Chiara Ferragni, indagato anche il manager Fabio d’Amato

Fabio d'Amato, manager di Chiara Ferragni, è stato indagato per truffa aggravata insieme all'influencer

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Credits: Instagram/ Chiara Ferragni
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Continua la bagarre mediatica attorno a Chiara Ferragni. Come sapre, l’influencer è stata indagata per truffa aggravata dalla minorata difesa [Una formula tecnica che considera il consumatore che ha acquistato il pandoro in una posizione di “minore difesa” NDR] insieme ad Alessandra Balocco, presidente e amministratore delegato della società che produce l’ormai celebre pandoro incriminato (qui tutti i dettagli).

Le indagini della procura di Milano stanno andando avanti e si stanno espandendo. Sotto l’occhio degli inquirenti ci sono infatti anche le Uova di Pasqua create in collaborazione con Dolci Preziosi e le bambole Trudi. Inoltre nel registro degli indagati è stato inserito anche Fabio d’Amato, manager di Chiara Ferragni.

La notizia risulta dal provvedimento della Procura generale della Cassazione scritto dal procuratore generale aggiunto della Corte di Cassazione, Alfredo Pompeo Viola

 I consumatori sono stati indotti in modo ingannevole all’acquisto, con un duplice danno – si legge nel provvedimento. Uno di questi riguarda la lesione della libertà contrattuale e di autodeterminazione del cliente che ha effettuato una compravendita, che, in assenza di un messaggio pubblicitario manipolatorio della realtà, non avrebbe effettuato. E quindi non avrebbe comprato un prodotto a prezzo maggiorato, circostanza non di poco conto dinanzi alla totalità degli acquirenti su tutto il territorio nazionale

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Le operazioni con intenti benefici veicolate con testi e immagini e rilasciando dichiarazioni nel video fuorvianti o quantomeno idonee a condizionare il consumatore nelle proprie scelte di natura commerciale riguarderebbero oltre la campagna dei pandori del 2022, anche la vendita delle uova di Pasqua Dolci Preziosi a favore dell’associazione ‘I bambini delle Fate’ e la vendita nel 2019 di un’edizione limitata della bambola Chiara Ferragni by Trudi con i ricavi destinati a un’associazione impegnata nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo.

Sussistono indici esteriori, di tenore non equivoco, idonei a dar conto di una unitaria programmazione, nell’ambito di un medesimo disegno criminoso, dei diversi fatti di reato, avuto riguardo all’unitarieta della spinta a delinquere, all’analogia del ‘modus operandi’ e al lasso temporale che separa i diversi episodi – scrive il pg Alfredo Pompeo Viola che tuttavia, nel caso in esame, non rileva i criteri per l’individuazione della competenza per territorio in caso di procedimenti connessi

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