Fuga da Pretoria: la vera storia di un’evasione pazzesca

Fuga da Pretoria racconta l'incredibile storia vera dell'evasione di due attivisti dalla Prigione Centrale di Pretoria nel 1979. Scopriamo di che si tratta.

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Fuga da Pretoria è un film del 2020 diretto da Francis Annan, con protagonisti Daniel Radcliffe, Daniel Webber e Ian Hart. Ambientato nel 1979, narra la storia vera dell’incredibile fuga dalla Prigione Centrale di Pretoria, dove i due protagonisti erano stati carcerati per le loro propagande anti-apartheid.

L’apartheid fu istituito nel 1948 in seguito alle politiche di segregazione razziale, istituite dal governo di etnia bianca del Sudafrica, nei confronti della popolazione di etnia bantu (nera). Dopo anni di lotte sanguinose e l’arresto di diversi attivisti, come nel film Fuga da Pretoria, l’apartheid terminò nel 1991, in concomitanza con la scarcerazione di Nelson Mandela e la sua elezione a Presidente del Sudafrica.

Scoprite con noi la vera storia dietro l’evasione narrata nel film Fuga da Pretoria e dell’ingegnoso metodo ideato dai due carcerati per scappare dalla prigione. Buona lettura!

Fuga da Pretoria: la trama

Tim Jenkin (Daniel Radcliffe) e Stephen Lee (Daniel Webber) manifestano con tutte le loro forze contro le politiche dell’apartheid, in Sudafrica. Il governo dello stato africano, però, ha pene severissime nei confronti degli attivisti e ben presto i due vengono arrestati e condannati rispettivamente a 12 e 8 anni di carcere, da scontare nella Prigione Centrale di Pretoria.

La vita in carcere è durissima, analogamente alla severità delle guardie. Bisogna trovare un modo per fuggire da quel posto. Una notte, Stephen ha come una visione: scassinare le serrature delle porte, come faceva da ragazzino. Nel laboratorio di falegnameria dovranno essere attentissimi a produrre delle copie in legno delle chiavi in dotazione alle guardie, senza farsi scoprire proprio da quest’ultime.

Ma non sarà facile eludere la sorveglianza dei secondini. Non si tratta di scassinare una sola porta, ma ben undici! Riusciranno a evadere?

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Fuga da Pretoria: la vera storia dell’evasione

Attenzione, contiene spoiler!

Fuga da Pretoria segue un climax ascendente che porta alle concitate fase della fuga definitiva dal carcere, librandosi da film storico a film da azione con grande efficacia. Per rendere il più possibile veritiera la sua interpretazione, Daniel Radcliffe ha voluto conoscere di persona il vero Tim Jenkin, facendosi raccontare da lui in persona i dettagli di quell’incredibile avventura.

Perché tutto ciò che viene raccontato in Fuga da Pretoria è assolutamente vero, compreso l’artigianale e folle metodo di aprire le porte utilizzando un manico di scopa e uno specchio. Tim e Stephen sono stati fondamentali per le loro battaglie da attivisti, ma la loro fama si deve soprattutto alla rocambolesca fuga dalla Prigione Centrale.

Stephen e Tim hanno realmente fabbricato delle copie in legno delle chiavi. Sporgendosi lateralmente dalla porta della cella, dopo vari tentativi, sono riusciti a inserire la prima chiave nella posizione corretta, stando attenti a non fare troppo rumore per non attirare l’attenzione delle guardie, intente a dormire durante i loro tentativi di evasione.

La foga e la gioia del successo del primo tentativo, però, è stata subito smorzata dalla presa di coscienza che, dopo la prima porta, ce ne fossero molte altre da aprire, alcune addirittura adiacenti agli uffici delle guardie. Una tensione incredibile, che piano piano ha portato comunque i due attivisti al successo e alla fuga, nonostante diversi intoppi e il rischio di essere scoperti.

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Il vero Tim Jenkin con Daniel Radcliffe e le loro foto segnaletiche

Lo stesso Tim ha raccontato a Daniel che ha ancora conservate delle copie delle chiavi che aveva usato per la sua evasione e di Stephen nel 1979, custodite in una scatola a casa. Tutto questo non sarebbe stato possibile, comunque, senza l’aiuto di altri detenuti del carcere, in gran parte altri attivisti, tra cui Alex Moumbaris. Nel film il prigioniero è interpretato da Mark Leonard Winter e viene presentato con il nome di Leonard Fontaine.

Il piano inizialmente prevedeva la fuga di tutti i prigionieri coinvolti. Avendo introdotto segretamente del denaro in carcere, Tim riusciva ancora a comunicare tramite gli altri componenti della sua organizzazione, l’African National Congress (ANC). Ben presto, però, ci si rese conto come far fuggire così tante persone fosse un’impresa troppo ardua. Allora si ridusse a soli tre prigionieri la possibilità di fuga. Ad attenderli fuori dalla prigione vi era un furgone che li avrebbe portati in Mozambico, verso la libertà. Come ci viene mostrato in Fuga da Pretoria, l’accuratezza delle azioni dei protagonisti è stata fondamentale per la riuscita dell’impresa.

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Una delle chiavi di legno utilizzate dai protagonisti in Fuga da Pretoria

Fuga da Pretoria: il cast

Daniel Radcliffe: Tim Jenkin
Daniel Webber: Stephen Lee
Ian Hart: Denis Goldberg
Mark Leonard Winter: Leonard Fontaine
Nathan Page: Mongo
Grant Piro: capitano Schnepel
Adam Ovidia: Van Zadelhoff
Adam Tuominen: Jeremy Cronin

Fuga da Pretoria: il trailer

Trailer ufficiale di Fuga da Pretoria / credits: youtube; Max Milano

Conoscevate l’incredibile evasione raccontata in Fuga da Pretoria? Fateci sapere nei commenti di altre storie simili, non dimenticando di seguirci sul nostro canale whatsapp e su LaScimmiaPensa!