Il Problema dei 3 Corpi: la spiegazione del finale

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Ecco il significato della scena finale della prima stagione de Il Problema dei 3 Corpi

Il Problema dei 3 Corpi: come finisce la prima stagione

Dopo i primi otto episodi de Il Problema dei 3 Corpi, abbiamo uno scenario molto poco incoraggiante di fronte al quale gli scienziati protagonisti si affacciano. Dopo il fallimento dell’ambizioso progetto mirato a spedire Will dai San-Ti, sembra che non rimanga possibilità di scongiurare il piano a lungo termine degli alieni per la conquista della Terra

Ma la partita è aperta: i San-Ti minacciano Wade, dicendogli di avere un “ruolo” per lui, e rimettono in azione la fanatica Tatiana, che probabilmente avrà un ruolo sempre più importante. Ma l’ONU designa Saul come “impenetrabile” e la sua posizione è nascosta agli alieni perché non chiaramente accettata né affermata.

La battaglia e la guerra

In altre parole, la capacità umana di mentire e fingere, incomprensibile per i San-Ti, potrebbe dimostrarsi alla lunga un’arma vincente e fondamentale. Per il momento, tuttavia, la guerra appare già perduta e la morte di Will è un duro colpo per Saul e Jin. Al che Clarence, il poliziotto/agente fedele di Wade le cui azioni hanno coinvolto tutti quanti nel progetto di difesa, interviene.

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Consola i due invitandoli a non abbattersi solo perché “una battaglia” è perduta, assicurando che la guerra sarà ancora lunga. E lo sarà davvero: gli alieni arriveranno sulla Terra solo 400 anni dopo. Ma è difficile trovare coraggio: i San-Ti possono spiare i terrestri in ogni momento, e tramite i loro stessi schermi televisivi e tecnologici li hanno definiti tutti quanti “insetti”. Da schiacciare, si intende.

Umani e insetti

Allora, Clarence porta Saul e Jin in una qualche palude delle Everglades, e mostra loro un luogo che letteralmente pullula di migliaia se non milioni di insetti. Procede quindi con il suo discorso di incoraggiamento, mantenendo il paragone tra gli umani e le bestioline che proliferano attorno a loro.

“Noi umani odiamo gli insetti, proviamo a sbarazzarcene da sempre. Spruzziamo pesticidi dagli aerei, avveleniamo il suolo, proviamo a renderli sterili, li scacciamo, bruciamo, calpestiamo. Ma guardate: loro non se ne vanno mai”, spiega Clarence. E brinda con il rum: “Agli insetti!”

Resistere e sopravvivere

In altre parole, il punto di Clarence è filosofico ma anche concreto. Se è vero che per questi alieni gli umani sono come degli insetti, è anche vero che se gli insetti sono sempre sopravvissuti agli umani sarà possibile anche, per questi ultimi, farlo quando verranno attaccati dagli alieni.

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Si tratta insomma della buona vecchia resilienza, la capacità di resistere, adattarsi e sopravvivere, adottando strategie nuove e rifiutando la resa fino all’ultimo. E la sottigliezza della moralità umana, con le sue pieghe subdole e le sue scorciatoie intellettuali, verrà certo in aiuto alla lotta della specie contro gli extra-terrestri. Come gli insetti, potranno sopravvivere ad ogni avversità.

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