Dune Parte 2, la recensione del film

Abbiamo visto in anteprima Dune: Parte 2 e non possiamo che concordare con le reazioni entusiastiche oltreoceano. Il perchè nella recensione.

Credits: Youtube/ Trailer Ufficiale/ Warner Bros.Italia
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Quando venne annunciato il progetto di riportare la saga di Dune in sala, il grande pubblico fu travolto da un’ondata di curiosità ma anche di sano e comprensibile scetticismo, data la storica difficoltà di trasferire il romanzo di Frank Herbert(ne sa qualcosa perfino un maestro della settima arte come David Lynch) sul grande schermo.

La fiducia nel progetto era riposta principalmente in due fattori: in primis, la direzione del progetto affidato ad un ottimo/grande regista come Denis Villenueve, che già in passato si era già confrontato con la fantascienza, dirigendo Arrival e Blade Runner 2049, sequel del capolavoro del 1982, firmato Ridley Scott. In secundis, la scelta di dividere il film in due parti per poter trasporre, il più coerentemente possibile, in immagini le pagine del romanzo di Herbert.

Se già il primo film, uscito nel 2021 e vincitore di 6 premi Oscar(QUI per la nostra recensione), faceva presagire che la visione avuta dalla Warner fosse effettivamente vincente, con il secondo film possiamo dire che la scommessa sia stata ufficialmente vinta.

Dune Parte 2, il Trailer

Dune Parte 2, Il cast

  • Timothée Chalamet: Paul Atreides
  • Zendaya: Chani
  • Rebecca Ferguson: Lady Jessica
  • Josh Brolin: Gurney Halleck
  • Austin Butler: Feyd-Rautha Harkonnen
  • Florence Pugh: Principessa Irulan Corrino
  • Dave Bautista: Glossu “Bestia” Rabban Harkonnen
  • Christopher Walken: Imperatore Shaddam IV
  • Stephen McKinley Henderson: Thufir Hawat
  • Léa Seydoux: Margot Fenring
  • Stellan Skarsgård: Barone Vladimir Harkonnen
  • Charlotte Rampling: Gaius Helen Mohiam
  • Javier Bardem: Stilgar

Dune Parte 2, la trama

Dopo essere sopravvissuto all’invasione Harkonnen su Arrakis, Paul Atreides(Timotheè Chalamet) si unisce a Chani(Zendaya) e alla tribù Fremen per intraprendere un percorso di vendetta contro coloro i quali hanno distrutto la sua famiglia. Diviso dalla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, Paul si sforza di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.

Dune Parte 2, la recensione

Era abbastanza prevedibile come Dune: Parte 2 non avrebbe avuto la narrazione e, soprattutto, lo stesso obiettivo del primo film, di cui però mantiene in maniera ferrea la continuità narrativa, garantendone però una splendida evoluzione.

Se infatti nel primo film, l’obiettivo di Villenueve era quello di illustrare allo spettatore, in modo assai specifico, il mondo di Arrakis, le tecnologie futuristiche e le case protagoniste della storia(Atreides ed Harkonnen), Dune: Parte 2 è un film che sposta il suo sguardo sui singoli uomini e singole donne, vittime di un destino a cui sono impossibilitate a sfuggire.

La figura di Paul Atreides è emblematica in questo senso. Dopo essersi unito alla tribù dei Fremen e dopo aver imparato a conoscere le loro usanze e in particolar modo la vita e l’essenza stessa del deserto, sembra quasi che il destino da eletto non sembra essere quello di Paul Atreides. Lui stesso non vorrebbe essere la figura messianica che tutti attendono ma solamente un membro della tribù dei Fremen.

Non vuole essere Kwisatz Haderach(il Messia) ma piuttosto Muad’Dib(nome con cui i Fremen chiamano il topo-canguro, creatura piccola ma forte, indipendente e che sa sopravvivere nel deserto).

Ma al destino non si può sfuggire, specialmente quando viene aiutato dalle azioni di uomini e… donne. Non si può negare come in Dune: Parte 2 il ruolo delle donne sia vitale all’interno della narrazione e anche dell’evoluzione del protagonista. Specialmente quello di Lady Jessica(madre di Paul, interpretata da Rebecca Ferguson) e Chani(ragazza Fremen, interpretata da Zendaya).

La prima machiavellica come pochi nel tessere rapporti di potere e nel muoversi dietro le quinte per instradare il giovane Paul verso un fato che rifiuta, mentre Zendaya mette in scena un personaggio davvero notevole, mostrando grande padronanza recitativa sia nei momenti di tenerezza con Paul, sia nelle scene di combattimento.

Ma è soprattutto nei momenti di natura politica e di conflitto con Paul e Stilgar(Javier Bardem) che lo spettatore può ammirare l’evoluzione di Chani, solamente introdotta nel primo film. Per certi versi, ella ricorda il personaggio di Padmè Amidala in Star Wars.

Tra le new-entry del cast, non poteva non spiccare un mostruoso Austin Butler. Egli interpreta il sadico ed iconico Feyd-Rautha Harkonnen, nipote del Barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgård), in maniera semplicemente magistrale. Particolarmente iconica una scena di combattimento svolta in una sorta di Colosseo, che ricalca perfettamente le sequenze girate da Ridley Scott in Il Gladiatore.

Stessa sorte non hanno avuto Christopher Walken(Imperatore Shaddam IV), Florence Pugh(Principessa Irulan Corrino, figlia dellImperatore) e Lea Seydoux(Margot Fenring). Il trio da 90 risulta decisamente penalizzato dal minutaggio ma riescono comunque a lasciare il segno nello spettatore. Vi è anche un cameo di Anya Taylor-Joy, che interpreterà un personaggio di cui non sveleremo nulla per non guastarvi la sorpresa.

Per quanto riguarda il lato tecnico, è quasi banale soffermarsi sulla maestosità degli effetti sonori e visivi, ma è doveroso sottolineare come la regia di Villenueve abbia saputo perfettamente giostrarsi tra i momenti intimi e le scene di guerra, decisamente più presenti e spettacolari rispetto al primo film. Il tutto è ampliato a dismisura dalla potenza della colonna sonora di Hans Zimmer(questa volta molto più varia rispetto al primo capitolo).

Urge sottolineare come il finale dell’opera non sia del tutto autoconclusivo, poichè lascia presagire che è nell’intenzione realizzare un terzo capitolo(Dune: Messiah), ma possiamo assicurarvi che la chiusura finale è decisamente meno brusca rispetto al primo film.

In conclusione, possiamo solo dirvi che Dune: Parte 2 è un manifesto di grande cinema contemporaneo che, secondo noi, farà vivere allo spettatore un’esperienza grandiosa. Denis Villenueve ha vinto la sua scommessa. Probabilmente era destino.


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