Sanremo 2024 inizia con grande entusiasmo: subito tutte le canzoni in gara eseguite, subito nel vivo dell’evento. Ecco cosa ne pensiamo noi
Si parte col botto: la prima serata di Sanremo 2024 mette alla prova tutti, partecipanti e presenti in primis, perché fin da subito vengono presentate TUTTE le canzoni in gara. Differentemente, quindi, dagli altri anni quando i pezzi venivano eseguiti nell’arco di due serate distinte. Ecco che cosa abbiamo visto e ascoltato.
Clara – Diamanti Grezzi
Inizia la vincitrice di Sanremo Giovani: l’esordiente Clara si distingue in un brano d’amore piuttosto prevedibile nella strofa e nel refrain, alla Mara Sattei, ma con un pre-refrain curiosamente interessante. Comunque, un pezzo che può funzionare bene in radio, magari spogliato dei superflui (in questo caso) abbellimenti orchestrali.
Voto: 6.5
Sangiovanni – Finiscimi
Un altro dei tanti giovani in gara, Sangiovanni si ripresenta sul palco con una ballad dal testo un po’ banale ma dall’arrangiamento pulito e intrigante. Non scontato il giro di accordi nel refrain, ma l’impressione generale fatica a comunicare originalità. Comunque, un pezzo che si può riascoltare.
Voto: 7
Fiorella Mannoia – Mariposa
L’immancabile Mannoia porta una canzone un po’ gitana, che perlomeno è ritmata, sa un po’ di fine anni ’70 e di primi Matia Bazar. Per i fan della cantante probabilmente sarà un pezzo interessante, ma quello che non funziona in qualche modo è la voce, troppo bassa per un pezzo così ballabile.
Voto: 6
La Sad – Autodistruttivo
La Sad portano, forse per la prima volta per davvero, l’emo punk sul palco di Sanremo: il pezzo sa per metà di vecchi Blink-182 e per metà del nuovo Machine Gun Kelly (specie nelle parti con 808), laddove la pesante base di chitarre si sposa con un cantato melodioso e un testo n fondo pulito ed emotivo, appunto. Per capire il pezzo bisogna essere un po’ nostalgici, un po’ ironici.
Voto: 6.5
Irama – Tu No
Irama arriva a prendersi la rivincita per il Festival del 2021, nel quale dovette restare in camerino perché aveva il COVID. Purtroppo è una rivincita dal sapore assai poco epico: stupenda l’esecuzione vocale, ma prevedibile l’arrangiamento e scontato il testo. Non un pezzo brillante, e facilmente dimenticabile.
Per la prima volta in gara, Ghali porta un pop rap ritmato dal carattere avvincente e contemporaneo. Cerca chiaramente di sfruttare bene la vetrina privilegiata dell’Ariston, piegando lo stile trap da cui proviene verso un ritornello orecchiabile e che ricorda semmai più un Dargen, ma nel complesso funziona.
Voto: 7.5
Negramaro – Ricominciamo Tutto
I Negramaro arrivarono ultimi al loro primo Sanremo, come tutti ricordano. Vent’anni e infiniti successi dopo, la voce di Giuliano Sangiorgi guida una ballad delicata che smentisce la natura più fortemente rock della band (salvo la chitarra in stile The Edge), adattandosi alla dimensione Sanremese in un brano dalle grandi qualità vocali ma che per il resto poco si fa notare. Buono, certamente, per i fan della formazione.
Voto: 6
Annalisa – Sinceramente
Annalisa dà una decisa svolta al clima della serata con il suo ormai noto stile pop bombastico che di recente l’ha portata sulle cime delle classifiche e a venir citata sempre più spesso come regina della musica leggera italiana. Il pezzo infatti è audace, moderno, seducente, e immediatamente memorabile. Vincerà lei?
Voto: 7.5
Mahmood – Tuta Gold
Mahmood sale sul palco da trionfatore delle scorse edizioni, e subito si lancia nel suo R&B ritmato e ondeggiante. Non un pezzo soul e sentito come Brividi, ma più un brano che potrebbe stare in Ghettolimpo e ricorda maggiormente lo stile sottilmente provocatorio di Soldi. La voce di Alessandro come al solito si fa notare, ma è difficile stabilire se il pezzo sia all’altezza dei suoi classici.
Voto: 7
Diodato – Ti Muovi
Vincitore nella storica edizione del 2020, Antonio Diodato si ripresenta con un’altra ballad sostenuta dalla sua possente voce ma che non brilla rispetto alle altre proposte della serata ed è certamente molto meno memorabile di Fai Rumore. Il crescendo è poco deciso e il refrain non intacca, per quanto indubbiamente il cantante sia un maestro l’impressione è poco entusiasmante. Peccato.
Ed eccola: la Berté si presenta con i suoi ormai proverbiali capelli blu e un pezzo rock anni ’80 che parla della sua eterna giovinezza, della sua immortale anima rock e della sua voglia di “provocare”. Funzionerebbe, se fossimo nel 1985. Purtroppo non è così, in molti sensi. Un pezzo che può piacere forse in un modo ironico, difficilmente in un altro.
Voto: 6
Geolier – I p’me, tu p’te
Geolier porta con sé tutta la napoletanità possibile e immaginabile, in una canzone che sa di rap contemporaneo ma convince poco al di là di tutto l’appeal e la presenza del performer, checché si dica dei suoi numeri social. Non aiuta la barriera linguistica, ben concreta per chi non vive nei dintorni di Napoli e può faticare davvero a capire il testo.
Voto: 6
Alessandra Amoroso – Fino a Qui
Checché si possa pensare, Alessandra Amoroso non era mai stata in gara a Sanremo fino ad ora. E forse era stato un bene: il suo pezzo è un’altra ballad uguale a diecimila altre, un pop leggero atmosferico e pianistico che pone la voce (certo, stupenda) della cantante al centro di quello che è altrimenti un po’ un grande nulla musicale. Forse a forza di risentirla nel corso delle serate migliorerà (ma non speriamoci).
Voto: 5.5
The Kolors – Un Ragazzo, Una Ragazza
Come c’è da aspettarsi, i Kolors portano un bel pezzo funk/pop con tocchi elettronici, presentando finalmente un brano che non è una ballad e non è prevedibile dall’inizio alla fine. Preziosa la parte di basso, anche se un po’ cringe (volutamente?) il testo. Comunque, di certo una delle proposte più concitate e colorate.
Voto: 7.5
Angelina Mango – La Noia
Angelina Mango, la figlia del compianto Giuseppe Mango arriva con un brano scritto assieme a Madame e Dardust. Non serve dire altro: la base è audace e originale, la voce si perde in un flow ritmato ed esotico che lascia spazio a un’ottima tecnica vocale, la proposta anche lirica è intelligente. Provoca, diverte, intriga: un pezzo autenticamente interessante, ben eseguito e dall’arrangiamento davvero pregevole.