Disney: Biancaneve e gli stereotipi femminili nell’animazione classica

Biancaneve
Condividi l'articolo

Quando Aurora svegliò Biancaneve grazie alla fata madrina di Cenerentola, Belle sposò il mostro e le streghe cattive si scoprirono sorelle

Nelle fiabe Disney possiamo trovare degli stereotipi, o meglio degli elementi ricorrenti, la stessa regista Paola Cortellesi se n’è accorta citando Biancaneve e Cenerentola. Ma sono davvero stereotipi frutto della cultura patriarcale quelli presenti nelle colorate e musicali fiabe della nostra infanzia, capaci di far sognare generazioni di bambini, o dietro c’è qualcosa di più profondo e arcaico?

Le fiabe secondo Paola Cortellesi

La regista Paola Cortellesi, durante un monologo di inaugurazione, cita Cenerentola e Biancaneve sostenendo come, se entrambe le ragazze non fossero state belle, nessun principe le avrebbe salvate. E lo fa definendo il principe di entrambe: un estraneo che sposano subito, trovando così la propria realizzazione (e salvezza) solo nel matrimonio.

La Cortellesi aggiunge anche che Biancaneve faceva la colf ai sette nani, mentre Cenerentola è bravissima nelle faccende domestiche, ed oltre a queste caratteristiche, entrambe le ragazze sarebbero ingenue al limite del patologico, senza alcuna altra caratterizzazione. La regista definisce le fiabe di sia Cenerentola che di Biancaneve pregne di sessismo e fautrici di cattivo esempio per le bambine.

La regista però sembra dimenticare che i film Disney che ci hanno tramandato queste storie uscirono uno nel 1937 (Biancaneve) e uno nel 1950 (Cenerentola), entrambi ispirati dalle fiabe dei fratelli Grimm del 1812. In esse, Biancaneve era solo una bambina mentre la storia vera a cui si è ispirata la vedrebbe nelle vesti della contessa Margaretha von Waldeck vissuta nel ‘500.

Per quanto riguarda Cenerentola, le origini della storia si frammentano in versioni da tutto il mondo perfino trovandone traccia nell’Egitto della XXVI dinastia e in Cina. Ma non siamo qui per parlare delle origini delle fiabe a cui sono ispirati i classici Disney né tanto meno aprire una discussione sul sessismo presente in esse, che per fortuna oggi sappiamo riconoscere e individuare, ma che all’epoca era considerato la norma.

LEGGI ANCHE:  Remake e Reboot: ecco i più attesi per il 2019
image 292
La Bella Addormentata nel Bosco (Aurora)

Archetipo non fa rima con stereotipo

Se all’epoca il ruolo della donna rappresentato nei film Disney (e non solo) era solo quello di vittima da salvare e relegata all’ambiente domestico, dove l’unica altra caratterizzazione degna di importanza (oltre ad essere artefice della sventura di queste giovani ragazze) è l’essere bellissime – cosa che causa la rivalità e l’odio di altri personaggi femminili (la Regina di Biancaneve e la matrigna di Cenerentola) – oggi per fortuna guardando le nuove storie Disney possiamo notare come la tendenza non sia più quella.

Le similitudini e cosiddetti stereotipi in queste fiabe Disney altro non sono quelli che Carl Gustav Jung definiva archetipi dei simboli facenti parte dell’inconscio collettivo (che ha carattere ereditario) presente in ognuno di noi e che accomuna tutte le culture, religioni, miti – e quindi le fiabe stesse – del mondo, quindi una vera e propria eredità collettiva e universale presente in modo inconscio.

Ma torniamo alle fiabe della Disney e ai suoi archetipi e quindi similitudini, iniziando proprio da Biancaneve e Cenerentola. La stessa Paola Cortellesi ne ha individuato delle similitudini: l’ingenuità oltre che la bellezza e proprio l’ingenuità è uno dei dodici archetipi di Jung, a cui in questo caso può corrispondere anche quello dell’Orfano.

image 291
Cenerentola

Perché le fanciulle Disney sono delle eroine fantasy

Analizzando queste due fiabe si può facilmente trovare delle similitudini con altri cartoni classici della Disney che contengono le le suddette caratteristiche di base, e quindi scomporre in:

LEGGI ANCHE:  Il periodo d'oro di Netflix è finito

1) Fanciulla in pericolo
2) Salvatore/eroe
3) Un antagonista
4) Degli aiutanti
5) Degli oggetti magici che la aiuteranno
6) Matrimonio fra la principessa e il suo salvatore

E ora, restando in tema classici Disney si possono menzionare altri titoli fra classici Disney: La bella addormentata nel bosco del 1959. Qui Aurora, a differenza di Biancaneve e Cenerentola, non è un orfana ma una principessa che vive con tre fate pasticcione che ricordano la Fata Madrina.

La cattiva è una strega (così come quella di Biancaneve), c’è anche qui un principe che libera la principessa da un sogno profondo indotto da un oggetto magico (invece di una mela avvelenata, il fuso di un arcolaio), e dopo aver superato delle prove (sconfitto un drago, anch’esso elemento ricorrente) salva, sposa Aurora, e tutti vissero felici e contenti.

Vi sono delle eccezioni in cui la protagonista non è una fanciulla indifesa né una principessa. Ovvero Belle de La bella e la Bestia, altro classico di animazione (del 1991), in cui i il cattivo è in verità quello che dovrebbe esser considerato l’eroe che salva la principessa e in un ribaltamento dei ruoli, colui che alla fine sposerà Belle, è proprio la bestia, rivelandosi in realtà un principe trasformato in mostro da una fata perché non ha accettato un suo dono (similmente alla strega di La bella addormentata nel bosco che ha maledetto Aurora).

E voi avete notato queste somiglianze?

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa

image 290
Biancaneve