Gli Uccelli (The Birds) è uno dei più celebri film nati dal genio di Alfred Hitchcock. Arrivato nelle sale statunitensi nel Marzo del 1963, fu un successo di botteghino a livello planetario, grazie all’originale trama per gli standard dell’epoca. Purtroppo la critica non valutò positivamente questa pellicola, valutandola come fallace e poco chiara, con un finale troppo aperto e poco risolutivo.
La cosa non turbò più di tanto il re del brivido, che affermò con il suo immancabile sarcasmo di “aver pianto per tutto il percorso da casa fino alla banca“. Gli Uccelli non sarà al livello di altri capolavori come Psyco o La Finestra sul Cortile, ma rimane nella storia del cinema per il modo, fuori dal comune, di cui Hitchcock tratta le paure dell’uomo, evinte proprio nel finale tanto criticato del film. Quali? Scopritelo con noi. Buona lettura.
Gli Uccelli: la trama
Melania Daniels (Tippi Hedren), in una San Francisco degli anni ’60, fa la conoscenza di un aitante e spavaldo avvocato, Mitchell “Mitch” Brenner (Rod Taylor), all’interno di un negozio che vende animali. Entrambi sono alla ricerca di due volatili: Melania un pappagallo che aveva precedentemente ordinato; Mitch di una coppia di inseparabili per la sorellina più piccola, Cathy.
A causa di un malinteso, Mitch scambia Melania per la commessa del negozio. La ragazza, stando al gioco e per prendersi gioco di lui, mostra una serie infinita di esemplari all’avvocato, sbagliando puntualmente la specie richiesta. Dopo questa serie di gag, Mitch rivela a Melania di averla solo presa in giro e di averla riconosciuta: si ricordava di averla vista in tribunale, dato che tempo prima era dovuta comparire di fronte al giudice con l’accusa di guida in stato di ebrezza e per aver sfondato una vetrina con l’auto.
Ne nasce un battibecco dove la donna afferma di sentirsi offesa per il trattamento riservatole, con l’uomo che si giustifica dicendole di averle voluto far pagare il suo atteggiamento poco maturo. Congedatisi con poco piacere, Melania rimane nel negozio di animali, dove ordina una coppia di inseparabili da recapitare di persona a Mitch, sentendosi ancora offesa ma attratta da quell’uomo.
I primi 45 minuti di Gli Uccelli hanno una trama molto simile ad una sitcom spensierata, con Melania e Mitch che, dopo un po’ di tira e molla, trovano la squadra e capiscono entrambi di piacersi. Melania fa la conoscenza di Annie Hayworth, ex compagna di Mitch e maestra della scuola elementare frequentata da Cathy. La bambina si affeziona subito a Melania, ringraziandola per il regalo e chiedendole di partecipare al suo compleanno.
Mitch vive con la madre Lydia e la sorellina in una baia poco lontana da San Francisco, Bodega Bay, in una grande casa su una collina. Lydia è vedova; Cathy, undicenne, è orfana di madre e questo suscita la compassione di Melania, abbandonata da sua madre a undici anni. La madre di Mitch si dimostra poco predisposta nei confronti di Melania, gelosa com’è di suo figlio e tutt’altro che intenzionata a farsi portare via un altro uomo dalla sua vita dopo la morte del marito. La maestra Annie mette in guardia Melania dalla vedova, causa della sua precedente rottura con Mitch.
Oltre a queste contorte dinamiche familiari, qualcosa dal cielo inizia a turbare la quiete dei protagonisti degli abitanti di Bodega Bay: gli uccelli. Corvi e gabbiani iniziano ad attaccare senza motivo le persone, compresi i protagonisti della storia: gli uccelli piombano sia sulla festa di compleanno di Cathy, ferendo i bambini, sia in casa Brenner, attraverso il camino.
La trama del film Gli Uccelli prende sempre più ritmo: gli attacchi si fanno sempre più frequenti e i volatili iniziano a mietere vittime. Lydia trova un suo amico ucciso e con gli occhi cavati fuori dalle orbite; fuori la scuola di Cathy si apposta un enorme stormo che attacca gli scolari. Melania e la bambina si salvano per miracolo, ma la situazione sta diventando sempre più pericolosa.
Affidata Cathy alla maestra Annie, Melania si reca in città alla ricerca di Mitch, allontanatosi alla ricerca di indizi su quello che sta accadendo. Incontratisi in una tavola calda, discutono con i presenti di quanto sta accadendo, cercando riscontri. Un’ornitologa afferma che certi comportamenti da parte degli uccelli siano impossibili; un ubriacone predice la fine del mondo; un pescatore riferisce dell’attacco di alcuni gabbiani al suo peschereccio; un altro uomo invoca la rappresaglia armata.
Qui inizia la scena apocalittica del film Gli Uccelli, con un attacco in massa sulle persone che causa morte, devastazione ed esplosioni. Sembra davvero iniziata l’apocalisse! Trattasi in salvo, Melania viene accusata da una donna nevrotica di essere una strega e che tutti questi avvenimenti sono scattati non appena ha messo piede a Bodega Bay. La ragazza schiaffeggia la signora, ma sentendosi in colpa per il gesto, come un’amissione di colpa.
Tornati a casa, sprangano tutte le porte e finestre, ben attenti a non far rumore per non attirare gli uccelli. Nonostante questo Melania viene ferita quasi a morte in casa, attratta da un battito d’ali proveniente dal piano di sopra. In una stanza trova centinaia di uccelli che la attaccano, entrati da un buco nel soffitto. Per il terrore non riesce nemmeno ad urlare. Aiutata da Mitch, si trova in stato di shock e presto morirà se non riceverà adeguate cure.
Mitch e Lydia, ormai affezionatasi alla ragazza, decidono di provare ad andare via da casa. Una volta usciti, si trovano davanti uno spettacolo inquietante: migliaia di corvi e gabbiani appollaiati intorno e sulla casa, che li osservano con occhi vitrei mentre si avvicinano all’auto. Dopo essere stato ferito più volte, finalmente Mitch porta in salvo le tre donne, con Melania tra le braccia di Lydia, osservati ancora dagli uccelli, portando con loro la gabbietta con la coppia di inseparabili. Alla radio apprendono che i fatti di Bodaga Bay non sono isolati e che, presto, verrà in soccorso l’esercito.
Gli Uccelli: la spiegazione del finale
La devastazione che vediamo ne Gli Uccelli ha radici profonde: siamo in pieno periodo di guerra fredda, il timore di un attacco nucleare è vivo nella popolazione. Un timore che viene dall’alto, proprio come dall’alto venne la prima bomba nucleare sganciata sul Giappone e di cui si parla in Oppenheimer. Un ricordo ancora vivo negli occhi della popolazione mondiale, che vedeva trame di spionaggio e pericoli ovunque, incrementata anche da campagne politiche e media.
Hitchcock gioca su questo terrore insito, metaforizzando con gli uccelli l’imprevedibilità e la possibilità che, planando sulle città, da un momento all’altro si potesse essere vittime di una apocalisse atomica che nel film, invece, assume i contorni di un’apocalisse quasi divina, dove gli uomini e le donne vengono puniti per i loro peccati. Interpretazioni che si possono caratterizzare con gli interlocutori della tavola calda: ognuno rappresenta un modo di reagire e razionalizzare un evento catastrofico.
Dal parere scientifico a quello paranormale, ne Gli uccelli ogni spiegazione sembra plausibile. Un mix di pure sensazioni umane, che affondano le loro radici nel folklore e che si evolvono nella soluzione più razionale, per poi schiantarsi e frantumarsi con la devastazione portata dalle creature.
Il volere di Hitchcock è quello di straniare lo spettatore, disorientandolo come i protagonisti. Non sono casuali, inoltre, le scelte di usare corvi e gabbiani, appositamente addestrati per il film: il gabbiano è il simbolo marino delle anime dei marinai scomparsi in mare; il corvo il simbolo della morte prossima. Entrambi si fondono per materializzare gli incubi delle paure ancestrali dell’uomo.
Oltre la paura del conflitto nucleare, il secondo tema portato sullo schermo ne Gli Uccelli è la sindrome dell’abbandono. I protagonisti, in particolare le figure femminili, sono vittime di abbandono da parte di qualcuno: Melania abbandonata dalla madre, come Cathy; Lydia vedova del marito; la maestra Annie, uccisa dagli uccelli, abbandonata da Mitch. La distruzione portata dagli uccelli è la parabola della distruzione del nido famigliare pascoliano.
In ogni scena dove avviene un litigo o un allontanamento, puntualmente dall’alto piomba la “punizione” degli uccelli che portano ancora più caos. Turbamento interiore che si trasforma in esterno, con la perdita di sicurezze e punti di riferimento sicuri. Proprio come avviene in alcuni difficili contesti famigliari. Gli unici due a non subire le conseguenze di tali sconquassi sono proprio i due uccelli: gli inseparabili che, costretti nella loro gabbia, rimangono uniti per tutta la durata del film Gli Uccelli e che, probabilmente, sono l’amuleto che consente ai protagonisti di mettersi in salvo alla fine.
Osservati con occhi severi, gli umani entrano in auto con un senso di timore reverenziale verso i loro severi aguzzini, come se l’unica via di salvezza sia proprio la convivenza civile: Mitch e Melania mettono da parte i loro diverbi; Lydia accetta finalmente la ragazza come nuora e, quest’ultima, ritrova la figura materna che tanto le era mancata. Il nido è ricostruito, la vita può proseguire.
Solo un genio come Hitchcock poteva partorire questi concetti e trasporli nel leggendario film Gli Uccelli.
Fateci sapere nei commenti cosa pensate di questa interpretazione del film, commentando l’articolo!