Sanremo 2024: le nostre Pagelle della Serata Cover

Sanremo
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La serata cover di Sanremo 2024 ha visto avvicendarsi sul palco decine e decine di artisti italiani, tra performer e featuring. Ecco com’è andata

“Se andate su Spotify stasera c’è scritto chiuso” scherza Fiorello, riferendosi alla miriade di artisti italiani che a Sanremo 2024 hanno invaso il palco dell’Ariston per la quarta serata, quella delle cover. Non riuscitissima, in realtà: una certa predilezione per i lenti lacrimevoli, la tendenza all’auto-cover e alcuni problemi e errori d’esecuzione non ci consegnano una puntata proprio memorabile. Ecco i nostri voti.

Sangiovanni feat. Aitana – Farfalle / Mariposas

Si parte non bene perché Sangiovanni, il primo a esibirsi, coverizza sé stesso in italiano e poi in spagnolo. Il brano è famoso ma è anche un’occasione sprecata per ascoltare il cantante in una qualche versione inedita. Una introduzione inessenziale e poco fantasiosa che si poteva tranquillamente evitare.

Voto: 6

Annalisa feat. La Rappresentante di Lista e Coro Artemia – Sweet Dreams

Tutto un altro livello per la seconda esibizione: Annalisa duetta splendidamente con Veronica de La Rappresentante di Lista, la performance vocale è fedele ed eclettica e l’arrangiamento rispetta (grazie a Dio) il carattere synthpop dello storico originale del 1982. L’effetto è potente e rende piena giustizia a un classico. Prezioso e pregevole anche l’inserto corale finale.

Voto: 8.5

Rose Villain feat. Gianna Nannini – Medley

Scandalo / Meravigliosa Creatura / Sei Nell’Anima: tre classici di Gianna Nannini che ripercorrono in breve la carriera di una delle performer più celebrate e amate della musica italiana recente; la quale, ovviamente, è presente. La performance è accurata ma un po’ breve, le tre canzoni sono legate tra loro in maniera un po’ poco fluida e c’è anche qualche sbavatura.

Voto: 6.5

Gazzelle feat. Fulminacci – Notte Prima degli Esami

Il super-classico di Antonello Venditti che secondo Amadeus appassiona ogni generazione. Sarà, ma l’eterna riproposizione di questo pezzo è stancante, e l’esibizione poteva trovare i due giovanissimi idoli dell’itpop meno tradizionalisti e più audaci nella loro scelta della cover. La canzone è sempre quella: se vi piace, vi piace.

Voto: 6.5

The Kolors feat. Umberto Tozzi – Medley

Ti Amo / Tu / Gloria: ed ecco l’Umbertone nazionale, che chiaramente canta assieme alla band i suoi mega-successoni (ma senza voce, o quasi) in arrangiamento praticamente identico all’originale salvo un pizzico di accompagnamento elettronico. Che è un peccato, perché poteva essere l’occasione per dare nuova freschezza a un repertorio più che datato.

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Voto: 6

Alfa feat. Roberto Vecchioni – Sogna, Ragazzo, Sogna

Un altro super-nome della storia del cantautorato italiano, che prende posto sul palco accanto a quello che è al contrario un giovanissimo esordiente. Altra occasione sprecata, anche perché Alfa se la cava davvero bene e con il suo portamento alla Ed Sheeran avrebbe potuto fare qualcosa di ben più colorato e coinvolgente.

Voto: 6

BNKR44 feat. Pino D’Angiò – Ma Quale Idea

La riproposizione di questo classico semi-trash del 1981 funziona a metà, a parte alcuni errori, purtroppo non sapendo rinunciare all’obbligatorio rap che modernizza ma allo stesso tempo banalizza inevitabilmente l’insieme. L’arrangiamento è piatto ed essenziale, si sente appena e commette l’errore, molto molto comune nella musica italiana, di dare più risalto a voci anche ben poco importanti come in questo caso.

Voto: 6.5

Irama feat. Riccardo Cocciante – Quando Finisce un Amore

Altro grande momento che guarda al passato, altro grande inserto struggente pensato per gli appassionati della canzone d’autore d’altri tempi. Vale lo stesso discorso che per Vecchioni: il brano è sempre quello, da cinquant’anni (è del 1974), quindi se vi piaceva allora (se c’eravate) vi piacerà anche adesso.

Voto: 6

Fiorella Mannoia feat. Francesco Gabbani – Che Sia Benedetta / Occidentali’s Karma

La Mannoia come sempre e com’è noto “m’annoia”, ma almeno Gabbani interviene a risollevare un po’ la situazione con il suo classico del 2017. Il problema è che il contrasto tra il caratteri delle due canzoni è enorme, e anche in questo caso lo iato tra le due funziona molto male.

Voto: 6.5

Santi Francesi feat. Skin – Hallelujah

I Santi Francesi se la giocano così per la loro cover, con una scelta internazionale molto impegnativa e difficile da cantare. Per fortuna la scelta di Skin, vocalist più che eccelsa, è felice e seppur appiattita da un crescendo orchestrale prevedibilissimo l’esecuzione riesce comunque potente e in qualche modo originale.

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Voto: 7

Ricchi e Poveri feat. Paola e Chiara – Sarà Perché ti Amo / Mamma Maria

L’accoppiata Ricchi e Poveri e Paola e Chiara funziona sulla carta (e nonostante qualche apparente problema al microfono), ma il problema è che sentire questo quadri-etto e riascoltare le versioni originali di questi due storici brani è anche qui più o meno la stessa cosa. Bella la presenza, ma c’è poco altro di interessante in questa esecuzione.

Voto: 6

Ghali feat. Ratchopper – Medley di Toto Cutugno

Un’interpretazione (forse provocatoria, forse no) del “vero italiano” da parte di un artista che per molti italiano non è. Ghali unisce due suoi brani, Bayna e Cara Italia, con i brani di Toto Cutugno (in auto-tune), con il chiaro intento di lanciare un messaggio specifico. L’idea è chiara e nemmeno portata a compimento troppo male: il maestro avrebbe apprezzato?

Voto: 6.5

Clara feat. Ivana Spagna e Coro Voci Bianche – Il Cerchio della Vita

Scelta particolare: una canzone de Il Re Leone (assolutamente non la migliore della colonna sonora, ma tant’è) trova spazio sul palco dell’Ariston. La performance di per sé è riuscita ma, appunto, c’erano molti altri brani del classico Disney che avrebbero reso molto meglio. Ricordiamo che il brano originale, The Circle of Life, è di Elton John e Tim Rice.

Voto: 7

Loredana Bertè feat. Venerus – Ragazzo Mio

Anche la Bertè coverizza sé stessa, un piccolo classico del 1984 (cioè, di quaranta anni fa; originale di Tenco), riconfermando la natura ricorsiva della sua presenza in gara e anche del brano in competizione. La cantante rivive sé stessa, la sua immagine e il suo successo fingendo che quegli anni non siano mai passati.

Voto: 6.5

Geolier feat. Guè, Gigi D’Alessio, Luchè – Medley

Brivido / O Prim’Ammore / Chiagne: in questo medley Geolier si lancia in tre duetti uno dopo l’altro, in una valanga di versi in napoletano nel tratteggio di quello che lo stesso Amadeus definisce come il “Neapolitan Sound”. Lo si può definire in ogni modo, ma sempre rap è, e non è che trasudi questa enorme originalità.

Voto: 6

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