Quando pensiamo a uno stallo alla messicana, ci vengono in mente parecchi esempi: dal celebre “triello” in chiusura de Il Buono, il Brutto e il Cattivo a questa scena de Le Iene di Quentin Tarantino (o il momento finale dello stesso film, nel quale lo stallo si conclude tragicamente). Insomma: una situazione di equilibrio che è allo stesso tempo fatta di estrema tensione.
Indicherebbe appunto una situazione di stallo che, tuttavia, è risolvibile anche trovando un compromesso e cercando di salvare la vita di tutti i contendenti. La prima frase a riportare l’espressione, nel 1876 sul giornale newyorchese Sunday Mercury, recita questo dialogo qui sotto che sembra riferirsi a un’aggressione da parte di alcuni banditi (messicani, ovviamente).
– “Vai” disse lui allora, severamente “Lo chiameremo uno stallo, uno stallo alla messicana; perdi i tuoi soldi, ma ti salvi la vita!” – Da allora il concetto si è utilizzato in molte forme di narrazione per descrivere situazioni simili di perfetta parità e confronto, diverse per esempio dall’idea di “tenere sotto scacco” degli scacchi, che implica invece un’imparità di posizioni.
Non c’è, quindi, qualcuno che abbia coniato questa frase nello specifico, ma essa deriva probabilmente dall’incontro / scontro di due culture, quella statunitense e quella messicana, che nell’800 e nel selvaggio far west si saranno intrecciate in infinite situazioni simili. Basta rivedere qualunque film western, anche dei più classici, e di stalli alla messicana nel troverete a iosa.