Questo cartone animato a tema natalizio del 1936 è terrificante. Perché? Potrete capirlo solo guardando
Il cartone più grottesco di sempre
Apparentemente questo cartone animato dal titolo Christmas Comes But Once a Year (Natale viene solo una volta l’anno), prodotto da Max Fleischer nel 1936, non ha niente che non va. Si tratta di una favola dell’era della Grande Depressione, che insegna ad accontentarsi di poco e a gioire di quel che si ha.
I protagonisti: alcuni bambini in un orfanotrofio, che la mattina di Natale scoprono che tutti i loro giocattoli sono rotti o usati. Interviene allora un tale Professor Grampy, un personaggio di Betty Boop, che prendendo un mucchio di ciarpame dalla casa realizza giochi nuovi con oggetti quotidiani, dei quali poi i bambini possono finalmente gioire.
Un Natale inquietante
Descritto così, il cartone pare pressoché innocuo. Cos’ha che non va, allora? Diciamo che lo si può capire solo guardando: lo stile dell’animazione, per esempio, così distante da quello Disney e Warner, che risulta in qualche modo macchinosamente grottesco: sembra di vedere dei pupazzi semoventi, non dei bambini.
Lo stesso Professor Grampy che costruisce i giocattoli ridacchiando incessantemente ha un che di inquietante, pare uno scienziato pazzo. E, quando i bimbi si godono i nuovi doni riciclati, sembra quasi di vederli in preda a una allucinazione collettiva, tanto che viene da chiedersi se non stiano semplicemente immaginando quel Natale felice, non vivendolo nella realtà.
Un’allegria forzata
Quel che filtra dal cartone animato è come si diceva la disperazione dell’era della Grande Depressione, il periodo seguito al crollo della borsa di Wall Street nel 1929 che portò povertà e miseria in tutti gli Stati Uniti per tutti gli anni ’30. Molte opere dell’epoca riflettono più o meno direttamente questo periodo terribile.
Il messaggio del film sta quindi nell’invito ad accontentarsi di un Natale “riciclato” come gli stessi regali (e anche Babbo Natale, interpretato dallo stesso professore, è tutt’altro che autentico) e che assume le dimensioni di una vera e propria messa in scena costruita per non dover guardare in faccia la disperazione.
Strano ancora oggi
Ma anche non riflettendo su questo, non si può dire che il cartone animato sia autenticamente allegro. Nella scena iniziale, nella quale i doni degli orfani gli si rompono tra le mani, viene veramente da chiedersi che cosa avessero in mente gli autori: se donare speranza o causare spavento.
Ancora oggi, in effetti, molti sono sconvolti dai toni del cortometraggio. Su X alcuni commentano: “Questo mi faceva PIANGERE all’inizio” e “Tutto fa uscire vibrazioni negative, dall’animazione rubber hose [i movimenti “a curva”] ai giocattoli spaventosi che crea il vecchio e allo strano albero di Natale in live action che gira alla fine”.