Villeneuve parla della presenza di Anya Taylor-Joy in Dune 2
In questo momento al cinema trovate Dune: Parte seconda, secondo capitolo della saga fantascientifica basata sul romanzo di Frank Herbert diretta da Denis Villeneuve (qui la nostra recensione). Il film contiene al suo interno anche un breve cameo di Anya-Taylor Joy che interpreta Alia, la sorella minore di Paul Atreides che ricopre un ruolo fondamentale nel proseguo della storia.
Tuttavia la sua presenza porta con sè diversi problemi di adattamento. Alia ha infatti solo pochi anni alla fine del romanzo di Herbert, ma è saggia oltre i suoi anni, tanto che le Bene Gesserit la definiscono un “abominio”. Villevenue avrebbe potuto scegliere un attore bambino per il ruolo, come ha fatto David Lynch con Alicia Witt nel suo film Dune del 1984, ma è una parte sofisticata che richiede violenza e intelligenza.Â
Inoltre non è stato annunciato alcun casting per bambini. Si è dunque pensato che il regista abbia voluto usare un burattino di qualche tipo per catturare il suo mix unico di giovinezza e saggezza. Invece, il cineasta ha deciso di comprimere la sequenza temporale della storia. Alia appare infatti in Dune: Parte Seconda, ma solo brevemente, e per di più in un sogno. Durante una delle visioni del futuro di Paul, parla con una versione adulta di sua sorella, interpretata appunto da Anya Taylor-Joy .
Ero profondamente felice del fatto che Anya abbia accettato la sfida di interpretare un fantasma e un segreto – dice Villeneuve a Entertainment Weekly. Non posso credere che abbiamo mantenuto il segreto così a lungo. C’è voluto così tanto lavoro per mantenere quel segreto. Tutti hanno firmato con il sangue.
È venuto fuori dalle discussioni sulla sceneggiatura con Jon [Spaihts], quando stavamo cercando di capire come aumentare la tensione e creare più slancio nella storia – spiega Villeneuve. Per mettere più pressione su Paul, abbiamo deciso di comprimere i tempi. Avevamo l’idea di poter creare la sensazione della progressione del tempo durante la gravidanza di Jessica.Â
Ho pensato che fosse davvero fresco e originale avere un personaggio incinta e ancora una donna potente, una figura centrale della storia. Non ricordo di averlo visto, soprattutto in un film di fantascienza, e mi ha dato l’opportunità di sviluppare idee che erano nel libro. Farla parlare con il suo feto era un modo per illustrare il potere dell’Acqua della Vita, questa sostanza che ti dà accesso alle vite passate delle precedenti Reverende Madri. Era un modo per esprimere in modo più preciso il modo in cui Alia diventa questo abominio.
La amo. Mi piacerebbe realizzare Dune Messiah solo per poter lavorare di più con lei e Florence. Quelle attrici sono davvero stimolanti. Mi danno i brividi e la voglia di farne un altro