La storia di 300 è una storia vera: ma come andò veramente la celebre battaglia delle Termopili?
Il contesto storico
Nel panorama delle epiche battaglie della storia antica, poche sono così intrise di mito e leggenda quanto la battaglia delle Termopili. Immortalata nella graphic novel 300 di Frank Miller e poi ovviamente nel film omonimo di Zack Snyder, la battaglia rappresenta uno dei momenti più iconici della resistenza greca contro l’Impero Persiano nel 480 a.C..
Tuttavia, dietro il velo del mito, si nasconde una storia ricca di sacrifici, strategia militare e coraggio che va oltre la narrazione contemporanea. La battaglia delle Termopili ebbe luogo nel corso delle guerre persiane, una serie di conflitti che vide la Grecia unita contro l’espansione dell’Impero Persiano, guidato all’epoca dal re Serse.
Re Leonida e i 300 spartani
La Grecia antica, composta da città-stato indipendenti, si trovò di fronte a una delle più grandi potenze di quel tempo, e in grave svantaggio anche numerico. Al centro di questa epica si erge Leonida I, il leggendario re di Sparta. Costui, consapevole dell’imminente invasione persiana, decise di difendere il passo stretto delle Termopili, una posizione strategica che avrebbe potuto rallentare l’avanzata delle massicce forze nemiche.
Con lui, una forza di circa 7.000 soldati greci, tra cui i celebri 300 spartani, scelti per la loro disciplina e coraggio leggendario. La decisione di Leonida di resistere alle Termopili era tanto simbolica quanto strategica: l’obiettivo era dare tempo alle altre città-stato greche di prepararsi per la difesa e dimostrare al mondo la determinazione greca contro l’oppressione straniera.
La tattica della difesa
La posizione delle Termopili offriva un vantaggio tattico ai difensori. Il passaggio stretto limitava l’ampiezza delle file nemiche, rendendo inutile la superiorità numerica persiana. Inoltre, il terreno roccioso e montuoso restringeva ulteriormente lo spazio per compiere manovre militari complesse, neutralizzando la forza dell’impeto nemico.
Leonida e i suoi uomini sfruttarono al massimo questo vantaggio, organizzando una difesa serrata e coordinata. Ogni uomo era una roccia contro l’onda persiana, e la loro determinazione incrollabile li trasformò in un baluardo quasi invincibile i cui sforzi sono poi passati alla storia, come è giusto.
Il Sacrificio Eroico
Nonostante la loro eroica resistenza, alla fine la superiorità numerica persiana ebbe la meglio. Tradito da Efialte, un pastore locale che guidò i persiani attraverso un sentiero segreto che bypassava le Termopili, Leonida e i suoi uomini si trovarono circondati. Rimane uno dei più celebri e discussi tradimenti nella storia.
La battaglia si trasformò in un massacro, ma la resistenza eroica dei greci diede il tempo necessario al resto delle città-stato greche per organizzare la difesa. Il sacrificio dei 300 spartani e dei loro alleati non fu vano: la loro memoria ispirò il prosieguo della lotta contro i persiani che, infine, vennero respinti.
Le differenze
In 300, come sappiamo, la storia è molto romanzata ed esagerata in quanto glissa sui numerosi difetti della società spartana, oppressiva e schiavista, ridicolizzando il re persiano Serse e facendo una caricatura grottesca di Efialte, sottacendo poi anche il fatto che a resistere ai persiani furono 7000 greci di varie città, non solo 300 e non solo spartani.
Gli stessi 300 poi, tra i numeri degli ultimi combattenti, sarebbero stati in realtà più di 1000. Fondamentale inoltre, nella storia vera, il ruolo della flotta guidata da Atene che contemporaneamente alla battaglia alle Termopili riuscì a bloccare le imbarcazioni persiane con una vittoria decisiva. Secondo alcuni storici, anzi, il contributo degli ateniesi fu più fondamentale di quello degli stessi persiani.
Fonte: Screen Rant
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