Il programma che terrorizzò gli Stati Uniti e che fece scoprire il genio di Orson Welles al grande pubblico: quando gli annunci alla radio fecero credere che i marziani stessero invadendo la Terra
Orson Welles: genio e talento visionario
Orson Welles è stato uno dei più grandi geni mai vissuti nella storia del cinema, come dimostrano capolavori ancora senza tempo di cui ha firmato la regia, quali Quarto Potere, L’Infernale Quinlan, Il Processo (dal romanzo di Franz Kafka) e i suoi adattamenti Shakespeariani, e senza neanche iniziare a parlare delle sue infinte comparsate e del suo poliedrico talento come attore.
Ma va ricordato che il momento in cui il pubblico si accorge dell’immenso talento di questo visionario dalla sconfinata immaginazione non ha a che fare con lo schermo, né grande né piccolo. Torniamo al 1938, quelli che Woody Allen chiamava i “Radio Days”. La televisione non esiste ancora, il cinema ha sì una grande influenza ma è la radio ad attirare le famiglie attorno a sé, come un tempo faceva il focolare domestico.
Le trasmissioni radiofoniche costituiscono in questi anni, e specie negli Stati Uniti, la principale fonte di cultura, intrattenimento e informazione ed è quindi su di esse che l’immaginazione americana si va formando in quegli anni. Si può ben capire, quindi, l’immenso impatto di un programma che, all’improvviso, inizia a trasmettere dei bollettini news in cui si annuncia… un attacco dei marziani.
In realtà è tutto finto, e dietro c’è il nostro Orson, all’epoca solo ventitreenne, con la sua compagnia Mercury Theatre. Il 30 ottobre 1938 viene messo in scena su CBS Radio un adattamento del famoso romanzo di fantascienza La Guerra dei Mondi, di H.G. Wells (da non confondere con Welles stesso, il cognome è diverso).
Far paura a un’intera nazione
Si tratta di un episodio di Halloween, che lo stesso Welles descrive poi come l’equivalente di lui vestito con un lenzuolo che spunta fuori da un cespuglio e fa “Buu!”. Ma l’adattamento è talmente ben fatto, credibile e impressionante, che in diversi negli Stati Uniti vengono presi dal panico perché convinti che i marziani stiano invadendo per davvero.
La trasmissione segue la linea del romanzo ma affida il racconto a vari giornalisti e reporter, che descrivono l’attacco degli alieni e le macchine (i “tripodi”) e le armi (un gas venefico) usate, con tanto di svenimenti in diretta, audio che si interrompe bruscamente ed effetti simili, molto inusuali per un programma radio “regolare” e che rendono il tutto ancor più realistico.
La storia finisce come nel romanzo: gli alieni alla fine muoiono perché non hanno difese immunitarie adatte per proteggersi dai germi e dai batteri terrestri. Ma lo scandalo scoppia dopo: c’è chi ritiene che quello di Welles e compagni sia stato uno scherzo di pessimo gusto, anche se il problema sta nel fatto che in molti si siano sintonizzati dopo l’inizio della trasmissione, a metà, mancando quindi la premessa che ne indicava la natura teatrale.
L’evento segna un’epoca, anche perché coincide con l’inizio dell’era d’oro della fantascienza e con il periodo in cui si iniziano concretamente ad immaginare alieni, ufo e invasori dallo spazio. Ma non solo: dimostra il grande potere d’influenza dei mass media, tema poi approfondito da Welles proprio in Quarto Potere e fondamentale nello sviluppo della nostra civiltà negli ultimi cento anni e più. E che dire: ci aveva visto lungo, lunghissimo.