Iniziamo l’analisi dal soggetto più vulnerabile, Christiane F, figlia di un uomo violento e di una madre, che una volta separata dal marito, è sempre fuori casa per mantenere lei è la sorella, in un quartiere dove le possibilità di crescita e sviluppo sono limitate.
In un simile ambiente, paradossalmente, la “strada” è un luogo più sicuro di quello che trova a casa e fra le vie del quartiere, nei ragazzi che l’accolgono trova una famiglia, e nei concerti, nelle discoteche avviene l’incontro con le droghe naturale rito di passaggio per essere davvero parte di questa famiglia.
Mark Renton, invece, ha entrambi i genitori e un fratello, anch’egli come Christiane vive in un quartiere di periferia ma non è come Christiane e tutti gli altri ragazzini che si prostituiscono al Bahnhof Zoo per una dose, perché loro non hanno una scelta, è il loro destino che li ha portati fino a lì essendo già segnati dall’infanzia, figli di una realtà dove tutto pare ineluttabile e senza speranze.
Invece in Renton e il suo gruppo di amici si percepisce non la disperazione, ma la noia e il disinteresse per ciò che li circonda, che porta i protagonisti a una sorta di ribellione contro le istituzioni sociali come il lavoro, matrimonio, mettere al mondo figli.
Scegliere i sogni, la non scelta come fuga dal reale
Eppure, la non scelta Renton è a tutti gli effetti una scelta di vita e il film stesso non assumerà mai toni tragici come quello del regista tedesco, perché è tutto dal punto di vista scanzonato e a tratti grottesco di Renton&Co.
Ed è proprio questa la grande differenza che lo allontana dal film di Uli Edel, che come tono invece, è più simile a Requiem for a Dream, perché anche nei momenti “felici” si percepisce la spirale discendente che porterà Harry, sua madre Sara, Marion e Tyrone a un metaforico inverno rigido della loro esistenza (difatti il film è diviso in tre atti, estate, autunno e inverno, dove simbolicamente manca la primavera).
Anche quello di Harry, come per Christiane, è un tentativo di fuga dallo squallore di Coney Island e che nel sogno di Marion, trova nello spaccio un modo per realizzarlo.
Eppure a differenza di Christiane portata via da Berlino per incomincerà una nuova vita, la sua fuga non lo salverà, Harry non ha nemmeno il disincanto ironico di Mark, anzi lui è un sognatore, ha delle speranze, che danno più dipendenza dell’eroina.
Perché in Requiem for a dream la vera dipendenza è proprio il fantasticare su una vita migliore, e per perseguirla, cadranno nella spirale lusinghiera dell’eroina, un derivato della morfina, a loro volta ricavati dall’oppio.
Ed è sempre lì pronta a spalancare le porte per paradisi artificiali lontani dalle preoccupazioni terrene, dove se puoi sognare, puoi farlo…per sempre.