Secondo questo ricercatore le macchine si ribelleranno già tra qualche anno: “Raggiungeranno un livello di super-intelligenza divina, troppo veloci e ambiziose per gli umani da contenere”
Ecco l’allegra profezia di un tal Eliezer Yudkowsky, ricercatore di 44 anni di un ente no profit che si chiama Machine Intelligence Research Institute sito a Berkeley, in California. Costui, interpellato da The Guardian come una voce tra tante nell’infinita trafila del coro informatico che colora ogni giorno il nostro doomscrolling, si dice più pessimista di molti altri.
E nell’anticipare la tanto temuta rivolta delle macchine – immaginata da innumerevoli opere e film come Terminator – ci dà davvero pochi anni come civiltà: “Penso che la nostra timeline rimanente al momento sembri essere più di cinque anni che di cinquanta. Potrebbero essere due anni, potrebbero essere dieci”.
VIKI, la super-intelligenza artificiale nel film Io, Robot
“[Questo] finché non affronteremo la fine di tutte le cose coltivata dalle macchine. Pensate a un’apocalisse alla Terminator, a uno scenario infernale in stile The Matrix“. Yudkowsky, in passato sviluppatore di I.A., crede che le intelligenze artificiali “Presto si evolveranno dal loro stadio attuale di intelligenza attuale alla ‘Uh, guarda quello!’“.
“[Le I.A.] assumeranno un livello di super-intelligenza avanzata e divina, [diventando] troppo veloci e ambiziose perché gli umani possano contenerle o limitarle. Non immaginate un cervello fatto da un umano in una scatola. Immaginate una civiltà aliena che pensa mille volte più veloce di noi”.
Quindi, avvisa Yudkowsky, bisognerebbe come misura preventiva da adottare già adesso spegnere le “fattorie di computer” dove le I.A. vengono “cresciute e addestrate”. E non esclude la possibilità di bombardamenti aerei o anche nucleari su selezionati data center. Esagera, o ci vede giusto?
