Indice
A cura di Francesco Mirabella
Da “axeman” a milioni di copie vendute, Spy x Family è un successo che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Fino a pochi anni fa, Tatsuya Endo era conosciuto agli appassionati di manga come “Axeman”. Soprannome in realtà poco affettuoso, che deriva dall’espressione “getting axed”, con cui ci si riferisce ai manga tagliati e cancellati prima del tempo. Prima di Spy x Family l’esperienza di Endo come mangaka era stata semplicemente fallimentare, diverse One Shot e serializzazioni brevi (la sua prima opera “Tista”, si ferma a nove capitoli).
Spy x Family era, secondo molti, la sua ultima possibilità. Se Bakuman ci ha insegnato qualcosa, è che non ci sono molte opportunità per chi fallisce due serializzazioni di fila e praticamente nessuna per chi ne fallisce tre.
Ma, questa volta, Endo ci è riuscito.
Loid Forger è un giovane psichiatra vedovo, padre di Anya, sposato in seconde nozze con la dipendente statale Yor Briar. Una normale famiglia, una famiglia come tante.
Se non fosse che Loid Forger è solo una falsa identità della superspia Twilight, che ha costruito questa famiglia solo per portare avanti la sua missione e Yor è un’assassina conosciuta come “Thorn Princess”, che ha accettato di sposarlo solo perché una donna della sua età senza marito crea sospetti nella paranoica Ostania.
Nessuno conosce la verità. O meglio, nessuno tranne Anya, l’orfana adottata da Twilight, in grado di leggere i pensieri. E a quanto pare il destino del mondo dipende dalle prestazioni scolastiche della piccola Anya.
Spy x Family debutta nel 2019 e cattura immediatamente i fan. La storia è principalmente una spy comedy ambientata in un contesto di guerra fredda tra le nazioni di Westalis e Ostania ed è evidente come ispirazione dalla Germania del dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino. Questo crea uno scenario che è abbastanza familiare da non aver bisogno di troppe spiegazioni o eccessivo set-up ed al contempo rimane libero da tare storiche che potrebbero limitare l’artista.
Spy x Family è più di un comedy però. Nonostante la posta in palio praticamente apocalittica, Spy x Family vive la maggior parte della sua storia nel quotidiano. Uno slice of life che va ad intrecciarsi con azione e spionaggio, cambiando ritmo senza sbavature, con passaggi dalla commedia al drammatico tanto improvvisi quanto naturali. Tutto è bilanciato perfettamente, un eccellente equilibrio di elementi che rende l’insieme superiore alla somma delle parti.
L’azione è dinamica e chiara sulla pagina, portando al lettore il classico realismo degli spy thriller ma anche l’esagerata dinamicità supereroistica di Yor. Tutto questo però non porterebbe a nulla senza degli ottimi personaggi, ed è qui che il mangaka ha dato il meglio di sé. Ogni personaggio è unico nel look e nell’atteggiamento. E soprattutto, è incredibilmente memetico. Il manga è ricco di battute memorabili e vignette incredibilmente espressive che si prestano con facilità all’uso in chat o messageboard con conseguente rapidissima diffusione dei meme.
Quando fu annunciato che il primo volume aveva registrato il tutto esaurito necessitando ristampe d’emergenza l’anime era una possibilità. Quando Spy x Family arrivò a superare il milione di copie in circolazione dopo appena quattro mesi fu chiaro che l’anime era questione di tempo.
Animato da Witstudio (Attack on Titan 1-3, Ranking of Kings) e Cloverworks (The Promised Neverland, Darling in the Franxx) l’anime diventa subito più che popolare, sulla bocca di tutti. Youtube si riempie di reaction video, di inviti alla visione, ed entra di prepotenza nelle classifiche dei migliori anime dell’anno.
Se si è visto l’anime è facile capire perché: l’anime capisce quello che ha reso popolare il manga e lo esalta ancora di più con l’aggiunta di voci e colori che sembrano essere sempre stati lì. Quello che l’anime aggiunge si inserisce perfettamente, al punto che anche il lettore più attento può essere colto dal dubbio e costretto a consultare il manga per vedere se una determinata scena è presente o meno nel manga originale.
Dalla musica all’animazione, è impossibile muovere una critica all’anime. Ma la migliore animazione può ben poco se i personaggi non funzionano. Fortunatamente, non è questo il caso.
Le voci si abbinano alla perfezione al design e i personaggi prendono vita. Ma il ruolo più complicato e più importante è ovviamente quello di Anya Forger, affidata ad Atsumi Tanezaki. Perché la storia gira intorno ad Anya ed è fondamentale che la voce riesca a trasmettere quel senso di “adorabilità”, ma anche l’entusiasmo, la furbizia, la vulnerabilità e la paura che Anya mostra nel manga. Se il numero di video e reel “waku waku” (la catchphrase di Anya, traducibile più o meno in “emozionante”) ci dice qualcosa, è che si è riusciti nell’intento.
Anya conquista il cuore dei fan e non lo lascia più andare. Ai Crunchyroll Anime Awards 2023, Anya vince la categoria “Miglior personaggio non protagonista” e “Da proteggere ad ogni costo” nonostante avversari non indifferenti. E non sono queste le uniche nomination per Spy x Family, che incassa ben 13 nomination, al netto delle nomination per i doppiatori stranieri.
La natura di Spy x Family ha creato un fandom eterogeneo, che soddisfa chi ama gli Slice-of-life, chi vuole azione, e chi vuole un commedia che sappia fermarsi e lasciar respirare la storia.cE il successo è definitivamente diventato Transmediale con la campagna promozionale per il film Spy x Family: Code White (data di uscita in Italia, 24 Aprile 2024) che ha visto Yor Forger scontrarsi nell’arena Suval’Hal contro Chun-Li in un video condiviso da Capcom, mentre il Videogioco Street Fighter 6 offriva costumi e altri oggetti cosmetici ai propri giocatori nel periodo di promozione.
Sorprendente, ma paradossalmente più naturale, la collaborazione con Mission Impossible, che ha portato a un poster in cui i personaggi di Spy x Family prendevano il posto di quelli di Dead Reckoning: Part one.
Raccomanderemmo Spy x Family? Assolutamente si.
Seguiteci su LaScimmiaPensa