Sono oramai circa 3 mesi che Chiara Ferragni è finita al centro della polemica dopo la multa di un milione di euro che l’Antitrust le ha comminato per il cosiddetto pandoro-gate. Sebbene sarà la legge a decidere le responsabilità dell’influencer, il contraccolpo che questa storia ha avuto sulla sua figura pubblica è a dir poco devastante.
Secondo infatti i dati raccolto dall’agenzia Arcadia con a capo Domenico Giordano, dal 15 dicembre a oggi, Chiara Ferragni ha infatti oltre 500mila follower sugli oltre 29 milioni totali. Tuttavia, per comprendere a meglio la perdita economica che l’influencer sta subendo bisogna guardare ad un altro numero, quello dei post pubblicati. Per l’imprenditrice infatti ogni post pubblicato ha un potenziale valore di 93mila euro, spiega l’agenzia.
Se ipotizziamo che mensilmente ne pubblicasse 10, la perdita stimata per difetto è di circa 1milione di euro al mese – spiega Giordano a Il Giornale. A questo computo va somma toquello delle stories il cui valore di solito è di un terzo del post, quindi se ne pubblicasse 20, a quel milione se ne aggiungerebbe un altro mezzo. Quindi, a fronte di questi calcoli possiamo ipotizzare una perdita sul trimestre di 5 milioni di euro
Dal pandoro-gate Chiara Ferragni non ha più pubblicato contenuti pubblicitari che non fossero legati al suo brand, diminuendo dunque all’osso i post adv. Basti pensare che a maggio del 2023, picco lavorativo massimo dell’influencer, i post pubblicati sono stati oltre 70, mentre a genanio 2024 sono stati solamente 8, 14 a febbraio. A marzo siamo ancora fermi a 4. Una riduzione colossale rispetto alla produzione media dell’influencer.
Infine, spiega sempre Giordano a Il Giornale, il dato più preoccupante per la Ferragni è quello relativo l’engagement, ovvero sia la percentuale con cui i followers interagiscono con i suoi post. Questa cifra è decisamene tracollata dal 5.8% di gennaio 2023 allo 0.54% di gennaio. E a marzo è attualmente allo 0.18%. Stesso discorso per le interazioni suoi suoi post passate dalle quasi 44.8milioni di febbraio 2023 alle 5 milioni scarse di gennaio 2024.
