Enea, la Recensione del film di Pietro Castellitto

Prima al festival di Venezia, poi nelle sale. Enea è stato sicuramente uno dei film più dibattuti dell'anno. Scopriamo insieme il perché. Articolo a cura di Laura Macaluso

enea, recensione
Condividi l'articolo
Tra Venezia e sale italiane, il secondo film di Pietro Castellitto, Enea, ha portato con sé una certa divisione sia nel pubblico che nella critica. Come da pronostico, d’altronde, ancor più alla luce delle dichiarazioni del regista figlio d’arte sul parallelismo tra Roma Nord e il Vietnam, che tanto fecero storcere il naso ad un cospicuo numero di persone.
Arrivando a noi, è fattuale che questo Enea sia un film divisivo, che comunque ha lasciato, e sta lasciando tuttora, un segno negli spettatori. Tra chi si indigna e chi lo incensa, possiamo forse dire che resta un film d’impatto e che potrebbe lasciare ben sperare per il futuro.

Enea, la Trama

Enea e Valentino, grandi amici figli della Roma bene, assidui frequentatori della mondanità notturna della capitale, con lo scopo di divertirsi ma anche spacciare. La droga però è roba per la malavita, che incrocerà inevitabilmente la strada del duo. E piano piano, il famigerato “Vietnam di Roma nord” prenderà il passo, mostrando anche un quadro familiare devastato.

Enea, la Recensione

A quanto pare, le critiche incassate da “Enea” a Venezia non erano bastate. All’inizio del nuovo anno, è infatti uscito nelle sale italiane, ed è stato conciato per le feste anche lì. Il suo regista, Pietro Castellitto, è il fiore all’occhiello dell’Italia, un giovane talento emergente.
Era questa l’opinione di buona parte dei critici italiani, prima dell’approdo a Venezia di “Enea”, suo ultimo lungometraggio. Si tratta di un film controverso, all’interno del quale concentra tutta la sua visione di un presente corrotto e inquinato, una sorta di gangster movie italiano. Ma di cosa parla davvero Enea?
Tra spaccio, feste da sballo e attentati a grandi figure di spicco, Enea (interpretato dallo stesso Pietro Castellitto) e l’amico Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio) ci mostrano un mondo corrotto, di cui sono vittime, ma anche artefici. Enea ha un ristorante di sushi, Valentino ha appena preso il brevetto di aviatore. Tutto va a rotoli quando si ritrovano in un giro di droga molto più grande delle loro possibilità.
Contemporaneamente, ci viene presentata la famiglia di Enea, composta da una madre giornalista, insoddisfatta del suo lavoro, un padre psicanalista, incompreso da tutti, e un fratello minore che va male a scuola. Il ritratto di una famiglia borghese di Roma nord.
enea, recensione, pietro castellitto
La critica lo ha fin da subito accusato di aver attribuito al film uno stampo eccessivamente borghese, cosa che ha poi risvegliato chi da tempo lo accusava di nepotismo (Pietro è infatti figlio di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini). Il regista stesso ha rilasciato una dichiarazione a riguardo: “Mi accusano di raccontare il mio mondo borghese. Se parlassi di periferie direbbero che è appropriazione culturale”. Non ha tutti i torti, ma l’ambientazione borghese non è la sola cosa ad indisporre lo spettatore.
Il film inizia con un dialogo di stampo filosofico tra due personaggi, di cui non sappiamo assolutamente niente, se non il fatto che stiano ostentando la propria cultura, con dialoghi che non sfiorano neanche lontanamente il realismo. Castellitto passa poi ad inquadrature irriverenti, con velocissimi zoom e carrellate da ogni direzione, tali da confondere lo spettatore.
Il film è certamente stato oggetto di pesanti critiche, ma ha comunque qualcosa da regalare al pubblico. Con la sua musica, che richiama con nostalgia il nostro patrimonio italiano (Spiagge, Maledetta Primavera, e così via) e i temi che solleva, Enea è comunque il tassello di una carriera che si sta formando e che, come si spera, ci porterà moltissime soddisfazioni.

Cast

  • Pietro Castellitto: Enea
  • Giorgio Quarzo Guarascio: Valentino
  • Benedetta Porcaroli: Eva
  • Adamo Dionisi: Giordano
  • Giorgio Montanini: Oreste
LEGGI ANCHE:  Colette: Keira Knightley racconta Parigi e la Belle Epoque in chiave LGBT

Trailer

 

Continua a seguirci su LaScimmiaPensa.com