Il dissing tra Drake e Kendrick Lamar ha raggiunto proporzioni epiche, e degli spari davanti a casa di Drake evocano spiacevoli ricordi degli anni ’90
Spari davanti alla casa di Drake a Toronto: non si sa se il rapper fosse in casa, ma di certo si sa che è rimasta ferita una guardia del corpo. Subito tutti sono corsi a pensare alla situazione estremamente tesa tra il rapper canadese e Kendrick Lamar, corrispettivo losangelino, impegnati entrambi in un dissing infuocato senza esclusione di colpi.
Da una parte c’è l’escamotage della doppia mossa promozionale, che facendo parlare tutti dello scontro porta nel frattempo i nomi dei rapper su tutti i titoli dei magazine web e moltiplica a dismisura gli ascolti delle loro canzoni; dall’altra c’è lo spettro delle faide nella scena hip-hop anni ’90, che come ricordiamo si conclusero tragicamente con gli assassinii di Notorious B.I.G. e Tupac Shakur.
Non che nel frattempo non sia successo mai più niente del genere: solo del novembre 2022, per esempio, è l‘omicidio di Takeoff, membro del famoso trio trap Migos. E la paura è quella di un’altra escalation simile, anche se c’è da dubitare che uno come Lamar, vincitore del Premio Pulitzer e tra i più rispettati rapper degli ultimi anni, possa mai ricorrere a simili forme di violenza.
Ma partiamo dall’inizio: cosa succede tra i due e quali minacce sono volate? Tutto inizia da un’apparizione di Kendrick in una traccia di Future e Metro Boomin (Like That) nella quale risponde a un verso di J. Cole in un’altra canzone, appunto di Drake (First Person Shooter), che asserisce che loro tre (Kendrick, Drake e Cole) sono i “big three” del rap. La risposta di Kendrick: nessun big three, “just big me”.
Questa scintilla basta a scatenare il dissing tra il rapper americano e quello canadese. J. Cole replica con un brano dal titolo 7 Minute Drill, poi ritirato però con tanto di scuse. Ma Drake va dritto per dritto con Push Ups e Taylor Made Freestyle, canzoni in cui dileggia Lamar, tra le altre cose, per non avere il coraggio di far uscire musica nuova quando nelle classifiche impera Taylor Swift (cosa che causerebbe un duro scontro per gli ascolti e le vendite).
La seconda delle due tracce di Drake fa uso di I.A. per imitare le voci di Tupac e Snoop Dogg, e viene rimossa. Kendrick nel frattempo risponde finalmente con la canzone Euphoria, in cui taccia Drake di essere un “maestro manipolatore” e un “bugiardo abituale” e lo avvisa: “Non dire bugie su di me e io non dirò verità su di te”.
Nel brano, tattica usuale nei dissing rap, viene attaccata l’autenticità della “blackness” di Drake, considerato da lui per il rap quello che ai tempi si definiva un poser. In un altro pezzo seguito poco dopo, 6:16 in LA, Lamar sostiene di avere “una talpa” nell’entourage di Drake e canta: “Tutti nel tuo team sussurrano che te lo meriti”.
Che cosa Drake meriti è abbastanza chiaro, ma non emerge subito perché a questo punto siamo ancora alle battute iniziali. Il tiro si alza quando Drake rilascia Family Matters e quasi subito Kendrick risponde con Meet the Grahams. In questi due brani, i due attaccano le rispettive famiglie e la cosa si fa profondamente personale.
Nella seconda delle due canzoni, Kendrick si rivolge ad ogni membro della famiglia di Drake (che fa di nome Aubrey Graham) e sputa accuse del tipo: “Tuo figlio è un uomo malato con pensieri malati / Credo che ne*ri come lui debbano morire“. Segue quindi Not Like Us, sempre di Kendrick, nella quale l’accusa rivolta a Drake è quella, espressa in termini gravi, di pedofilia.
C’è da chiedersi: la situazione sta sfuggendo di mano, o è tutto in qualche modo architettato per aumentare l’interesse attorno a entrambi i cantanti? Davvero si odiano a questo punto, o questo dissing “artistico” è più un buon modo per far parlare di sé aizzando un po’ la folla? Seguiamo l’evoluzione della faccenda, un po’ scettici e un po’ coinvolti. Si sgonfierà o andrà peggio?
Fonti: The New York Times, NME, La Repubblica
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