Operation Finale è un film del 2018, diretto da Chris Weitz e con protagonisti, tra gli altri, Oscar Isaac e Ben Kingsley. I due attori interpretano, rispettivamente, l’agente del Mossad Peter Malkin e il gerarca nazista Adolf Eichmann, responsabile dello sterminio di circa sei milioni di Ebrei nei campi di concentramento.
Fuggito in Argentina alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Eichmann iniziò a vivere sotto falso nome una nuova vita, protetto dalla segretezza dell’allora governo argentino, insieme ad altri simpatizzanti nazisti. In Operation Finale viene narrato il piano ordito dagli agenti del Mossad per catturare Eichmann e portarlo in Israele, per processarlo dei crimini dei quali si era macchiato. Ma non fu per niente semplice.
Scoprite con noi la vera storia raccontata nel film Operation Finale, cercando di comprendere come il male possa rimanere nascosto a lungo, prima di riemergere dalla sua tana. Buona lettura!
Operation Finale: trama
L’agente del Mossad Peter Malkin (Oscar Isaac), insieme ad altri colleghi, riceve un’importante informazione: Adolf Eichmann (Ben Kingsley) potrebbe trovarsi in Argentina, sotto il falso nome di Ricardo Klement. È l’inizio di una caccia silenziosa, fatta di pedinamenti, spionaggio e lavoro in incognito.
La squadra di agenti segreti, convinta che l’uomo sia davvero Eichmann, decide di partire alla volta dell’Argentina, stato con un governo di estrema destra, per rapire e processare il gerarca nazista. Ma le difficoltà saranno tante: non è semplice entrare e uscire dallo stato sudamericano in quegli anni ’60 e, se dovessero essere scoperti, non avrebbero scampo.
In più, un ricordo personale lega Malkin e Eichmann: il nazista fu colui che diede l’ordine di uccidere la madre e la sorella dell’agente, insieme ad altri prigionieri, nel campo di concentramento dove erano rinchiuse. L’odio è forte, ma serve la confessione di Eichmann per estradarlo in Israele. Come farà Peter a convincerlo a confessare?
Operation Finale: come fu realmente trovato Eichmann
Operation Finale, nella sua narrazione, è abbastanza fedele alla vera storia sui fatti di quel Maggio del 1960, con comunque alcune importanti differenze con la realtà. Eichmann, all’epoca, era uno dei criminali più ricercati al mondo. Era prima stato catturato con la caduta del nazismo e poi riuscito a scappare, evitando il Processo di Norimberga.
Il Sud America offrì riparo a tantissimi criminali di guerra, che poterono contare su una solida copertura e poter proseguire la loro vita, nonostante alle loro calcagna ci fossero i servizi segreti di mezzo mondo. Eichmann era stato uno degli ideatori e esecutori della soluzione finale, da qui il titolo del film. Catturarlo significava molto.
Ma come avvenne ciò? Nel film Operation Finale vediamo come la figlia di un certo Lothar Hermann, Silvia, inizi una frequentazione con il giovane Klaus, di origine tedesca. Il ragazzo non nasconde le sue simpatie antisemite alla ragazza e al padre, i quali nascondono le loro origini ebraiche. Hermann, nella pellicola, sospetta che Klaus sia il figlio di Eichmann, avvertendo il Mossad. La realtà, invece, è ancor più spettacolare.
Lothar Hermann era un sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau, dal quale era ritornato con una parziale cecità a causa delle percosse ricevute durante la prigionia. Trasferitosi in Argentina, una sera, in un ristorante, tramite la figlia Silvia conobbe Klaus e quello che lui definiva suo zio, ovvero Ricardo Klement, alias Eichmann. Hermann non poté ovviamente vedere l’uomo, ma ne udì la voce, risultandogli familiare. Nacque così in lui il sospetto che Klement non fosse chi sosteneva di essere.
Operation Finale: identificare Eichmann
Adolf Eichmann fu identificato grazie alle notizie sul suo anniversario, è vero. Inizialmente i sospetti di Hermann non vennero presi in considerazione dal Mossad, finché non decisero di sorvegliare la casa del presunto Ricardo Klement, confrontando delle vecchie foto del gerarca con quelle che venivano scattate di nascosto.
Appurata la compatibilità, si cercarono maggiori corrispondenze. Una di queste fu l’anniversario di matrimonio di Eichmann, che combaciava con quello di Klement. Nel film Operation Finale, si vede come Silvia noti un regalo di anniversario nella casa di Adolf. Nella realtà fu un agente a rendersi conto di questo dettaglio, mentre era appostato a scattare delle fotografie fuori dalla casa sorvegliata. Colse Eichmann e i suoi familiari mentre organizzavano i preparativi per la festa di anniversario.
Anche il rapimento del gerarca è ben illustrato nel film. Avvenne esattamente come vediamo, con uno stratagemma tanto banale quanto funzionale: un auto in panne. Malkin e i suoi rapirono e sedarono Eichmann nel giorno del 150 anniversario dell’indipendenza dell’Argentina. Nella sua autobiografia, l’agente del Mossad racconta di come volle indossare dei guanti per tappare la bocca del gerarca, non volendo toccare a mani nude lo strumento che aveva impartito quei terribili ordini anni prima.
Operation Finale: il rapporto tra Malkin e Eichmann
Uno degli aspetti meglio riusciti del film è il conflitto interiore che Peter Malkin vive dopo la cattura di Eichmann. È mosso dal sentimento della vendetta, dal disgusto e la rabbia nei confronti di quel mostro. Nonostante ciò, ha bisogno della sua confessione e della sua firma per poterlo portare processare in Israele. In Operation Finale si vede come siano necessari molti dialoghi tra i due, prima che Eichmann ceda.
Nella realtà, però, niente di tutto ciò è stato necessario. Il gerarca nazista non confessò immediatamente la sua identità, ma fu comunque rapido ad arrendersi all’evidenza dei fatti, ammettendo di come sapesse che prima o poi sarebbero andati a prenderlo. Per ottenere la sua firma bastò una bottiglia di vino, offertagli proprio da Malkin.
I due si sedettero a berla come vecchi amici, e l’agente segreto convinse il prigioniero a firmare. Mentre tutto ciò avveniva, i famigliari di Eichmann cercarono l’uomo forsennatamente, ma non come si vede nel film Operation Finale. Non sguinzagliarono volontari tra i nazisti alla sua ricerca, ma cercarono negli ospedali, senza avvertire la polizia. Sapevano, probabilmente, cosa era successo.
Eichmann fu processato e impiccato a Tel Aviv il 31 Maggio del 1961, quasi un anno dopo il suo arresto. Il processo fu seguito in diretta tv da milioni di spettatori. Mentre lo guardava, la famosa filosofa politica Hannah Arendt coniò il celebre termine:
“la banalità del male”
Operation Finale: il cast
Oscar Isaac: Peter Malkin Ben Kingsley: Adolf Eichmann Mélanie Laurent: Hanna Nick Kroll: Rafi Eitan Joe Alwyn: Klaus Eichmann Haley Lu Richardson: Sylvia Herman Peter Strauss: Lothar Hermann Greta Scacchi: Vera Eichmann
Operation Finale: il trailer
Conoscevate la vera storia dietro Operation Finale? Fatecelo sapere nei commenti, non dimenticando di seguirci sul nostro canale whatsapp e su LaScimmiaPensa!