Intervista a John Jack Rodgers, Stella Adler Academy di LA

Stella Adler Academy & Theatre - Los Angeles Productions
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In esclusiva l’intervista al Direttore della scuola di Hollywood John Jack Rodgers, con cui abbiamo fatto una coinvolgente e intensa chiacchierata.

Stella Adler Academy, Intro

Una stella, un sogno. È la Stella Adler Academy of Acting & Theatre di Hollywood, Los Angeles, l’ Accademia di “non” recitazione per eccellenza, dove tutto sa di verità. Appena entrati, potete immaginare di respirare un’atmosfera accogliente, ma solenne. A ricordarti dove sei, ci pensano le lettere bronzee scolpite nell’entrata principale, le quali sembrano dire: “ehi, stai camminando sullo stesso suolo di Marlon Brando, Robert De Niro, Mark Ruffalo, Warren Beatty, Harvey Keitel, Chris Cooper, Kim Basinger, Benicio del Toro”! e tanti altri…

Ma la Stella Adler Academy of Acting & Theatre è fatta soprattutto di persone, di umanità e connessioni speciali, con ragazzi alla ricerca della propria identità. L’ accademia non ti insegna solo a recitare, ma ti aiuta a scoprire e capire chi sei. Cosa puoi cambiare per te stesso e per il mondo, e cosa puoi fare tu per gli altri. Qui non sei un numero, sei un nome. Devi alzarti in piedi alla “Capitano, mio Capitano!” e provare. Cadere. Rialzarti. E riprovare ancora. “L’essere umano che recita è l’essere umano che vive” disse il regista teatrale Lee Strasberg. E qui si impara a vivere alimentando i luoghi dell’anima. 

Stella Adler Academy, L’ Intervista

John Jack Rodgers, Stella Adler Academy: “L’importanza di scoprirsi umani”

La Stella Adler Academy of Acting & Theatre è stata fondata da Stella Adler nel 1985 insieme a Joanne Linville e Irene Gilbert. In un mondo in cui gli uomini hanno spesso dominato la storia della recitazione americana, una donna ha rifiutato di rimanere sullo sfondo in silenzio. Al contrario, ha spinto il metodo americano in una nuova e audace direzione. Questa donna era un’artista e insegnante determinata a svelare i segreti della recitazione e ad aiutare gli attori a realizzare interpretazioni intense. Potresti raccontarci qualcosa sulla gloriosa storia di questa accademia?

J. Quello che hai appena detto è incredibilmente vero. Molte persone non sanno che Stella ha studiato personalmente con Konstantin Stanislavski. Era l’unica americana, sicuramente la sola persona di lingua inglese che abbia mai studiato personalmente con lui. Per caso, lei si trovava a Parigi nello stesso periodo in cui lui si trovava in città e ha studiato con lui. Hanno trascorso del tempo insieme e lì ha conosciuto molte delle sue nuove teorie che ha portato in seguito a New York. Alcuni, come Sanford Meisner, hanno effettivamente studiato con lei per un po’ al fine di conoscere gli approcci più recenti di cui parlava Stanislavski. Alla fine, Stella fu messa sotto contratto dalla WB Studio e così si trasferì a Los Angeles. Quando altri attori dello studio sentirono che aveva studiato con Stanislavski, volevano studiare con lei. In realtà, ha iniziato la sua carriera di insegnante qui a Los Angeles e una volta terminato il contratto, è tornata a New York. Tuttavia, continuò a venire a Los Angeles regolarmente per insegnare, spesso per periodi di tempo prolungati. Poi, alla fine, fu convinta ad aprire una scuola permanente qui, che finalmente fondò nel 1985.

Seguendo questo argomento, c’è una bella citazione di Mark Ruffalo, ex studente di questa accademia, per Variety Magazine: “sono stato sei mesi seduto in classe senza fare nulla, quando Joanne Linville mi ha detto ‘per quanto si possa imparare stando seduti e osservando, non imparerai realmente ciò che devi se non ti alzi e provi a fare qualcosa. Oggi devi lavorare’.”

Il feedback che ha ricevuto dal suo primo tentativo di recitazione è stato incoraggiante. Il metodo di Stella Adler sembra essere guidato dalla convinzione che la crescita come attore e la crescita come persona siano la stessa cosa. L’accademia fornisce gli strumenti e la disciplina per nutrire e sostenere attori che sono impegnati non solo nell’arte, ma anche in una vita di impegno sociale. Potresti dirci di più sulle tecniche o metodi della tua accademia e dei tuoi insegnanti?

J. Joanne aveva ragione. Joanne Linville era anche la mia insegnante, così come lo era Stella. Continuiamo al 100% ciò che hanno iniziato Stella Adler, Irene Gilbert e Joanne Linville. Crediamo che un attore debba alzarsi in piedi. Ci sono molte classi a Los Angeles, forse in ogni città del mondo, con numeri molto elevati. Molti attori possono sedersi sul retro della stanza e non alzarsi mai. Non devono nemmeno essere visti se non vogliono. Questo non è ciò che facciamo noi. Devi alzarti in questa scuola, manteniamo le classi molto piccolo appositamente, e devi alzarti e lavorare. Questo lavoro comporta il risveglio dell’immaginazione. È molto basato su questo. Tutti gli esercizi nella nostra scuola iniziano con la lettura della sceneggiatura, la sua analisi, la comprensione di ciò che questa sta comunicando come tema, storia, trama. Poi, in particolare, lavoriamo sull’inserimento del personaggio, e poi più specificamente, sul periodo temporale.

Potresti dirci di più?

J. Le persone sono persone, ma dove cresci influisce su chi sei. Leggendo un testo ci chiediamo qual è il periodo temporale? E poi guardiamo la vita di quella persona. Come influisce il mondo e ciò che sta accadendo nel mondo sulla sua esistenza? E ancora chi è la sua famiglia? Chi sono queste persone e come questo ha influenzato il personaggio? Poi il livello successivo è capire come questo personaggio, il mio personaggio, reagisce a questa formazione. Quello che vorrei dire è che l’aspetto importante di questa tecnica è l’analisi e la disamina del testo. Lo studiamo per informare la nostra immaginazione. Se conosciamo tutte le sfumature che riguardano la storia di un personaggio, possiamo iniziare a costruire chi è, per poi trasferire tutto ciò nell’interpretazione davanti alla telecamera o sul palco. Tutto quel lavoro e ogni esercizio nella scuola, dall’analisi e la disamina del testo fino alle lezioni di tecnica, risvegliano la nostra immaginazione fino al punto di entrare in azione.

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Stella Adler Academy & Theatre – Los Angeles Productions

Questo metodo sembra incoraggiare gli attori ad ampliare la loro comprensione e sensibilità nei confronti del mondo al fine di creare performance convincenti e veritiere. Secondo te, quanto è importante “rimanere umani” ed essere impegnati socialmente? E come questo non può prescindere dal voler diventare attori e dall’arte della recitazione?

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J. Noi crediamo fermamente che, come hai detto, siano inseparabili. Se stai usando la tua immaginazione per metterti nei panni di altre persone, che succede se quella persona è un contadino nel Medioevo, o una persona povera della classe lavoratrice negli Stati Uniti o in qualsiasi parte del mondo in tempi attuali? Se devi interpretare quel personaggio, non hai il diritto di guardarlo dall’alto in basso. Devi entrare nella sua mentalità e capire quel mondo e come è stata la sua educazione, e quanto sia difficile essere quella persona. Se stai interpretando anche un tiranno, devi entrare nella sua mentalità e cercare di capire perché o come giustifichino il loro comportamento. Questo apre le nostre menti a modi di pensare diversi. Questo significa connettersi con l’umanità.

Inoltre, crediamo nel servizio pubblico. Essendo un’organizzazione no-profit, facciamo attività di sensibilizzazione nelle scuole pubbliche e nelle zone a basso reddito di Los Angeles. Portiamo l’educazione artistica in quelle scuole perché purtroppo il bilancio per l’istruzione è stato tagliato in questo paese. Cerchiamo di colmare questa lacuna e chiediamo ai nostri studenti di aiutarci a farlo e loro lo fanno. Ancora una volta, ciò ci permette di conoscere le vite dei bambini che non crescono con privilegi. Non tutti nella nostra scuola provengono da famiglie facoltose. Alcuni sì, ma abbiamo anche molte borse di studio che offriamo a persone che non possono permettersi di frequentare la scuola. Questo è un aspetto importante, perché molte scuole di recitazione non lo fanno, hanno ragazzi i cui genitori possono permettersi di pagare. Qui mettiamo tutti insieme. Tutte le razze, tutti i colori, tutte le religioni. Abbiamo persone provenienti da tutti gli Stati Uniti e da tutto il mondo. È molto umano. Mi piace chiamarle “le Nazioni Unite delle scuole di recitazione.” Abbiamo persone dall’Italia, dalla Florida, dal Texas, da New York, dall’Illinois, dalla California, dal Giappone, dalla Francia, dall’Inghilterra, dal Canada e dall’Australia.

Tutto così umano!

J. Sì, è una cosa meravigliosa, tutti insieme. Esistono molti livelli negli esseri umani. Crediamo fermamente che tutto ciò debba essere unito all’impegno sociale, perché usando la tua immaginazione puoi metterti nei panni di molte persone diverse. Utilizzare la propria immaginazione e fare ricerca su come viva questa persona, capire quali siano le sue sofferenze, come sia diventata chi è, è ciò che ci connette profondamente con l’umanità.

Potresti fornire una panoramica del programma e delle lezioni dell’Accademia? Come garantisce il coinvolgimento e la partecipazione degli studenti durante le lezioni? Qualcosa in più sulle borse di studio?

J. Per quanto riguarda le borse di studio, generalmente chiediamo agli studenti di venire qui e dimostrare il loro impegno per uno o due semestri e poi richiedere una borsa di studio, ma ciò non significa che non le offriamo talvolta proprio all’inizio. Il programma nel complesso si concentra, come ho detto prima, sulla scomposizione del testo e sulla ricerca di indizi su chi sia il personaggio. Analizziamo, immaginiamo e poi recitiamo. Analizziamo la sceneggiatura e informiamo le nostre immaginazioni e poi costruiamo questo personaggio immaginario basato su tutte le nostre ricerche. In seguito lasciamo fluire tutto il lavoro e lasciamo che esista nei nostri corpi. Ce l’abbiamo dentro di noi, ci connettiamo ad esso. Ci presentiamo sul set e riscaldiamo i nostri corpi. Riscaldiamo le nostre voci. Ci ricolleghiamo al personaggio e alle nostre note e poi recitiamo. Entriamo semplicemente a vivere veramente attraverso le nostre immaginazioni.”

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Stella Adler Academy & Theatre – Los Angeles Productions

Siamo a conoscenza dell’esistenza del “Programma di sensibilizzazione della comunità”. Potresti dirci di più anche su questo aspetto e sulla tua attività sociale?

J. Come organizzazione no-profit negli Stati Uniti, crediamo che come attori e artisti siamo tenuti ad essere al servizio degli altri. Ci sono compagnie teatrali, compagnie afroamericane e spagnole qui a Los Angeles e molte altre compagnie. Persone che non hanno accesso a un teatro. Condividiamo la nostra casa con loro, a volte a pagamento, a volte a una piccola tariffa, spesso gratuitamente. Non siamo un’organizzazione ricca, offriamo il massimo aiuto possibile a loro e agli altri. Questo è un altro modo in cui siamo al servizio della comunità. Poi facciamo attività di sensibilizzazione presso gli istituti scolastici della zona e presso strutture per anziani. Negli anni, siamo andati negli istituti a leggere con persone anziane, e fare spettacoli gratuiti per bambini.

Crediamo anche molto fermamente che non stiamo cercando di creare star del cinema o attori che si basano solo sul loro ego. Vogliamo creare attori che comprendano il lavoro e che siano al servizio di una sceneggiatura e di un pubblico, che servano idee e ideali più grandi del proprio ego e della fama, e di come appaiono. Bisogna preoccuparsi meno di questo, e preoccuparsi di più del personaggio e di essere al servizio delle persone.

“A volte la vita comprime e distrugge l’anima e l’arte ti ricorda che ne hai una.” Così parlò Stella Adler. Ho letto la stessa citazione a Mark Ruffalo durante una sessione di Q&A al Cinema Troisi di Roma, la scorsa settimana. Riporto questa citazione perché Mark ha sottolineato l’importanza di mettere tutti gli aspetti della recitazione in uno spazio sicuro dell’ arte -e del cuore- dove dovremmo essere liberi di esplorare qualsiasi parte dell’umanità, come hai sottolineato anche tu. Mark ha inoltre condiviso con noi i grandi insegnamenti di questa accademia. Potresti dirmi quale valore ha questa scuola per te e descrivere un momento o un’esperienza particolarmente significativa e memorabile?

J. Ce ne sono così tanti. Ricordo quando ero uno studente molto più giovane 34 anni fa. Avevo una piccola motocicletta, uno scooter, tipo una Vespa. L’ho portata su per le colline, a casa di Stella (n.d.r. Stella Adler) per aiutarla. Mi chiesero di darle un passaggio, così ho passato del tempo con Stella in macchina da solo, e abbiamo parlato della serata, della lezione, e così via. Ricordo la prima classe con Stella. Sono andato, mi sono seduto nei posti a sedere e lei era lì sul palco a darci una lezione. Non dimenticherò mai quando disse: “Siete attori, siete nobili. Quello che fate è importante. È importante per il mondo perché gli attori possono cambiare il mondo. Il teatro e il cinema possono cambiarlo. Se lo fate nel modo giusto. Anche una commedia, una satira, un dramma, un melodramma, possono cambiare il mondo. Il teatro ha fatto questo lungo tutta la storia. Gli artisti hanno fatto questo lungo tutta la loro storia. Siate consapevoli della vostra responsabilità. Ricordate l’importanza di ciò che state facendo. Non prendetelo mai alla leggera. Fate sempre i compiti. Fate sempre il vostro lavoro. Arrivate sempre in orario. Non solo perché è giusto farlo e siete professionisti, ma perché è importante. Quello che state facendo è importante per l’umanità, per il mondo e per la storia.” Sono nato a New Orleans, Louisiana. Come giovane attore, ho iniziato il mio primo anno di recitazione all’università. Non avevo il coraggio di recitare alle superiori. All’inizio, sentivo che quello che stavo facendo era importante, ma nessuno me l’aveva mai detto in quel modo. Ricordo quel momento, e lo ricorderò per il resto della mia vita.

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Grazie per aver condiviso con noi tutte queste emozioni. Vorresti aggiungere qualcosa?

J. Un altro momento che ricordo da giovane studente in classe. Stavo lavorando su un personaggio. Mi era stato assegnato un personaggio proveniente dagli “Appalachi”. Non so se avete familiarità con la geografia di questo paese, ma si tratta del Kentucky e del Tennessee, e molto in alto sulle colline, c’erano quelli che chiamiamo “hillbillies”, gli abitanti delle zone rurali e montuose. Era all’inizio degli anni ’30 e questa era la cornice della pièce teatrale. Ricordo che l’insegnante mi disse qui alla Stella Adler (nel 1991 o 1992): “Non giudicare il personaggio. Lo stai interpretando. Pensi che sia difficile per te entrare in quella parte? È intelligente. Non è stupido. Non è semplice. Ha una vita e un’istruzione, e sta facendo funzionare tutto, lassù nelle montagne degli Appalachi, nel Tennessee e nel Kentucky.” In sostanza, mi stava dicendo di non giudicare il personaggio ma inserirsi nel medesimo e capirlo. Solo perché è un “hillbilly” non significa che non sia un essere umano. Ho lavorato veramente a inserirmi nel personaggio, usando la mia immaginazione e la ricerca per capire veramente chi fosse. Anche questo è stato un grande momento per me alla scuola. Non lo dimenticherò mai.

Quale impatto speri che la Stella Adler Academy of Acting & Theatre abbia sui vostri studenti e sulla comunità nel futuro?

J. Bella domanda. Devo dire che ogni giorno osservo i nostri studenti nei corridoi. Osservo le loro performance alla fine di ogni trimestre. Proprio la settimana scorsa stavamo facendo questo, ed è stata una gioia perché si vedono i loro progressi. Stiamo insegnando un percorso, una tecnica su come arrivare al personaggio. Le persone imparano quella tecnica e imparano come applicarla a diversi livelli e a diverse velocità. Alcuni lo capiscono velocemente, altri meno velocemente. Solo perché qualcuno lo capisce rapidamente, o a volte quando qualcuno impiega più tempo per capire il lavoro, non significa che saranno i peggiori in assoluto. Anzi, a volte sbocciano diventando i migliori attori. La gioia sta nell’osservare gli attori crescere. Non solo crescere come professionisti, ma crescere come esseri umani. Abbiamo studenti che vengono qui così timidi a volte, camminano per i corridoi e sanno che io dirigo la scuola, a volte hanno paura anche solo di guardarmi.

Io scherzo sempre con tutti e li prendo in giro, e mi piace quando iniziano a prendere in giro anche me. Non hanno più paura. Sono solo un altro ragazzo, sono solo un altro attore, a quel punto non sono più il capo di nessuno.

L’importanza della comunità…

J. Sì, siamo tutti nella stessa barca. Quando inizio a vedere che questo accade è una gioia. Inoltre, voglio trasmettere ai nostri studenti una responsabilità verso l’umanità, e una responsabilità verso questo luogo. Una volta c’erano Stella Adler, Joanne Linville e Irene Gilbert. Ci sono stati Milton Justice e Arthur Mendoza. Poi sono arrivati Mark Ruffalo, (che ora fa parte del nostro consiglio di amministrazione) Tim McNeil, Chris Thornton, Rick Peters, Laura Leyva, e molti dei nostri grandi insegnanti. Chiamo questa la “nostra casa creativa” perché è una famiglia creativa. Alla fine, la torcia dovrà passare alla nostra famiglia creativa della prossima generazione. E voglio che sentano una grande responsabilità nel mantenere questo luogo in vita perché penso che sia un luogo importante. Importante nel cuore e nel lavoro. A volte le persone entrano qui dicendo: “Voglio essere una star del cinema”. Penso: “è fantastico. Spero che tu possa diventare una star del cinema. Diventa Mark Ruffalo e aiuta a mantenere aperta questa scuola!”.

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Ph. Imagery by Oscar & Hollywood Walk of Fame / Mark Ruffalo in front of the Stella Adler Academy of Acting

Sono sicura che questa accademia avrà un impatto importante su tutti i vostri studenti e sulla comunità per le vostre idee, la vostra anima, il modo di manifestare la vostra libertà e, soprattutto, di prendersi cura degli esseri umani. L’ultima domanda, simpatica e forse un po’ retorica: Questa è “la settimana”. Riguardo questa notte importante, chi speri che vinca agli Oscar?

J. Conosco due persone quest’anno che sono candidate agli Oscar. Le conosco personalmente e bene. Una è Mark Ruffalo. Sarei ipocrita se non dicessi che spero che vinca perché amo Mark. Lo considero un caro amico e l’ho visto crescere. Conosco Mark da 34 anni. Penso che sia un attore molto bravo e una persona molto gentile. Mi piacerebbe vederlo vincere. Tuttavia, lo dico sinceramente. Sono contento che sia nominato e penso che tutti i nominati siano fantastici, ma ritengo che Robert Downey Jr sia stato fantastico in Oppenheimer. È difficile dire che un attore sia migliore dell’altro. Poi c’è un altro mio amico che è anche mio vicino di casa, si chiama Edward Lachman ed è un direttore della fotografia, ha una nomination per questa categoria. È una persona molto simpatica. Tifo anche per lui, ma sono davvero tutti fantastici.

Quindi, ricapitolando, prima di tutto diventare un essere umano migliore, e poi magari una star del cinema…

J. Assolutamente. Segui i tuoi sogni, ma segui anche il tuo cuore.

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Stella Adler Academy, Website:

https://stellaadler.la/

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