L’Ipotesi Zoo: ecco perché gli alieni non comunicano con noi

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Secondo l’Ipotesi Zoo non è che gli alieni non esistono, è che non voglio avere niente a che fare con noi. Ecco cosa dice la teoria

“Dove sono tutti quanti?” si chiedeva Enrico Fermi sugli alieni, già nel lontano 1950. La frase, in realtà una semplice battuta a pranzo uscita discutendo con vari colleghi fisici tra cui Edward Teller, è diventata l’enunciato chiave del cosiddetto Paradosso di Fermi. Ossia: “Se l’universo dovrebbe essere pieno di vita, allora dove sono tutti quanti?”

Sarebbe a dire: possibile che nell’universo la vita si sia sviluppata solo ed esclusivamente sulla Terra, e basta? Perché se fosse nata anche su altri pianeti, per quanto lontani, secondo i calcoli di Fermi (si, ha calcolato le probabilità di questa cosa) la Terra dovrebbe essere stata visitata da civiltà aliene più e più volte, no?. Come mai non è mai successo?

Esistono varie risposte al quesito, molte delle quali si ritrovano nella fantascienza. Le conosciamo: gli alieni non esistono; esistono e sono già tra noi ma si nascondono; esistono ma non riusciamo a comunicare; oppure, esistono ma sono troppo lontani; sono ancora a uno stadio primitivo; gli alieni siamo noi; e via dicendo.

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Contact di Robert Zemeckis (qui Jodie Foster nel film) è uno dei pochi film che rappresentano realisticamente il primo contatto con una civiltà aliena. Alla scrittura collaborò l’astronomo Carl Sagan

Ma più interessante di molte è l’Ipotesi Zoo, forse la più inquietante di tutte, che sostiene che gli alieni ci sono, ci osservano e ci evitano deliberatamente. Perché? Perché per loro noi siamo come degli animali di uno zoo, da studiare in quello che crediamo che sia il nostro ambiente naturale ed è in realtà una gabbia, anche se non ce ne rendiamo conto.

Ecco perché nessuno ha ancora preso contatto con noi: siamo esemplari da osservare, e niente cambierà finché non saremo abbastanza intelligenti o evoluti da accorgerci che il nostro è “uno zoo”. Ancora più grottesca è l’evoluzione dell’Ipotesi dello Zoo in quella del Laboratorio, la quale sostiene che noi umani saremmo non sono animali da osservare, ma sui quali praticare anche esperimenti.

Naturalmente si tratta di elaborazioni fantasiose, ma la parte affascinante sta nel fatto che non abbiamo modo al momento di conoscere la verità né di escludere nessuna di queste ipotesi a priori. Potrebbe essere possibile che degli alieni ci osservino e ci abbiano osservato fin dall’inizio dei tempi a nostra insaputa, accudendoci come controllandoci. Ma potrebbe anche essere possibile che là fuori, nello spazio, non ci sia proprio nessuno.

Fonte: NBC News

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In 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick, e scritto con Arthur C. Clarke, una sconosciuta civiltà aliena ci invia dei misteriosi monoliti dagli incomprensibili poteri per guidare la nostra evoluzione