A cura di Andrea Angelozzi
Compie 84 anni Pinocchio, cartone animato tratto dal romanzo didattico di Carlo Collodi (all’anagrafe Carlo Lorenzini) “Le avventure di Pinocchio”. Trasposto in circa 18 pellicole in varie epoche della storia, è una delle storie più celebri della letteratura e della cinematografia mondiale. Pochi hanno mantenuto la fedeltà dell’opera originale, molti hanno deciso di rivisitare e modificare, in base alla propria ispirazione, il romanzo che, pubblicato per la prima volta a puntate tra il 1881 e il 1882, rappresenta uno dei totem della letteratura italiana, raccontandoci un’Italia povera e umile, che a pochi decenni dal 1861 manifestava una necessità: un popolo istruito (capace di leggere e contare) che si identificasse in una sola lingua comune, partendo dal futuro di quel paese, ovvero i bambini.
Il film di Walt Disney è uno degli adattamenti più celebri delle avventure del burattino di legno e non è esente dalla schiera di adattamenti che si sono discostati maggiormente dal cartaceo. Una delle differenze principali riguarda l’epilogo del cartone, nel momento di massima curiosità quando, finalmente, compare la famigerata balena che ha inghiottito il Babbo Geppetto.
L’immaginario comune, quando il cinema e la televisione hanno preso il sopravvento sui libri, conferma che il villain supremo sia proprio una balena. Se provate a fare questa domanda ai più, dopo aver letto questo articolo, nella maggioranza dei casi otterrete proprio questa risposta. Spoiler: non è del tutto esatto. Nel romanzo di Collodi Geppetto viene inghiottito da un pescecane, quello che nell’immaginario comune della popolazione dell’epoca non era una balena (mammifero cetaceo), ma uno squalo (un pesce, appunto).
Per le conoscenze scientifiche dell’epoca è presumibile che quasi nessuno conoscesse la differenza tra le due specie (lo stesso Melville nel suo romanzo classifica alcune balene come pesci). Qui, però, non stiamo parlando di un errore di traduzione. La scelta della Disney fu dettata dal fatto che nell’immaginario culturale americano dell’epoca il vero mostro degli abissi non era lo squalo, ma la balena. Questa immagine era condizionata dalla presenza in passato delle baleniere lungo le coste atlantiche (come il Maine), che a loro volto avevano ispirato Melville per il suo romanzo Moby Dick, diventato un caposaldo della letteratura americana dopo la morte dell’autore, suo malgrado.
Facile notare come la balena di Pinocchio della Disney e la leggendaria balena bianca siano entrambi dei capodogli, dei cetacei famosi in passato per il grasso contenuto nel loro corpo, necessario per la produzione di combustibile per le lampade ad olio, in quanto durava a lungo prima di esaurirsi. Walt Disney ebbe l’intuizione che il pubblico avrebbe accolto di buon grado una balena come figura animalesca, entrata nell’immaginario collettivo statunitense come simbolo dell’inesorabile e distruttiva forza divina.
Conoscevate questo aneddoto su Pinocchio? Fatecelo sapere nei commenti.
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