Cillian Murphy sui press tour: “Sono noiosi”

Cillian Murphy, tra i più apprezzati attori contemporanei
Cillian Murphy, tra i più apprezzati attori contemporanei
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Il press tour di Barbie, con le foto dei look extra-pink di Margot Robbie che hanno circolato per mesi sui social, ha dimostrato quanto la componente promozionale di un film possa incidere sul risultato al box office. L’assidua promozione che ha caratterizzato i film degli ultimi ha, inoltre, innescato un vero e proprio dibattito in merito al ruolo sempre più centrale dei press tour nel processo di debutto di un film sul grande schermo. Ma Cillian Murphy sembra essere di tutt’altra opinione. Probabilmente in virtù del tanto chiaccherato Barbenheimer, il fenomeno che ha visto contrapposti Oppenheimer (qui la recensione) e il film di Greta Gerwing – arrivati in sala nello stesso giorno. L’attore infatti ha dichiarato nella cover story del magazine GQ di essere pronto a reinventare gli stantii meccanismi di promozione di Hollywood:

“Penso solo che sia un modello rotto. Durante i press tour sono tutti così annoiati”.

Cillian Murphy ha ammesso di non essere amante dei press tour e di essersi sentito sollevato quando lo sciopero del sindacato SAG-AFTRA – che ha bloccato l’industria cinematografica da maggio a novembre 2023 – gli ha impedito di partecipare alle attività promozionali di Oppenheimer – nel periodo antecedente l’uscita del film nelle sale. Inoltre l’attore ha sottolineato come, a suo parere, le attività promozionali siano spesso poco funzionali al reale successo del film, sfruttando Oppenheimer e Peaky Blinders come prova del fatto che il contributo della stampa non sarebbe così fondamentale.

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“Per le prime tre stagioni [di Peaky Blinders] non c’era pubblicità, era un piccolo show su BBC Two; l’esplosione è avvenuta semplicemente perché le persone ne parlavano tra loro”.

L’attore, candidato agli Oscar 2024 come miglior attore protagonista per l’interpretazione del padre della bomba atomica, ha infine specificato che non è il ruolo della stampa in sé a non piacergli, ma la superficiale monotonia che da qualche anno domina le attività di promozione dei film di Hollywood, soprattutto le interviste da parte dei giornalisti:

“Amo parlare di lavoro, di arte. Ciò con cui lotto e che trovo inutile per ciò che voglio fare, è: ‘Parlami di te…’. È come ha detto Joanne Woodward: ‘Recitare è come il sesso: fallo, non parlarne'”.

Quindi, a detta di Cillian Murphy, per Hollywood sarebbe giunto il momento di rivedere i meccanismi che ruotano attorno alla promozione dei film, al fine di rendere l’attività più interattiva e coinvolgente non tanto per la stampa, quanto per gli attori.

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Cosa ne pensate di queste parole di Cillian Murphy?

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