, non è nient’altro che un concentrato di plutonio. Perché è definibile come il più pericoloso manufatto umano mai creato? L’avrete già indovinato: venne sviluppato nei laboratori di Los Alamos nell’ambito del Progetto Manhattan, lo stesso guidato da Robert Oppenheimer e volto allo sviluppo dei primi ordigni atomici.
Questa sfera serviva per effettuare esperimenti facendola interagire con vari materiali nel tentativo di raggiungere lo stato “supercritico”, quello cioè che dava il via alla reazione nucleare a catena che doveva poi innescare le letali bombe. In particolare, il Demon Core doveva finire dentro una eventuale terza bomba atomica da sganciare sul Giappone, che però nel frattempo dopo le prime due si era arreso.
Quindi venne tenuto nel laboratorio per effettuare ulteriori esperimenti, due dei quali coinvolsero due scienziati partecipanti al progetto che, purtroppo, a causa di disattenzione e mancato rispetto delle norme di sicurezza, ci rimisero entrambi la vita. Ed accadde non in un incidente solo, ma in due incidenti a mesi di distanza.
Il primo, Harry Daghlian, stava effettuando esperimenti da solo il 21 agosto 1945, mettendo il plutonio vicino a dei mattoncini di carburo di tungsteno. Per sbaglio, fece cadere uno di questi mattoncini sul Core e causò istantaneamente una reazione a catena. Dovette spostare il mattoncino ma così facendo ricevette una dose letale di radiazioni. Morì venticinque giorni dopo.
Il secondo incidente, che coinvolse Loius Slotin, si verificò il 21 maggio 1946. Lo scienziato, noto come “cowboy” spavaldo nei suoi esperimenti, conduceva i suoi test con la sfera di plutonio in condizioni non sicure, utilizzando un cacciavite anziché dei distanziatori per tenere separate due semisfere di berillio poste attorno al Core.
Se si fossero toccate avrebbero causato una reazione a catena. Enrico Fermi aveva avvisato Slotin che conducendo l’esperimento con il cacciavite sarebbe “morto entro l’anno”, e Richard Feynman definiva l’operazione in quelle condizioni come “stuzzicare la coda di un drago”. E in effetti, quel giorno il drago si svegliò.
Il cacciavite scivolò, le due parti di berillio si toccarono e immediatamente una forte luce nel laboratorio accompagnò il rilascio di una enorme quantità di radiazioni. La dose fu letale solo per Slotin, che morì soltanto nove giorni dopo tra atroci sofferenze. Che ne è stato poi del Demon Core? Venne sciolto e riciclato nell’estate del 1946; ma aveva già fatto le sue vittime.