David 2024, il discorso del costumista che imbarazza la Rai

Durante la premiazione dei David, il vincitore per i costumi di "Rapito" si è lasciato andare ad un discorso di ringraziamento polemico contro la Rai.

Ballo e Conti ai David di Donatello
Condividi l'articolo

Si sono appena conclusi i David di Donatello, con “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi che ha fatto incetta di premi e “Io capitano” che si è accaparrato la statuetta come miglior film. A far discutere, però, durante la serata, è stato un piccolo fuoriprogramma che ha visto protagonista Sergio Ballo, costumista di “Rapito”. Quest’ultimo, insieme a Daria Calvelli, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento per i Miglior Costumi per il lavoro svolto nell’ultimo film di Marco Bellocchio. Tuttavia, questa vittoria è stata oscurata dalla polemica lanciata proprio da Ballo durante il suo discorso di ringraziamento. Ecco perché.

“Potevate darci due statuette, che tirchieria”

david di donatello
Daria Calvelli e Sergio Ballo, costumisti di “Rapito”

Sergio Ballo, uno dei due premiati ai David per i migliori costumi di “Rapito”, ha subito espresso il suo disappunto riguardo alla scelta di premiare questa categoria non sul palco del teatro 5 di Cinecittà, bensì dalle scale del Teatro 14, sempre all’interno di Cinecittà. “Siamo in due, potevate darci due premi, che tirchieria”, si è lamentato Ballo dopo aver lanciato per terra la giacca, riferendosi al fatto di aver ricevuto solo una statuetta d’oro, nonostante fossero in due a vincere per i costumi del film. Ballo ha anche criticato la scelta della location scelta dalla Rai per la premiazione: “Ci hanno messo sulle scale come Wanda Osiris”.

LEGGI ANCHE:  David di Donatello: le novità radicali dell'edizione 2019

“Di questa statuetta ne faremo un giudizio salomonico, la dividiamo in due. Siamo in due, potevate darci anche due premi, la tirchieria…”, ha sottolineato Ballo di fronte ad un Fabrizio Biggio visibilmente imbarazzato. Ballo ha continuato poi esprimendo la sua delusione per non poter condividere il momento con i loro colleghi, aggiungendo che il lavoro degli addetti ai costumi e alle scenografie spesso non riceve il riconoscimento che merita.

La polemica su Israele

Poi, incurante del limite di tempo per il discorso di ringraziamento, Ballo si è lasciato andare ad una lunga dedica a Stefania, una sua amica deceduta da poco che gli aveva donato uno scialle da preghiera degli ebrei appartenente a suo nonno, morto ad Auschwitz nel 1944. Questo gesto ha portato Ballo a riflettere sulla storia e sulle tematiche del film di Bellocchio, sottolineando il periodo difficile che si sta attraversando con la situazione a Gaza e le guerre che imperversano nel mondo.

“È morto ad Auschwitz nel ’44, poco prima che gli alleati entrassero a Roma. Questo mi riporta, se mi permetti, a un discorso del film di Marco (Bellocchio, regista di “Rapito”), quello di Edgardo Mortara, che morì in Belgio. Questo è un periodo molto triste per tutti i noi… Adesso l’Europa diventa sionista, si prende la bandiera senza sapere che il sionismo è molto complesso. L’Europa continua a essere antisemita e questa è una cosa orribile” ha detto Ballo nel suo discorso ai David.

LEGGI ANCHE:  Rai, Dania Mondini denuncia 5 dirigenti: "costretta in stanza con collega affetto da flatulenza"

La reazione di Carlo Conti ai David di Donatello

https://twitter.com/grande_flagello/status/1786488225491472395?ref_src=twsrc%5Etfw”>

Il costumista non è stato mai interrotto, va detto. Durante il suo discorso di ringraziamento qualcuno, dietro alla macchina da presa, gli aveva suggerito di non dilungarsi troppo, anche con ampi gesti delle mani. Lui lo ha sottolineato un paio di volte, ma indubbiamente il ritardo maturato per i ringraziamenti dei migliori costumi ha poi allungato lo show costringendo i conduttori a correre per assegnare i premi successivi. Ma vediamo come ha reagito Carlo Conti una volta terminato il discorso di ringraziamento di Ballo.

Una volta rientrati in studio per continuare con i David, Carlo Conti ha voluto replicare alle accuse di Ballo, spiegando che portare le categorie tecniche nei luoghi simbolici come Cinecittà voleva essere un modo per valorizzare il lavoro svolto dietro le quinte nel mondo del cinema. Ecco la sua risposta: “L’aver portato certe categorie nei luoghi di Cinecittà, a Teatro 14, a noi è sembrata una ricchezza per far vedere al grande pubblico il lavoro delle persone che stanno dietro alle quinte”, ha dichiarato Conti.

Che ne pensate?

Seguici su LaScimmiaPensa!