Kurt Cobain e il Club 27: la leggenda delle star maledette

Kurt Cobain è morto a soli 27 anni, ma non è l'unico. Scoprite con noi cosa si cela dietro il famoso "club 27".

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Kurt Cobain è una delle rockstar più influenti e conosciute del panorama internazionale. Leader dei Nirvana, all’inizio della loro carriera diventano famosi soprattutto per la ferocia delle loro esibizioni e per la distruzione degli strumenti musicali. Il successo musicale arriva con l’album “Nevermind“, inserito dalla rivista Rolling Stones come uno dei migliori album della storia della musica. La morte di Kurt Cobain avvenne l’8 Aprile del 1994, all’età di 27 anni, suicida.

Proprio questo numero, il 27, ha alimentato la leggenda del così detto Club 27, un purtroppo tristemente noto gruppo di artisti, principalmente rockstar, decedute proprio all’età di 27 anni. In questo articolo, proveremo a spiegarvi quanto c’è di vero dietro questa leggenda.

La vita di Kurt Cobain.

Non staremo qui a raccontarvi tutta la vita dell’artista, è già abbastanza ben nota. Ci concentreremo soprattutto di mettere in evidenza delle tappe della vita di Kurt, per cercare di far luce sulle dinamiche che hanno portato alla sua prematura dipartita.

Kurt Cobain nasce in una piccola cittadina nello Stato di Washington e, sin da piccolo, si nota subito la sua propensione per la musica. In particolare la zia compie un gesto fondamentale per la sua crescita, regalandogli una chitarra. I suoi primi artisti preferiti sono gruppi celebri come i Ramones e i Beatles.

I primi tumulti personali nascono dalla separazione dei genitori, dalla quale scaturirà un rapporto conflittuale con il padre, e con l’inizio di uso della marijuana. A scuola viene isolato dal resto dei compagni, per delle frequentazioni con un amico dichiaratamente omosessuale. Ma a lui non importa, dimostrando la sua libertà di pensiero.

Il nome del gruppo Nirvana, fondato nel 1988, dirà lui stesso che “significa liberazione dal dolore, dalla sofferenza e dal mondo esterno“. Nonostante lo abbiamo definito una rockstar, il genere musicato da Kurt Cobain e dalla sua band è, più precisamente, il punk, nato a ridosso degli anni ’70, come protesta giovanile verso la cultura consumistica. Il successo arriva abbastanza presto, e si scontra velocemente con la cultura alla quale facevano riferimento Kurt e i Nirvana. Nevermind consacra la band nell’olimpo della musica, grazie anche alla sua iconica copertina.

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credits: YouTube/Smells Like Teen Spirit (Official music Video)

Il genere punk, mal si amalgama con la celebrità e le case discografiche, in quanto dovrebbe proprio opporsi al tipo di consumismo perpetrato dalle major. Kurt Cobain stesso non sembra trovarsi a suo agio in questa dimensione di rockstar influente e acclamata dal pubblico, portavoce di battaglie giovanili e messaggi di ispirazione.

La spirale dentro la quale inizia a cadere il cantante è quella di non riconoscersi più, di straniarsi dalla sua essenza e dirigersi verso uno dei sollievi più alla portata e distruttivi di tutti: le droghe.

Pur non tirandosi indietro nelle interviste, Kurt Cobain mostra sempre un’aria malinconica e impegnata nella lotta di una battaglia interiore, che lo star system dell’epoca non riuscì a cogliere. Nemmeno la paternità riuscì a tirarlo fuori da una vita di eccessi, finendo addirittura nel mirino dei servizi sociali, insieme alla moglie Courtney Love.

La vita del cantante si era anche avvicinata al cinema, con il regista Quentin Tarantino, che gli propose una parte in Pulp Fiction (ne avevamo già parlato qui), ricevendo un educato “no”.

L’eroina e la depressione che ne scaturisce, portarono Kurt Cobain a togliersi la vita nella sua villa sul lago Washington l’8 Aprile del 1994, segnando un vuoto incolmabile tra i suoi fan e il mondo della musica in generale.

credits: YouTube/ Smells Like Teen Spirits (Official Music Video)

Il club 27: cosa c’è di vero?

Proprio dopo la sua scomparsa, i media coniano questo nuovo termine Club 27, mettendo in correlazione l’età della morte di Kurt Cobain, 27 anni, con quelle ravvicinate di altre star della musica: Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison. Nel 2011, si è aggiunta anche Amy Winehouse, astro nascente della musica soul britannica.

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credits: YouTube/Rehab (Official Music Video)

La leggenda nasce dal primo nome di questa lista, Brian Jones, del quale si diceva avesse stretto un patto col diavolo, la sua anima in cambio di successo e bravura. Lo stesso Jones non smentì queste dicerie, alimentando la storia dietro queste voci, affermando di aver incontrato una figura oscura con la quale strinse tale patto.

L’immaginario del satanismo e della magia nera è sempre aleggiato sul nome del Club 27, sin da quando è stato coniato questo termine. La verità si può trovarla nel conflitto delle mentalità dell’epoca: da una parte una generazione conservatrice e molto legata alla fede religiosa, una classe dirigente adagiata sui suoi dogmi; dall’altra una nuova generazione che si affacciava ad una nuova mentalità più aperta, in netto contrasto con le politiche belliche di quegli anni, che aveva come unico modo per farsi sentire quello di eccedere.

I giovani e le loro nuove tendenze spaventavano i più grandi. I nuovi generi musicali, l’eccentricità degli artisti e i loro eccessi, venivano subito etichettati come “demoniaci” dai più conservatori. Non a caso, la quarta stagione di Stranger Things ruota anche intorno ad eventi simili.

La verità, purtroppo, è sotto la luce del sole: la genialità, qualche volta, nasce dove ci sono sofferenze fin troppo ben celate al mondo esterno. Le rockstar che abbiamo citato prima sono accomunate da infanzie difficili, solitarie; da una fama e un successo che chiedono sempre di più; da contratti milionari e dalla continua necessità di creare, creare, creare. Non si scrive più musica per passione, ma per guadagnarsi da vivere.

Non diventa più nutrire il proprio genio e il proprio credo: è divenire schiavi della sete di altri. Basti pensare che Kurt Cobain indirizzò la sua lettera di addio al suo amico immaginario Boddah, custode dei suoi ricordi e della sua infanzia, unica “persona” che forse lo avesse realmente capito.

Conoscevate la storia di Kurt Cobain e del Club 27? Fatecelo sapere nei commenti.

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