Un Ragazzo e il Suo Cane è una storia del 1969 poi adattata in un film del 1975, e che è stata d’ispirazione per la saga di Fallout e non solo
Da un ragazzo e il suo cane a Fallout
Molte sono le fonti di ispirazione per la fortunata saga dei videogiochi di Fallout. Questa storia, Un Ragazzo e il Suo Cane (A Boy and His Dog) è una delle più eclatanti. Si tratta di una novella uscita nel 1969 da Harlan Ellison, poi adattata in un film del 1975 con protagonista Don Johnson (il futuro detective Sonny Crockett di Miami Vice) e un cane… dai poteri telepatici.
I riferimenti nei videogiochi e nella serie di Fallout sono parecchi, a cominciare dall’appellativo “dogmeat” (carne di cane) con cui il ragazzo nel film chiama il suo compagno. Nella serie Amazon l’animale corrispondente è CX404, che è di un’altra razza e non trasmette né legge il pensiero. Ma la sua presenza è costante e non casuale.
Somiglianze e differenze
Inoltre, in uno dei flashback dell’era pre-apocalisse vediamo il poster di un film interpretato dall’attore / cowboy Cooper Howard, assieme al suo cane di allora, Roosevelt, che si intitola non a caso A Man and His Dog. Ovviamente le somiglianze non si fermano qui: l’intera struttura base di Fallout pare ispirata alla larga sia dal film del 1975 che, in parte, dalle ambientazioni della saga di Mad Max.
Ossia: un mondo post-apocalittico desertico, nel quale non si sa bene cosa sia successo o perché tutto sia andato in rovina. In A Boy and His Dog la società è crollata e ognuno pensa per sé, mentre bande criminali si contendono le spoglie e i rimasugli di oggetti preziosi e ovviamente le donne, che vengono spesso anche violentate e uccise.
Un film cinico e nichilista
Il tratto rimarchevole sta in una bussola morale inesistente anche per i protagonisti: il ragazzo del titolo, Vic (Johnson), pensa solo a procacciare cibo per sé e per il compagno cane, Blood – che in cambio lo guida e lo avvisa dei pericoli – e ad andare a caccia di ragazze che, viene dato a intendere, non debbono per forza essere consensuali nei loro incontri intimi con lui.
Questo è il classico cinismo degli anni ’70, che guarda con amarezza e scetticismo a ogni possibile evoluzione umana. Lo stesso dicasi per la città sotterranea (che ricorda i Vault) in cui Vic viene attirato da quella che sembra la ragazza perfetta per lui. In realtà vogliono solo fare di lui uno stallone, perché a quanto pare vivere sottoterra rende sterili.
Nel finale, Vic e la ragazza fuggono ma alla fine lui la uccide e se la mangia, dividendola con il cane, per una pura questione di sopravvivenza. E non c’è orrore in questo, anzi: la cosa viene vista con ironia, tanto che il film si conclude con una battuta. Lo stesso tipo di grottesco humor si coglie a più riprese in Fallout, anche se raramente arriva a questi livelli di nichilismo.
Dal film e dal racconto vengono ripresi nei videogiochi setting e premesse; ma lo studio dei personaggi e dell’evoluzione della civiltà, nonché l’espansione della lore anche nel periodo pre-apocalittico, sono molto più articolati. Del film con Don Johnson ci rimane un caratteristico esempio di “apocalisse morale”, nonché uno dei primi fulgidi modelli visti al cinema di mondo post-atomico in rovina.