Nene Anegasaki è un personaggio del videogioco Love Plus che nel 2010 si sposò… con un essere umano. Storia vera
Una storia, quella di Nene Anegasaki, che oggi può non sembrarci tanto assurda e incredibile come sicuramente sarà sembrata quindici anni fa o giù di lì. Forse ricordate il caso: il personaggio, che compare nel videogioco per Nintendo DS dal titolo Love Plus, si è “sposato” ai tempi con un uomo reale.
Dove? L’avrete già indovinato: in Giappone. Ripetiamo, oggi che siamo abituati a parlare con chatbot, l’intelligenza artificiale è assolutamente realistica e i robot stanno per entrare nella nostra quotidianità, non ci appare una cosa tanto strana. Ma nel 2010 il mondo era diverso e casi come questi facevano scalpore.
Cominciamo da lei, ossia Nene. Il personaggio viene descritto così: “La incontri durante il tuo lavoro part-time nel ristorante di famiglia. Lei è la sorellona affidabile alla quale tutti chiedono aiuto. Le piacciono i compiti per casa e i film horror [!]. La gente la trova sempre più vecchia di quella che è, a causa del suo aspetto”.
Secondo quanto riportato ai tempi dall’Huffington Post, costei sposò un uomo dall’identità sconosciuta che si faceva chiamare con il nome utente SAL 9000 (se vi suona familiare, ovviamente, non è un caso). Costui, a quanto pare, aveva avuto anche altre ragazze virtuali prima di Nene.
La cerimonia avvenne così: “Durante un incontro di Make: Japan tenuto al Tokyo Institute of Technology, davanti a un pubblico dal vivo, un MC [maestro di cerimonia si intende, ossia qualcuno che gestisce l’evento], una amica virtuale della sposa – che ha tenuto un discorso – e un vero sacerdote umano”.
Ora, bisogna dirlo: non è chiaro se o fino a che punto questo matrimonio abbia o abbia mai avuto validità legale; e c’è da dire che di questa bella coppietta non si è mai più saputo nulla. Quindi è possibile che si sia trattato solo di un esperimento, o magari di un’azione provocatoria o puramente goliardica. C’è da dubitare che questo matrimonio sia mai stato in qualche modo “consumato” né possa essere sbocciato in alcuna forma di vita coniugale.
Fonte: Huffpost
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