Ne ha fatta di strada BigMama nell’ultimo mese. La rapper infatti solo poche settimane fa è riuscita a salire su uno dei palcoscenici più ambiti d’Italia per i cantanti, l’Ariston a Sanremo. E adesso il suo impegno l’ha condotta fino al Palazzo di Vetro dell’Onu, per parlare ai giovani e alle giovani delle difficoltà incontrate nella vita, dal bullismo al bodyshaming. Il suo percorso, votato alla sensibilizzazione della body positivity di fronte a due mila persone.
Nel suo singolo di Sanremo, La rabbia non ti basta, BigMama ha affrontato un messaggio sociale molto importante: sul credere in se stessi e non aver paura del giudizio altrui, sul combattere un pregiudizio ben radicato nella società … Sul filo degli stessi concetti la cantante è stata invitata dall’Assemblea Generale dell’Onu per parlare ai ragazzi e alle ragazze per il programma di formazione Gcmun talks, organizzato dall’associazione United Works del dipartimento di Global Communication delle Nazioni.
“Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata”, ha detto, parlando in inglese BigMama, “la musica mi ha salvata davvero”. Ha poi continuato: “Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere. Nell’immaginario degli altri una persona grassa è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile”.
Il discorso di BigMama si è incentrato su come sia cresciuta in un ambiente, un paesino, piccolo non solo per le sue dimensioni, ma anche per la mentalità . E questo l’ha portata a dover affrontare per molto tempo il giudizio delle persone il bullismo sia fisico che verbale: “Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, Charlotte“.