Salite con noi a bordo di questo breve viaggio, per analizzare una delle figure più interessanti di film e serie tv: il villain.
Un grande film, per essere chiamato tale, necessita dell’equilibrio nell’esistenza di alcuni elementi: storyboard, dialoghi, effetti speciali, musiche, grandi interpretazioni. C’è un altro elemento, a nostro parere, che rende una storia ancor più interessante e avvincente: un grande “villain“. Tanti grandi film, coerentemente con il loro genere, vantano tra le file dei loro personaggi dei magnifici antagonisti, che hanno affascinato il pubblico, diventando delle vere e proprie icone del cinema.
Joker, Darth Vader, Catherine Tramell (Basic Instict), Cersei Lannister, Hannibal Lecter, Bellatrix, Sauron. Potremmo farne tantissimi altri, e se ne abbiamo tralasciato qualcuno/a a cui eravate molto affezionati, vi chiediamo di perdonarci. Qui tratteremo di come questa colonna portante del cinema stia lentamente vivendo un momento crepuscolare.
Nascita del villain.
Sono nati prima gli eroi o i loro antagonisti? No, non è come l’indovinello se sia nato prima l’uovo o la gallina. Perché si rende necessaria l’esistenza e le gesta di un eroe? Scontato: c’è un cattivo da combattere. Dalla notte dei tempi l’uomo narra storie che hanno come fulcro la lotta eterna tra bene e male. Questi due elementi andavano necessariamente associati a qualcosa di tangibile.
Allora ecco che miti e leggende di eroi prendevano forma, narrate di padre in figlio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il mito greco ne è un esempio. Ercole, Perseo, Teseo devono combattere contro nemici ben caratterizzati per essere definiti eroi. Combattono contro villain antropomorfi (il Minotauro), perchè niente è più crudele e agli antipodi del bene se non l’essere umano stesso, anche solo per una briciola della sua essenza. Non è abbastanza però. I cattivi del mito greco compiono azioni riprovevoli, certo. Sono spesso mostruosi, ma gli manca ancora quel tratto di umanità che li renda ancor più ardui da affrontare e sconfiggere: l’intelletto.
Il loro ingegno deve essere al servizio del male. Invece, sembrano agire più per istinto, per essere nati con questo scopo. Sappiamo, invece, come la malvagità possa accrescere lentamente.
Ascesa del villain.
Effettuando un balzo nel tempo, arriviamo ai giorni nostri. Lo sviluppo di cui vi abbiamo si è compiuto attraverso la letteratura e il teatro. È il cinema e la televisione il palco dove l’ingegno malvagio si scatena con tutte le sue forze. Gli eroi sono sempre più moderni: Batman, Harry Potter, forze dell’ordine. Tifiamo tutti per loro, perché le insidie che devono affrontare ci sembrano anche le nostre. I loro antagonisti sono sempre più agguerriti: pazzi furiosi come Joker; criminali incalliti; orde di orchi o maghi oscuri.
Cosa accomuna tutti questi personaggi? Sono senza scrupoli. Per perseguire i loro scopi sono disposti a tutto, andando contro tutte le leggi morali e di fratellanza che contraddistinguono il nostro mondo. La volontà di Sauron di conquistare la Terra di Mezzo; la fucilata mattutina di Amon Goethe (Schindler’s list) verso i prigionieri del campo di concentramento di Płaszów, vicino a Cracovia; Ivan Drago che abbatte Apollo Creed in Rocky IV. Non riusciamo a capacitarci di come qualcuno, simile a noi, possa attuare delle azioni così violente e spietate.
Tutti le più grandi major cinematografiche vantano tra le loro fila grandi villain. Una su tutte, la Disney. Alla base dei cartoni animati della Casa del Topo, soprattutto nei grandi classici, è costante la presenza di villain di spessore. Uno su tutti: Frollo. Il ministro della giustizia del cartone “Il gobbo di Notre Dame“, nella sua versione animata, è ben diverso dal suo omonimo letterario. Nonostante questo, è considerato uno dei più oscuri personaggi mai visti in un cartone animato. Frollo è un personaggio complesso, mosso dal suo senso di giustizia ma anche dalle tentazioni del peccato, identificate nella figura di Esmeralda.
Nella scena dove il personaggio si esibisce nella sua canzone, le immagini e le visioni che si palesano nel fuoco sono di carattere sessuale, qualcosa di molto strano per una casa di produzione che ha come pubblico principalmente bambini. Tanto è vero che la Disney rischiò la censura. Frollo decide di placare la sua passione condannando la zingara a morte. Un villain così, in un cartone, non si era mai visto, tanto realistico da affrontare il tema del possesso e della violenza di genere.
Una scelta coraggiosa, mossa dalla missione didattica di cui si è sempre fatta carico la Disney: insegnare ai bambini cosa è giusto e cosa è sbagliato. Perchè è questo che deve essere un villain: l’emblema di un esempio di male, con il quale purtroppo potremmo fare i conti. In quel caso, toccherà a noi essere eroi.
Caduta.
Giungiamo alla fine del nostro viaggio. Alcune delle recenti pellicole più attese hanno diviso i fan anche perché, come detto prima, mancava qualcosa. Il Joker di Suicide Squad; Voldemort degli ultimi due capitoli di Harry Potter; i cattivi Marvel (qui trovate la nostra classifica dei peggiori cinque), ci sono sembrati impalpabili. Marionette vuote, messe lì perché dovevano giustificare delle grandi imprese ma che, alla fine, apparivano scontate e ovvie. Probabilmente dovevano giustificare budget di progetti da miliardi di dollari investiti, che per non rischiare di dover andare in fumo, hanno lesinato sulla parte dedicata allo sviluppo dei personaggi, in favore di meravigliosi effetti speciali.
Non è un peccato mortale, però hanno tolto a tutti qualcosa. Hanno tolto il fascino oscuro e sacrilego che accompagnava i villain. Per esempio, un cattivo come Voldemort, che nel libro è caratterizzato benissimo come mago pronto a sterminare chiunque gli sbarri la strada, si sarebbe mai permesso di tergiversare a chiacchierare con Harry proprio nel momento in cui può farla finita, giusto per aggiungere un po’ di dialogo nella scena in cui i due cadono nel vuoto e si fondono volando?
I dinosauri di Jurassic World, educatamente, evitano di divorare troppe persone, per un traumatizzare un pubblico molto suscettibile, limitandosi solo al genio pazzo di turno nel loro menù, che tanto sappiamo tutti che farà una brutta fine. Ronan l’Accusatore di Guardiani della Galassia è privo di sentimenti di compassione, è vero, ma il suo intento di sottomettere tutto l’universo ricorda in maniera sbiadita quello di Thanos, quindi pecca di poca originalità, oltre che poca difficoltà nello sconfiggerlo.
Le case di produzione cinematografiche si sono adattate alle esigenze ed ai problemi del mondo contemporaneo, facendo portavoce proprio i villain di nuove forme di malvagità (bullismo, razzismo, omofobia), che sono sempre esistite, ma alle quali solo ora viene data l’importanza che meritano. Questo nobile obiettivo, purtroppo, non è stato sempre centrato.
La sensazione è che queste tematiche siano state prese in cura per accaparrarsi una parte di quel pubblico che fa riferimento alla cultura woke, per non urtare la sensibilità di nessuno con stereotipi offensivi. Non appropriandosi nella maniera corretta del tema, quello che ne è venuto fuori sono accozzaglie di belle idee, che però sembrano solo slogan urlati al vento, senza alcun significato.