Indice
A cura di Elia Vitarelli
Abbiamo visto la versione 4K di Lupin III - Il Castello di Cagliostro. Ecco cosa ne pensiamo
A distanza di 45 anni dalla sua realizzazione , arriva nelle sale italiane, nella sua versione restaurata in 4K, “Lupin III – Il Castello di Cagliostro”, film che ha segnato l’ingresso del maestro Hayao Miyazaki nel mondo del cinema. Un esordio particolare che simboleggia l’incontro tra l’immaginario di Monkey Punch e lo stile del fondatore dello studio Ghibli, in un’opera apparentemente semplice ma colma di dettagli e di interessanti intuizioni registiche.
La pellicola narra le vicende del famoso ladro Lupin III che, accompagnato dai suoi fedeli amici Jigen e Goemon, decide di mettere a segno un colpo nel castello appartenente al perfido Conte di Cagliostro, possessore di una zecca clandestina in cui vengono stampate banconote false di una valuta chiamata “denaro del capro”.
Una volta arrivato nelle vicinanze del castello, Lupin si imbatte in una giovane ragazza in fuga, inseguita da un gruppo di uomini intenzionati a imprigionarla. Dopo essere riuscito a salvarla, il ladro perde i sensi a seguito a un colpo alla testa, lasciando la ragazza in preda ad altri scagnozzi del Conte. Prima di venire rapita, la giovane lascia a Lupin, ancora svenuto, un guanto con al suo interno un misterioso anello , con inciso uno strano simbolo. Al suo risveglio, il ladro osserva l’anello e comprende così che la ragazza è in realtà la giovane Clarisse, duchessa di Cagliostro e adesso promessa in sposa, suo malgrado, al malvagio Conte.
Lupin deciderà così, con l’aiuto dei suoi compagni e del suo rivale Zenigata, di introdursi all’interno del castello per poter salvare la ragazza dalle grinfie del potente sovrano di Cagliostro e concederle così la libertà.
Lupin III – Il Castello di Cagliostro nasce dopo l’esperienza registica di Miyazaki nella serie dedicata a Lupin III, un’insieme di circa 15 puntate (che verrà denominato poi come il periodo della “giacca verde”), nelle quali il regista rimodellò alcuni tratti del protagonista, cercando di avvicinarlo alla figura del ladro gentiluomo e smussando i lati più cinici e negativi della sua personalità. Un percorso che vede come punto d’arrivo la realizzazione del lungometraggio del 1979, in cui Miyazaki sceglie così di spostare definitivamente il personaggio su una dimensione più proletaria (rappresentata ad esempio da elementi come la Fiat Cinquecento che vediamo sin dall’inizio del film) e legata a sentimenti nobili verso i più deboli.
La pellicola si rivela essere un ottimo esordio per vari motivi. Nonostante il legame obbligato con il mondo ideato da Monkey Punch, che definisce il carachter design di tutti i personaggi principali, Miyazaki riesce a inserire comunque elementi riconducibili a quello che diverrà il suo immaginario narrativo, individuabili principalmente nella messa in scena e nell’uso sapiente delle luci e delle ombre. E proprio sul contrasto tra luci e ombre , il film poggia le sue basi.
Oltre alla contrapposizione, utile allo sviluppo della trama, del personaggio del conte (legato all’oscurità ) con la purezza della giovane contessa, Lupin III – Il Castello di Cagliostro vive di ambienti in forte contrasto tra loro: ai paesaggi naturali e sognanti, si alternano interni cupi e ostili come , per esempio, le segrete del castello , abitate da figure scheletriche e spaventose.
L’animazione, apparentemente semplice, nasconde in realtà molti dettagli estremamente curati, come i riflessi dell’acqua o le particolari strutture architettoniche delle scenografie presenti nel paese di Cagliostro. Una maestria e una cura che trovano la loro realizzazione in scene indimenticabili, prima su tutte la famosa sequenza all’interno della torre dell’orologio, in cui i personaggi combattono saltando da un ingranaggio meccanico all’altro, muovendosi in un’animazione in costante sviluppo.
Una scena perfettamente calibrata e costruita, a tal punto da ispirare gli animatori dei Walt Disney Studios, che la citeranno apertamente, alcuni anni dopo, nel film “Basil L’investigatopo”.
Nel suo sviluppo narrativo Lupin III – Il Castello di Cagliostro riesce perfettamente a equilibrare il bilanciamento tra l’azione, il mistero e un lato umoristico che accompagna costantemente il racconto. Per sottolineare questo aspetto, vengono qui riportate , direttamente dalla serie, le dinamiche inter relazionali tra i vari personaggi, come ad esempio il rapporto di rivalità tra Lupin e l’ispettore Zenigata, sul quale vengono costruite varie gag che riescono sempre ad andare a segno, suscitando così spettatore un sentimento di familiarità .
Una nota di merito è da attribuire alla colonna sonora, sempre in linea con la narrazione e squisitamente in pieno stile anni 70. Nonostante alcune imperfezioni nella sua sceneggiatura, “Il Castello di Cagliostro” riesce comunque a risultare estremamente convincente grazie alla sua messa in scena e a una regia che , seppur giovane, trasuda una forte personalità. Quella stessa personalità che, negli anni a venire, diverrà sempre più definita sino a rimodellare gli schemi e l’immaginario di tutto il cinema d’animazione moderno, facendo di Hayao Miyazaki, uno dei più importanti maestri del nostro tempo.
Doppiaggio originale (1984)
Secondo doppiaggio (1992)
Terzo doppiaggio (2007)
Andrete a vederlo?
Seguiteci su LaScimmiaPensa