I Ghoul sono tra le creature più riconoscibili e iconiche della saga di Fallout, ma cosa sono esattamente? Zombie, infetti, non-morti? Ve lo spieghiamo
Cooper Howard (Walton Goggins) è un ghoul nella serie di Fallout; un personaggio costruito non a caso per inserire in un ruolo importante una delle figure simbolo della saga videoludica. I ghoul, appunto, celebri quanto i videogiochi stessi ed elemento essenziale nel mondo post-apocalittico che vi è rappresentato.
Cos’è quindi un ghoul? Prima cosa: NON è uno zombie, e anzi odiano essere chiamati così. Non sono morti che tornano in vita, non contagiano diffondendo virus letali mordendo gli umani e specialmente non vagano gemendo con le braccia in avanti. Anche se, ovviamente, delle somiglianze ci sono.
I ghoul sono esseri umani gravemente avvelenati dalle radiazioni risultanti dalla guerra nucleare del 2077, la stessa che ha spinto moltissimi altri a rifugiarsi nei Vault. Le radiazioni li hanno mutati col tempo, estendendo la loro vita anche di secoli (come nel caso di Coop, appunto) ma causando necrosi su tutto il corpo nonché alcune caratteristiche tipiche come la mancanza del naso.
Un ghoul può essere tendenzialmente immortale e immune alle ferite meno gravi; ma dopo qualche tempo diviene “ferale” o selvaggio, ossia perde la ragione e diventa un essere incapace di raziocinio, comportandosi quindi come uno zombie a tutti gli effetti nell’attaccare furiosamente prede e umani.
Ciò nonostante, i ghoul ancora capaci di ragionare posso comportarsi come umani quasi sotto ogni aspetto, persino vivendo all’interno di società più tolleranti e agendo non necessariamente con ostilità e violenza. Nei videogiochi, di fatto, diversi ghoul diventano personaggi secondari e in più occasioni vengono in aiuto del protagonista.
La differenza principale con gli zombie sta quindi nel loro lento cambiamento, che può essere ritardato e può farli restare quasi-umani anche per moltissimi anni. Ma d’altra parte subiscono comunque spesso (anche se non sempre) una inevitabile discriminazione dovuta al loro aspetto e alla loro diversità che rende alcuni tra i più “umani” tra loro in ogni caso inevitabilmente ostili.